Capitolo 25

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Ero sdraiata sul comodo divano mentre aspettavo che Edoardo si facesse la doccia. Non riuscivo a togliermi dalla testa la figura di lui, nudo di fronte a me. Nonostante fosse successo davvero ero abbastanza scioccata il giorno prima per godere di quella vista.

Ma in quel momento ero tormentata da quella visione. Mi stavo mordendo il labbro pensierosa guardando il soffitto quando, al posto del bianco sfondo, vidi la faccia sorridente di Edoardo.

Mi tirai su velocemente cercando di camuffare la mia espressione.

-A che pensavi?- mi chiese lui.

-Niente, assolutamente niente.-.

Si mise a ridere mentre si dirigeva verso l'armadio e faceva innocentemente cadere a terra l'asciugamano che aveva avvolto in vita.

Aveva davvero un bel fondo schiena. Mi poggiai allo schienale del divano per osservarlo meglio. Potevamo tranquillamente giocare in due a quel gioco. Lo vidi muoversi pienamente a suo agio, ma sempre attento a darmi la schiena.

Si mise un paio di boxer grigi e poi si girò di scatto cogliendomi di sorpresa. Nonostante le mie intenzioni arrossii ma quella volta non distolsi lo sguardo, invece sorrisi. Sul suo volto si formò una espressione seria molto velocemente.

-Davvero non sei mai stata a letto con nessuno?- chiese cauto.

Presa in contropiede boccheggiai per quel rapido cambiamento di atmosfera e di umore.

-Te l'ho già detto.- risposi io già sulla difensiva.

-Sono il primo ragazzo con cui tu abbia mai dormito?-.

-Si.- risposi più stizzita.

Inclinò la testa di lato, sorpreso. Poi annuì soddisfatto.

-Dai, ti porto a cena.- mi disse prendendo dall'armadio un paio di pantaloncini verde militare e una maglietta beige.

Dopo qualche minuto eravamo sul lungo mare a guardare il cielo che si scuriva. Stavamo passeggiando mano nella mano e sembrava tutto così normale.

-Quali sono i piani quindi?- chiesi io curiosa.

-Stasera sei tutta per me, domani invece dovremo andare a parlare con l'Alfa. Lui saprà spiegarti tutto.- mi disse stringendomi a se.

Ovviamente non era affatto normale come sembrava. Raggiungemmo un ristorante che aveva una terrazza sulla spiaggia e ci sedemmo al tavolo, cominciai a sfogliare il menu delle pizze.

-Ehi, Edoardo. Sei tornato! Cosa vi porto?- chiese una ragazza sorridente con un blocchetto di fogli in mano.

-Ciao, Sofi. Prendiamo due pizze. Io la piccante mentre lei...- mi guardò, per chiedermi cosa volessi.

-Mozzarella e prosciutto cotto, grazie.- risposi sorridendo.

-Va bene, arrivano subito.-.

La guardai allontanarsi mentre ancheggiava. Sapevo di non poter essere gelosa di Edoardo però mi bruciava lo stesso.

-Lei è una...- continuai gesticolando con la mano.

-Sì, è una mezzana. Ma non devi preoccupartene. Loro non sanno chi tu sia.-.

E invece me ne preoccupavo eccome, soprattutto perché non sapevano chi fossi.

Circa dieci minuti dopo arrivarono le nostre pizze e le mangiammo in silenzio, godendoci lo sciabordare delle onde in sottofondo e il frusciare del vento tra gli alberi.

-Hai freddo?- mi chiese appena finito di mangiare.

-No, non ti preoccupare.- risposi io, che invece avevo freddo perché come una scema non avevo preso una felpa.

Lui strinse le labbra in una linea sottile e si alzò dalla sedia, entrò nel locale e pagò. Uscì subito e mi tese la mano.

-Forza, lo so che senti freddo, andiamo.-.

