30. La fine o l'inizio? - II Parte

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STEVEN

Ancora mezzo addormentato, afferrai il cellulare dal comodino, stava suonando già da qualche minuto... Senza guardare il mittente, feci scorrere il dito sul tasto verde della chiamata. Poco dopo comparve sul riquadro il viso un po' sgranato di Kristin. Una videochiamata! Mi sollevai dal letto in fretta e accesi la luce dell'abatjour.

«Stavi dormendo?» domandò allegra.

«No, tranquilla. Lì è ancora giorno?» Restai imbambolato a fissare il suo viso, anche se non era proprio vivida l'immagine, potevo comunque notare alcuni residui di pianto attorno agli occhi leggermente gonfi.

«Sono le cinque del pomeriggio, mi dispiace di averti disturbato, ma volevo presentarti una persona...» annunciò con un sorriso dolce ed emozionato. Spostò poi l'inquadratura del telefono verso un signore anziano che le somigliava molto. «Steven, lui è mio nonno Hernan. Nonno, lui è Steven.»

«Piacere» dissi imbarazzato, ma felice di conoscere una delle persone più importanti per Kristin.

«Ti sei scelto proprio un bel ragazzo» commentò suo nonno, quasi come se non potessi ascoltarlo. Sentii Kristin ridere di gusto e ringraziarlo a bassa voce.

Rimanemmo poi a studiarci con interesse per qualche minuto. Lo vidi più volte avvicinarsi allo schermo e sistemarsi bene gli occhiali; scorsi in quegli occhi marroni lo stesso sguardo curioso della mia ragazza. Come lei aveva la carnagione scura, la forma del viso rotonda, la fronte spaziosa e un sorriso simpatico e contagioso. Certo, il suo volto era quello di un uomo segnato dalla vecchiaia, c'erano parecchie macchie cutanee e linee profonde sulla fronte e attorno alla bocca, ma si somigliavano molto ed entrambi erano illuminati dallo stesso spirito combattivo.

«Come sta?» domandai per spezzare il silenzio.

«Potrei stare meglio, ma sono contento di avere mia nipote qui con me» mi spiegò, guardando poi la ragazza con tenerezza. «E finalmente posso conoscere anche il ragazzo che me l'ha rapita» aggiunse, tornando a fissare lo schermo.

«Lei dice?»

«Beh, sono due giorni che non fa altro che parlarmi di te, mi ha fatto una testa cubica sul suo principe» scherzò, strappandomi una risata.

«Dai, nonno!»

«Cosa c'è? Vorresti dire che non è così?» le domandò divertito e avrei tanto voluto vedere anch'io il viso della mia ragazza in quel preciso istante. «Sei fortunato» si rivolse di nuovo a me.

«Lo so, e anche tanto, non me la merito» confessai in difficoltà.

«Se te la meriti o no, dipenderà tutto da te.» Il suo più che consiglio suonava tanto come una minaccia: non dovevo far soffrire più sua nipote. Glielo leggevo nello sguardo severo che c'era qualcosa di me che non gli piaceva.

«Cercherò di fare il possibile per guadagnarmi l'amore di sua nipote, promesso.»

«Bene, lo spero!» Tornò a sorridere, togliendomi dall'imbarazzo, ma non dai sensi di colpa che ancora provavo. «Ma ora parliamo di cose belle, quando hai intenzione di sposarla?» Per poco non soffocai con la mia stessa saliva.

«Nonno!» urlò ancora Kristin, doveva aver avuto la mia stessa reazione anche lei, nessuno dei due si aspettava una domanda simile.

«Lasciami parlare, principessina, fammi conoscere meglio il tuo ragazzo» la interruppe.

«Comunque...» esordii, fissando lo schermo con timidezza e percependo le guance scottare. «Sicuramente in futuro mi farà piacere sposare sua nipote, ma per ora voglio andare con calma con lei. In passato abbiamo corso troppo, ferendoci a vicenda. È stato come affrontare le montagne russe, un percorso spinoso, che ha messo alla prova entrambi» confessai dispiaciuto per gli errori che avevo commesso, per le lacrime che avevo fatto versare a Kristin, per quelle che avevo versato io. «Adesso desidero soltanto conoscere meglio la ragazza accanto a lei, entrare nel suo mondo, se me lo permetterà, e fare qualsiasi cosa per farlo diventare anche mio quel mondo. Non so se mi sono spiegato...» dichiarai, avvertendo il cuore battere all'impazzata.

Quella rosa tra i capelliWhere stories live. Discover now