Capitolo 49

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Ero seduta sul bordo del letto cercando di ignorare il chiacchiericcio eccitato delle ragazze che mi stavano intorno. Erano troppe, era tutto troppo.

Michela e Lucia tenevano in mano l'abito da cerimonia che avrei dovuto indossare di lì a poco. Erica aveva una piastra tra le mani in attesa che si scaldasse mentre Aurora teneva uno smalto color magenta, intonato perfettamente al vestito, tra le dita con aria minacciosa.

Alzai gli occhi al cielo per la centesima volta quel giorno.

Io ed Edoardo quella mattina eravamo stati svegliati malamente dalle mie due migliori amiche che lo avevano spinto fuori dalla porta di casa sua senza troppi complimenti.

Da allora non avevano più avuto accesso al mio telefono, anche se sentivo che ogni tanto Aurora rispondeva al suo con voce scocciata. Suo fratello la voleva uccidere molto probabilmente.

In fin dei conti avevo detto io che l'abito sarebbe stato una sorpresa quindi i preparativi per quella sera sarebbero stati per forza un segreto tra ragazze.

L'Unione si sarebbe tenuta quella sera alle 22, mancavano ancora 4 ore e io stavo davvero per impazzire.

-Possiamo prenderci una pausa?- chiesi io annoiata, mentre fissavo il mio riflesso nella finestra di fronte a me.

-Una pausa?-chiese Lucia con voce agitata -UNA PAUSA? Abbiamo pochissimo tempo per finire di fare tutto. Assolutamente no-.

Mi sdraiai sul letto sconfitta mentre le gelide mani di Aurora mi agguantavano un piede per mettermi lo smalto.

-Stai ferma, Margherita, stai ferma!- disse lei, mentre muovevo il piede a tempo di musica.

-Un te? Qualcuno vuole un te?- chiesi io, speranzosa di avere 5 minuti per fare altro.

Il trucco era già stato fatto e fissato con uno strano spray che mi aveva fatta starnutire ripetutamente. Erica era stata maledettamente brava, odiavo quella ragazza.

Risultava essere un trucco molto leggero, eppure valorizzava i punti giusti.

Erica entrò nel mio campo visivo con una tazza di ceramica fumante. Io alzai gli occhi al cielo. Volevo farmelo io il te.

Mi tirai su a sedere sbuffando e presi la tazza tra le mani, il calore della ceramica mi diede una svegliata.

-Vedi di non rovinare il mio trucco- disse Erika minacciosa, mentre all'interno della tazza inseriva una cannuccia di metallo.

In quel modo non mi sarei sbrodolata tutta, quella ragazza ne conosceva una più del diavolo.

I minuti passarono con lentezza estrema ma piano piano ci avvicinavamo al momento di uscire da quella casa e dirigerci in un luogo imprecisato nei pressi del campo di addestramento delle mezzane.

I miei capelli mi cadevano in dolci boccoli lungo le spalle, le mie dita luccicavano lucide di color magenta, il mio viso era stato truccato nuovamente, nonostante i tentativi di Erica, mi ero effettivamente sbrodolata, cancellando metà del rossetto.

Era arrivato il momento di indossare l'abito.

******

-Margherita, questo è un momento molto importante per te.- mi disse Rebecca tenendomi per mano, come una mamma premurosa.

-Rebecca, io...non so come ringraziarti. Se non ci fossi stata te al mio fianco, probabilmente me la sarei data a gambe levate.- dissi io in un momento di estrema sincerità.

Speravo ricambiasse quel momento raccontandomi cosa mi dovessi aspettare da quella serata ma dalle sue labbra uscì solo un sorriso dolce.

Per l'ansia avevo passato metà del pomeriggio in bagno. Non avevo idea di cosa avrebbero organizzato e Edoardo era stato davvero uno stronzo.

-È ora di andare, mia cara. Come da tradizione tocca a me accompagnarti, la Grande Luna accompagna la Nuova per farla sorgere. - disse lasciando che una lacrima le soldasse il viso.

La abbracciai di slancio, rifugiandomi nel suo bel vestito verde foresta. Sospirai sonoramente e mi ricomposi. Ero pronta ad affrontare quella serata, qualunque cosa potesse accadere.

Uscite di casa ci aspettavano le mie amiche, Erica e Cole. Aurora aveva dovuto abbandonare il mio fianco per andare dal fratello, avevo avuto un po' di paura a lasciarla andare da sola visto come lo aveva trattato tutto il giorno.

Cole fece un fischio di apprezzamento al quale risposi prontamente con uno sguardo seccato.

-Non ci provare mai più, lupacchiotto.- dissi con tono di superiorità.

Cole inclinò la testa da un lato e per un secondo ebbi paura di aver oltrepassato un limite non scritto, ma poi si fece sfuggire una risata mentre alzava le mani in alto in segno di resa.

-La Nuova Luna tira fuori gli artigli, mi piace.- commentò divertito mentre prendeva Erica sottobraccio.

Sospirai di sollievo mentre prendevo per mano le mie amiche e seguivo Rebecca.

A un certo punto prese una viuzza in mezzo alle case alla quale non avevo mai fatto caso, dopo pochi metri cominciammo a inoltrarci in un pratone illuminato da candele sparse in terra e attorniato da alberi di tutte le altezze. Più avanzavamo e meno la luce della luna accompagnava i nostri passi, eravamo sempre più avvolti dal manto degli alberi.

Le candele diventarono essenziali per impedire che cadessimo tutti come sacchi di patate. Cole si spostò al mio fianco prendendomi per un braccio mentre Erica faceva lo stesso con Rebecca.

-Non ho intenzione di farti cadere e lasciare che il tuo nell'ambito si rovini.- disse lui deciso.

Sentii ridacchiare indistintamente le mie amiche alle mie spalle.

Dopo pochi altri minuti gli alberi si aprirono e cominciai a sentire odore di legna bruciata e, in lontananza, un lieve chiacchiericcio.

Il mio stomaco si girò su se stesso.

-Ci siamo quasi, Nuova Luna.- mi bisbigliò lui all'orecchio, un secondo dopo un ululato lascio la sua gola.

Stava avvertendo della mia presenza.

I miei piedi faticavano sempre di più ad andare avanti, mentre fremevano per correre indietro. L'aria gelida della notte invernale mi si stava appiccicando addosso rendendo tutto molto più vivido.

Notai con la coda dell'occhio che Cole si strappava di dosso la camicia azzurra che aveva precedentemente, lasciandola a brandelli per terra.

Mi annottai mentalmente di venirla a riprendere al ritorno.

-Perché ti svesti?-chiesi preoccupata a Cole.

-Sorpresa ragazza mia, non posso dirti niente.-.

Vidi il fuoco poco lontano da me, un falò immenso bruciava già da qualche ora a giudicare dalla brace. Più ci avvicinavamo più sentivo il tepore delle fiamme e più sentivo la necessità di andarmene.

Poi vidi un bagliore. Un rosso intenso, poco a destra del falò, brillava a mezz'aria. Un petto nudo in suo contrasto.

Alzai leggermente lo sguardo e incontrai il gelido azzurro dei suoi occhi. Ora i miei piedi sapevano che direzione seguire.

Lupo di mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora