Non possiamo saperlo

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Gelo, preghiera

i tuoi occhi, di un

deluso dio

Quella mattina l'aneddoto del giorno che li avrebbe fatti ridere almeno fino a sera riguardava la pessima figura fatta da HoSeok quando, uscendo sul balcone in boxer aveva fatto scandalizzare la vecchietta che lo guardava esterrefatta tre finestre più in là. «Screanzato!», gli aveva urlato lanciandogli una ciabatta che poi JungKook aveva dovuto raccattare e riconsegnare alla legittima proprietaria dovendosi scusare con profondi inchini e le guance rosse come un peperone. «Non c'è proprio niente da ridere», continuava a protestare HoSeok, «Se mi avesse preso con quell'arnese mi avrebbe procurato un bernoccolo memorabile. Sarei potuto morire».

JiMin chiuse la porta di casa per incamminarsi verso la fermata dell'autobus continuando a tenersi la pancia dalle grasse risate mentre JungKook continuava a lamentarsi del suo atto eroico di aver restituito l'arma di distruzione di massa all'anziana signora, «Dovrei essere io a lamentarmi hyung, sono dovuto andare a casa sua, in pigiama, ed ho dovuto affrontare quella vecchietta che mi faceva una paura matta e che continuava ad urlarmi contro gesticolando, "Screanzati, screanzati e immorali, gioventù rovinata" diceva, e visto che non smetteva di sventolarmi quella ciabatta logora davanti agli occhi avrei fatto meglio a riconsegnargliela solo prima di andare via. Ogni volta che la avvicinava alla mia faccia avevo paura che mi prendesse dritto in fronte», ridevano ancora quando, arrivati all'ultima rampa di scale, incontrarono i vicini i quali, in silenzio, uno di fianco all'altro e con il volto scuro, risposero al saluto amichevole e sorridente dei tre con un semplice "buongiorno" di cortesia detto con un tono privo di ogni emozione.

«Quei due sembrano avere una scopa su per il», sussurrò il rosa cercando di farsi sentire soltanto dai suoi amici.

«JiMin-ssi!», lo interruppe prontamente il più piccolo, l'autobus quella mattina sembrava essere in ritardo e JiMin continuava a dire ogni sorta di cosa negativa sugli inquilini dell'appartamento 20 da quando li avevano incontrati, tanto che JungKook, esasperato da quel continuo chiacchiericcio, quando salì sul bus, indossò le cuffie per non doverlo più sentire.

TaeHyung sicuramente aveva sbagliato a non informarlo che fosse impegnato e per di più con uno dei professori della sua stessa università – cosa della quale l'altro non avrebbe potuto sapere ma questi erano soltanto dettagli – ma a lui quello strano ragazzo piaceva molto, con il suo sguardo assente, gli occhi grandi pieni di paura e quelle labbra che sembravano non essere capaci di fare più di un sorriso accennato.

Il ragazzo dai capelli blu come il cielo ed i piedi scalzi.

Il ragazzo capace di piangere davanti ad un estraneo senza vergognarsene.

Quando aprì gli occhi, ancora assorto nella musica che gli riempiva la testa facendogli così dimenticare i suoi problemi, JungKook riconobbe la macchina di BoGum che si fermava a cento metri dal cancello dell'università facendo scendere TaeHyung, perché? gli avrebbe fatto fare l'ultimo chilometro a piedi per non farsi vedere insieme? che fece così il restante tragitto a piedi, stretto nel suo capotto.

Quando l'autobus si fermò il più piccolo fece segno a JiMin di andare avanti e si diresse velocemente verso TaeHyung che sembrava camminare rassegnato come un condannato a morte fa mentre si muove verso il patibolo, stretto in quel cappotto che lo faceva sembrare piccolo ed indifeso, «Buongiorno hyung», gli urlò sorridendo nonostante la delusione di sapere che l'altro non fosse single e nonostante tutto e tutti.

TaeHyung lo guardò sorpreso, «Non ci eravamo già salutati?», tentennò un attimo, «Stamattina. Per le scale»

JungKook sorrise facendogli l'occhiolino, «Ti è sembrato un saluto quello di questa mattina?»

표류 Pyolyu - Andando Alla DerivaWhere stories live. Discover now