✄XXXVI✄

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Jackson pov.

Quella mattina arrivai a scuola ad un orario ragionevole, ne troppo tardi ne troppo presto.
Mi incamminai verso il mio armadietto giusto per perdere tempo, tanto non ci tenevo niente dentro.
O almeno così ricordavo.
Aprii l'anta e rimasi sorpreso nel vedere dentro svariati fogli, disegni e fotografie, e subito venni colto da un flashback.

Flashback
3 anni prima
Jackson pov.

Mi ritrovai a dover rifare la prima... quei simpaticoni dei professori avevano deciso di bocciarmi.
I primi giorni furono noiosi per me, in quei giorni ci facevano vedere la scuola e spiegavano come funzionasse. Nella noia in quei giorni mi misi ad osservare i miei futuri compagni di classe, e uno in particolare attirò la mia attenzione. Era un ragazzo con i capelli neri, basso e molto esile, vestito con dei jeans neri e una felpa oversize. Era molto carino, ma sembrava spaventato, ogni volta che qualcuno gli si avvicinava per fare amicizia lui lo respingeva. Era anche molto desiderato dalle ragazze, molte di loro non gli toglievano gli occhi di dosso e tentavano di approcciare con lui, ma lui rifiutava sempre ogni contatto con gli altri.
In quei giorni il mio sguardo cadeva continuamente su di lui, e a volte, stando attento a non essere notato da nessuno, gli facevo delle fotografie, che poi stampavo.
Passai il primo mese ad osservarlo da lontano, facendogli parecchie foto e in casi più rari abbozzavo dei disegni su di lui.
Dopo un mesetto mi decisi ad avvicinarmi a lui, e a differenza degli altri che ci avevano provato io non avrei accettato un rifiuto.
Quella mattina arrivai in classe un po' in ritardo, ma come sempre bastava un mio sguardo glaciale a spaventare i professori in modo che non mi dicessero niente per il ritardo. Invece di sedermi al mio solito posto all'ultimo banco, mi andai a sedere in prima fila, nel banco perennemente vuoto che era accanto al ragazzo.
Tutti mi guardarono stupiti, e subito dopo iniziarono a mormorare qualcosa che ignorai.
Gli misi una mano sulla spalla e lui velocemente si scansò e si voltò verso di me per guardarmi in faccia.
"Non stavo cercando di farti male..." dissi a bassa voce. Lui non mi rispose, ma si limitò a tornare a prestare attenzione alla lezione.
Per quel momento lo lasciai stare, e mi misi a non fare assolutamente niente.
Dopo un po' delle voci alle mie spalle attirarono la mia attenzione, e ascoltai il loro discorso.
"Tu li hai fatti compiti di storia?"
"Certo che li ho fatti, ma perché me lo chiedi?"
"Stai scherzando? Non hai sentito quello che ha detto la prof l'ultima volta? Ha detto che avrebbe messo il voto ai nostri compiti"
Sgranai gli occhi, come di consueto non avevo fatto i compiti, ma a differenza dell'anno precedente, questa volta non mi volevo assolutamente far bocciare di nuovo.
Afferrai il polso del ragazzo accanto a me, e lui cercò vanamente di divincolarsi dalla mia presa.
"Ti chiami Mark, giusto?"
Lui annuì un po' tremante.
"Hai fatto i compiti di storia?"
Nuovamente annuì, senza proferire parola. In effetti non avevo mai sentito la sua voce.
"Me li fai copiare?"
Questa volta non annuì, mi guardò immobile e in silenzio.
"È un 'no'?"
Annuì.
Cerchai di fargli cambiare idea facendo un'espressione imbronciata per intenerirlo, ma ancora una volta sembrava non provare emozioni nei miei confronti. L'unica emozione che avevo scaturito in lui fino a quel momento era fastidio.
Decisi di tentare un'ultima mossa, mi avvicinai e lo strinsi in un abbraccio, ma la sua reazione fu completamente inaspettata, iniziò a tremare e notai delle lacrime silenziose solcare il suo volto. Quella vista mi spezzò il cuore, vederlo piangere, soprattutto per colpa mia, mi feriva.
Velocemente asciugai le sue lacrime in modo che nessuno se ne accorgesse.
Lo guardai in silenzio, e lui ancora tremante estrasse dal suo zaino un quaderno e lo appoggiò sul mio banco.

Qualche giorno dopo arrivai in orario in classe, e vidi che i banchi erano separati e tutti stavano nervosamente leggendo un libro di una qualche materia che non ricordavo. Mi sedetti nel banco più vicino a Mark e gli misi una mano sulla spalla.
"C'è una verifica oggi?"
Lui mi guardò con uno sguardo leggermente spaventato e annuì.
"Di che materia?" Gli chiesi.
In risposta lui prese un libro scolastico e me lo mostrò, io lo guardai spaesato "non ho mai visto un libro del genere... che materia è?"
Mark abbassò lo sguardo e con una voce flebile parlò "biologia"
Rimasi estasiato dalla sua voce, era la prima volta che lo sentivo parlare.
"Hai una voce meravigliosa" mi lasciai sfuggire, ma il mio commento non fu gradito, infatti Mark si voltò di scatto ignorandomi.
Sospirai e tornai a guardare davanti a me, la professoressa era entrata in classe e aveva già iniziato a distribuire le verifiche.

✦нατє нiм-ℓσvє нiм✦ GOT7Where stories live. Discover now