Alzai gli occhi al cielo e mi incamminai con lui. Dopo pochi passi mi cinse le spalle con un braccio e cominciai a scaldarmi.

-Peccato che tu sia così freddolosa, altrimenti ti avrei proposto di fare un bagno...nudi.- disse sorridendo contro la mia tempia.

-Edoardo!- dissi io con le guance in fiamme.

-Che c'è, prima o poi dovrà pur succedere.- rispose lui dandomi un bacio sui capelli.

Cominciai ad andare in ansia. Potevo sopportare le sedute di baci senza impazzire ma di più? Aveva dormito con me ma solo quello. Ovviamente sentivo anche io la necessità di abbattere le barriere tra noi, nonostante lo conoscessi da poco ma sentivo che era come se ci conoscessimo da sempre. Però venni assalita dall'ansia ugualmente.

Quando aprì la porta di casa ero così impaurita di quello che sarebbe successo che mi bloccai all'ingresso come una statua. Edoardo mi guardò confuso per un momento poi si fermò e mi sorrise.

-Non ho intenzione di fare niente che tu non voglia fare, anzi se non sarai tu a chiedermi di darti il bacio della buonanotte non farò neanche quello. Se vuoi dormo sul divano.- disse cauto.

-No, non c'é bisogno. È casa tua.- risposi io quando mi resi conto che stavo facendo la figura della sciocca.

Quindi gli sorrisi, gli diedi un casto bacio sulle labbra e poi cercai delle cose in valigia con le quali mi chiusi in bagno. Mi servivano 5 minuti da sola per riprendermi.

Mi lavai i denti e mi misi il pigiama, feci pipì e poi mi guardai allo specchio. Ero piuttosto pallida.
Quando uscii lo trovai in boxer, aveva acceso le luci del piano cucina che quindi lasciavano in penombra il resto della casa. Lui era seduto sul bordo del letto ad aspettarmi e mi sorrise vedendomi.

-Bel pigiama.- disse ridendo, aveva sciolto i capelli e gli ricadevano morbidi a toccargli appena le spalle.

Io girai su me stessa ridacchiando per mostrargli al meglio il pigiama con gli avocado che adoravo assolutamente.

-Mi piace, soprattutto i pantaloncini.- disse.

A quell'affermazione mi fermai. I pantaloncini erano molto corti e lasciavano vedere la parte inferiore delle natiche.

Mi feci coraggio e andai verso di lui che rimase assolutamente fermo. Gli poggiai le mani sulle spalle e gli sussurrai all'orecchio:

-Voglio baciarti.-.

I suoi occhi avevano cambiato colore, stavano diventando di un blu talmente intenso che sembravano completamente neri.

Poggiò le mani sulla parte di pelle scoperta del mio sedere e mi fece mettere a cavalcioni su di lui, mentre le nostre bocche si esploravano a vicenda. Non ridevamo più.

Pian piano ci spostammo al centro del letto, lui poggiò la schiena alla testiera imbottita senza staccarmi mai la testa di dosso. Le sue mani lasciarono il mio fondoschiena risalendo fino a trovare il bordo della maglietta.

Lo prese tra le mani e cominciò ad alzarlo. Prima di toglierla si fermò e mi guardò serio negli occhi. La sua era un domanda inespressa. Io acconsentii silenziosamente e lui eliminò la stoffa superflua.

Non pensai al fatto che i miei seni fossero estremamente inesistenti. O meglio, inizialmente lo pensai ma poi vidi come mi guardava. Come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto.

Continuammo a baciarci a lungo e lo lasciai esplorare parte del mio corpo senza alcun indugio.

Quando però toccò il bordo dei miei pantaloncini lo fermai. Non ero pronta per quello, non ancora. Lui mi sorrise dolcemente e riprese da dove aveva lasciato. Non so per quanto tempo andammo avanti così ma so che alla fine ci addormentammo l'uno stretto all'altra.

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