Non ascoltiamo le parole che gli adulti dicono: "siate felici", "siate felici"

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E tu già piangi,

siate felici dici

ma tu già piangi

JungKook stava fissando fuori dalla portafinestra già da alcuni minuti, una mano sotto la guancia che, premuta verso l'alto, lasciava intravedere i suoi denti bianchi e perfetti, un leggero rivolo di bava gli sfuggiva dalle labbra ed il ragazzo non faceva altro che chiedersi perché l'avesse lasciata aperta la sera precedente visto che adesso sentiva di avere il corpo intorpidito dal freddo e dalla posizione scomoda che aveva assunto durante la notte, anche l'idea di dormire completamente vestito non era stata delle più geniali; fuori dalla finestra la luce era ancora fioca questo voleva dire che era ancora presto e che lui avrebbe potuto dormire di più, allora perché si era svegliato pur sentendosi stanco ed a pezzi? L'odore delle innumerevoli piante presenti sui balconi era forte, tanto da riempirgli le narici e rilassarlo, così come si sentiva calmo, tranquillo e rilassato in quell'angolo di paradiso che aveva trovato nel parco che era solito frequentare, prese il cellulare che si trovava adagiato sul letto di fianco a lui e si voltò con la schiena sul materasso per controllarlo, erano le sei, la fitta che gli percorse la colonna vertebrale gli riportò alla mente quello che aveva fatto la sera precedente con SeoJoon, si alzò di scatto ignorando i dolori, strappò via le lenzuola dal letto gettando per terra il cellulare e si diresse in bagno deciso a cancellare il ricordo e le prove del suo mercificarsi, con l'acqua.

Si spogliò con rabbia tirando via i vestiti quasi strappandoli dal suo corpo e gettandoli nel mucchio che aveva già accartocciato vicino alla lavatrice, aveva dormito senza lavarsi e tutto sembrava puzzare di lui, di ipocrisia e di sesso. Non voleva guardarsi allo specchio sapeva già cosa ci avrebbe trovato riflesso, labbra martoriate ed occhi gonfi ed assenti ma proprio come la sera precedente – quando nonostante non avesse intenzione di vedere TaeHyung qualcosa lo aveva portato ad incontrarlo – una forza arcana e misteriosa lo spinse ad alzare lo sguardo, quello che vide non gli piacque, si morse il labbro fino ad aprire nuovamente la piccola ferita che si era procurato la sera precedente serrando la bocca per riuscire a sopportare il dolore, sul lato sinistro del collo un livido viola che avrebbe dovuto coprire con del fondotinta perché troppo evidente, come gli era passato per la testa di segnarlo come se fosse suo, un suo oggetto o peggio un suo amante? Le lacrime cominciarono a riempirgli gli occhi, JungKook si sentì improvvisamente fragile e lui odiava sentirsi così, lasciandosi sopraffare da un moto di rabbia strinse le mani in un pugno e colpì lo specchio fino a frantumarlo sotto le sue dita, aprì il getto dell'acqua calda e vi si immerse, le mani poggiate sulle piastrelle fredde e le braccia tese lasciavano intravedere le vene guizzanti e nervose, piccole gocce di sangue cominciavano a colargli dalle ferite e JungKook le seguì fino a quando non le vide toccare il freddo pavimento osservò per un attimo il suo corpo e subito si piegò sulle ginocchia abbracciandosi stretto per riuscire a calmare il tremore che lo stava pervadendo. Pensò di avere freddo non accorgendosi però che ogni tremore fosse un singhiozzo che scaturiva dalle sue labbra tormentate.

Il rumore del vetro in frantumi e dei singhiozzi di JungKook, di cui lui non si era curato, avevano raggiunto le orecchie dei suoi tre coinquilini che allarmati si precipitarono in bagno, quando la porta si aprì il moro non se ne accorse neanche, YoonGi rimase immobile per qualche istante, la stanza era piena di vapore tanto da impedirgli di respirare facilmente, quando vide il corpo del più giovane raggomitolato sotto il getto di acqua bollente, rosso e martoriato si slanciò verso di lui per spostare il miscelatore sul blu. «JungKook-ah che cazzo stai facendo?», la pelle era arrossata e bollente, YoonGi aveva quasi paura a toccarlo, «Vuoi ustionarti, stupido! Che cazzo stai facendo? Mettiti sotto il getto freddo per un paio di minuti, io intanto prendo il tuo asciugamano», YoonGi si guardò intorno, il lavandino era pieno di pezzi dello specchio appena frantumato dal minore, si voltò a guardargli le mani per qualche secondo notando subito i numerosi tagli ed il sangue – doveva occuparsene in fretta –, i suoi occhi viaggiarono sul resto del corpo del ragazzo e non gli sfuggì né il succhiotto né tanto meno i segni ormai lividi delle dita del suo amante sui fianchi, chiuse gli occhi sospirando sapeva cosa volessero dire quelle mani premute alla vita di JungKook e ne trovò conferma tra i vestiti abbandonati sul pavimento quando il suo sguardo cadde sui boxer sporchi di sangue. Con un solo passo fu sul corpo del più piccolo ancora stretto a sé stesso intento a singhiozzare senza freno e che non aveva detto una parola.

표류 Pyolyu - Andando Alla DerivaWhere stories live. Discover now