Non so se ho perso la strada o ero perso dall'inizio -prima parte-

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Tu puoi dormire

mentre fuori piove e

il mondo cambia

Quel sabato mattina pioveva ancora, JungKook aveva dormito solo tre ore, verso le tre e mezza aveva accompagnato SeoJoon alla macchina ancora un po' barcollante ma appagato, non voleva certo fare la fine che aveva fatto con AeJung – ritrovandosi anche lui in salotto, davanti ai suoi amici, la mattina seguente – , aspettò che l'uomo si allontanasse prima di voltarsi a guardare verso il suo appartamento, Lui non era al balcone, non lo stava aspettando, non lo avrebbe neanche trovato fermo sulle scale pronto ad abbracciarlo per farlo sorridere nonostante la vita di entrambi stesse cadendo a pezzi, Lui era sparito, per sempre. JungKook era certo che il maggiore fosse rientrato perché uscendo dal suo appartamento aveva notato una piccola borsa appesa alla maniglia ed era sicuro che l'avesse lasciata TaeHyung, chi altro sennò?

Salì le scale lentamente pensando a quando lo aveva avuto vicino a sé per la prima volta proprio lì, scalzo e sudato, mentre saliva i piccoli gradini con il suo fare flemmatico mentre lo aiutava con i pacchi del trasloco e poi ricordò l'ultima volta, mano nella mano, le sue gelide e quelle del maggiore stranamente calde, forse era per questo che camminava sempre scalzo, il corpo di TaeHyung era bollente e JungKook se ne era reso conto ogni volta che lo aveva baciato, quando si era sdraiato accanto a lui nel letto o quando lo aveva abbracciato su quelle stesse scale. Le lacrime, senza nessun preavviso e permesso, avevano cominciato a scorrergli lungo le guance, salì di corsa l'ultima rampa e quando arrivò davanti alla porta prese quella piccola borsa ed entrò in casa, ne tirò fuori il maglione rosso, sopra vi era ancora l'odore del ragazzo dai capelli blu e JungKook inalandone il profumo si sentì sconfitto e perso; rabbiosamente si spogliò dei vestiti ancora umidi, che aveva indossato soltanto per accompagnare SeoJoon, strappò via le lenzuola del letto e raccattando tutto insieme a quell'indumento rosso gettò tutto dritti dentro la lavatrice. Compì ogni gesto come un automa, qualcuno che non si rendeva neanche conto di cosa stesse facendo, gli occhi colmi di lacrime ed il fiato spezzato dai singhiozzi, «Fanculo!», sputò quella parola contro sé stesso perchè ancora ci teneva, ancora non aveva imparato a lasciarsi scivolare addosso i momenti felici senza mai provare ad afferrarli perchè proprio come le sue lacrime se solo avesse provato a toccarle avrebbero soltanto lasciato un lieve ricorso di ciò che erano state.

Sarebbe rimasto a letto ancora un po', erano le sette, a scuola sarebbe dovuto andare solo verso le dieci ma qualcosa glielo impedì, un urlo disumano che proveniva dal bagno, «Jeon JungKook spero che tu sia solo e vestito in quella cazzo di stanza perché sto per entrare», la porta si spalancò mostrando un YoonGi furente.

«Cosa ti è successo hyung?», un indumento umido e rosa finì dritto sulle sue gambe facendolo sobbalzare per la sensazione di bagnato.

«Cos'è quello JungKook-ah?», c'era del nervosismo ma anche del divertimento nella voce del maggiore, come se si fosse già pentito di aver fatto irruzione nella stanza del più giovane alle sette del mattino.

Il moro fissò per un attimo la stoffa colorata per poi prenderla tra le mani, «È una tua t-shirt hyung» disse sbattendo le palpebre per capire se aveva messo bene a fuoco l'indumento.

Il maggiore sospirò, «E ti risulta che io abbia magliette rosa?»

JungKook era incredulo, che senso aveva tutto quel discorso a quell'ora del mattino? Cosa stava succedendo alla sua vita e perché tutti si ostinavano a farlo pentire di essere stato messo al mondo? «YoonGi hyung davvero non capisco cosa stai dicendo, ho dormito poco e non sono dell'umore giusto per gli indovinelli», il maknae sospirò arreso a quella situazione. forse si era meritato tutto quello che gli stava succedendo perché in una vita precedente aveva commesso qualcosa di davvero grave.

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