Capitolo 18

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Mi aggrappai alla stoffa ruvida del divano per reggermi in piedi mentre mi ripetevo le parole di Edoardo in testa.

-Margherita, stai bene?- mi chiese preoccupandosi, probabilmente ero sbiancata.

Alzai gli occhi su di lui, avrei tanto voluto urlargli che non stavo affatto bene, ma decisi di chiedergli di spiegarmi tutto. Almeno le sorprese sarebbero finite. Così mi accomodai accanto a lui e gli feci cenno di parlare.

-Immagino che tu abbia ormai capito che i licantropo esistono davvero.- cominciò lui, grattandosi un orecchio.

-Esistono diversi branchi di lupi, il mio branco è coalizzato con altri sei in una tregua che viene detta "patto dei sette", proprio per il fatto che siamo sette branchi. Il mio branco, il Branco del Sole, è a capo del patto. Prima che ci fosse questa tregua eravamo sempre in guerra tra di noi e questo comportava un pericolo sia per la nostra specie che per i naturali, che sareste voi.- fece una pausa.

-Quando dici "il mio branco" è perché tu sei il capo?-chiesi io, ricordandomi come dava ordini agli altri ragazzi che gli stavano sempre intorno.

-No, non ancora. Io dovrei diventare alfa a breve, ma devo ancora completare una cosa...-non continuò la frase, come se si fosse reso conto che non poteva parlarmene.

-Che cosa?- incalzai io.

-Marghe, quello che sto per dirti potrebbe turbarti.- bisbigliò lui avvicinandosi a me, apprensivo.

Mi sfuggì una risata, inizialmente flebile, che poi mi gorgogliò in gola e uscì prepotentemente.

-Perché quello che mi hai detto fin'ora secondo te non mi ha turbato?- chiesi io incredula.

Lui mi poggiò una mano sul ginocchio e chiuse gli occhi, come per scusarsi. Poi fortunatamente continuò.

-Bene, il patto dei sette dice che accetta la supremazia del Branco del Sole sugli altri solo e solamente se l'alfa è un'alfa completo, Unito con una mezzana.- inarcai le sopracciglia perché non avevano capito niente, ma lui alzò un dito per farmi segno di stare zitta e ascoltare.

-Gli alfa non vengono scelti per discendenza, ma si riconoscono alla nascita. Il nuovo alfa porta il marchio.- così detto si alzò e si tolse la camicia blu, voltandosi di spalle e facendomi vedere quello che avevo pensato fosse un tatuaggio.

-Questo è il cerchio...- cominciò lui.

-Ma non è un cerchio- puntualizzai io, vedendo un semicerchio nero stagliarsi sulla sua pelle.

-Perché non è ancora completo e non credo che lo diventerà mai.-disse lui rimettendosi la camicia e avvicinandosi a me.

-Come mai?- chiesi io cercando di capire ciò che mi stava nascondendo.

-Per farlo- si toccò la fronte, esausto- dovrei Unirmi con la mia Compagna, solo così potrò diventare un alfa completo.-

Io lo fissai per qualche secondo aspettando che continuasse ma lui aveva cominciato a girare in tondo calpestando il morbido tappeto blu.

-La mia Compagna dovrebbe essere una mezzana...-

-Che cosa significa?- chiesi non riuscendo a trattenermi dall'interromperlo. In quel momento stavo rimpiangendo il mio rapporto con Simone, sembrava tutto così assurdo.

-Non...non dovrei essere io a dirti queste cose, Margherita.- disse lui improvvisamente, come se si fosse appena ripreso.

Probabilmente avrei reagito diversamente se mi fossi ricordata che una settimana prima quel ragazzo si era trasformato in un enorme lupo davanti ai miei occhi terrorizzati. Ma il suo continuo tira e molla non lo sopportavo più.

La mia mano lo colpì prima che me ne rendessi conto, schiaffeggiandolo con forza sulla guancia sinistra.

-Vattene!- urlai- Vai via da casa mia, non ho intenzione di credere a tutto ciò che dici ne di stare al tuo gioco. Ho chiuso, con te e con tutto quello che ti riguarda.-.

Il suo sguardo ferito mi fece pentire di ciò che avevo appena fatto ma rimasi impassibile, impedendomi di scoppiare a piangere e rannicchiarmi tra le sue braccia forti e confortevoli.

-Margherita, per favore...- ricomincio lui.

Incredula dalla sua testardaggine lo fissai negli occhi color ghiaccio, sfidandolo apertamente.

-Torna giù con me, l'Alfa ti saprà spiegare!-.

-Forse tu non hai capito che io non sono una di quelle ragazze che ti girano intorno e che svengono ai tuoi piedi al solo vederti, io ho una vita. Una vita mia! È già tanto che io ti abbia accolto in casa mia dopo ciò che hai fatto.- l'immagine del ragazzo dagli occhi di ghiaccio che si trasformava in un enorme e feroce lupo continuava a ferirmi gli occhi mischiata alla più recente rissa in quel locale.

-No, no credo che sia te che non capisci. Io devo proteggerti, devo farlo. Non è una cosa che dipende da me, per quanto io ci abbia provato a starti lontano, non mi è proprio possibile. Il mio lupo ti vuole, ti desidera e io non posso controllarlo, non posso. Tu...sei tu la mia Compagna!- buttò fuori le parole come se fosse un peso enorme, si inginocchiò di fronte a me e mi poggiò le mani sui fianchi.

Io, dal canto mio, rimasi esterrefatta. Forse esterrefatta è dire poco. Non sapevo come reagire, nonostante riconoscessi alla perfezione il famoso comportamento combatti o fuggi che vibrava in me. Avevo il respiro corto, gittata e frequenza cardiaca aumentate. Avrei voluto urlare, tirare pugni, scappare. Invece non feci niente, se non, con una voce che non mi apparteneva, dire:
-Fuori!-.

Così, come se non fosse accaduto nulla lo vidi alzarsi lentamente e uscire dal mio campo visivo. Continuavo a fissare di fronte a me cercando di mantenere la mia facciata. Non lo vidi uscire dalla porta ma la sentii sbattere quando si chiuse. Quello fu il segnale.

Il peso delle sue parole mi schiacciò a terra. "Sei tu la mia Compagna!", quella frase continuava a rimbombarmi in testa con forza. Nonostante cercassi di scacciarla via continuava a ripetersi. Sentii le lacrime bagnarmi le guance mentre la rabbia per l'assurdità di ciò che stavo affrontando scemava, lasciando posto alla paura e alla tristezza.

Non solo avevo scoperto l'esistenza di un mondo fantastico, del quale avevo letto solo nei libri e che avevo visto solo nei film. No, ero anche diventata parte di quel mondo e senza la possibilità di tirarmene indietro. Sapevo cosa significasse essere la Compagna di un alfa per quello che avevo letto nei libri che avevano popolato la mia adolescenza.

Obbligata ad essere l'anima gemella di una persona, magari a 15 anni poteva sembrare romantico ma adesso mi rendevo conto che mi sembrava di non avere più il controllo su ciò che sarebbe accaduto nella mia vita.

Ma di una cosa ero certa, avrei lottato fino all'ultimo pur di non lasciarmi sopraffare dal casino in cui mi ero ritrovata.

^^^^^^

Ciao ragazz*
Sono stata molto impegnata in questo periodo ma ora sono finalmente tornata!

Come vi pare stia procedendo la storia? Pensate che Margherita riuscirà a reggere alla pressione?

Sto cercando di aggiornare una volta a settimana tra il venerdì e il sabato☺️
Buona lettura!

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