8. Piccolo koala

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STEVEN

Era cambiato tutto, proprio da quel pomeriggio in cui per la prima volta mi ero spogliato dai timori e i dubbi. Con Kristin stavo scoprendo tappa dopo tappa cosa fosse davvero l'amore. Non era più un sentimento non corrisposto, questa volta non lo era. Potevo finalmente provare anch'io quell'emozione che tutti decantavano. Potevo accarezzare e baciare una donna che mi amava e non desiderava altro che essere ricambiata. Dentro di me sentivo nascere una nuova consapevolezza: la speranza di poter davvero dimenticare il passato, forse perché quel pomeriggio ci ero riuscito e potevo farcela ancora.

Erano passati pochi giorni, ma mi era mancata tantissimo Kristin, così, quando la vidi aprire il portoncino di casa, corsi verso di lei e l'attirai a me. Mi era mancato respirare il suo profumo, sfiorare la pelle morbida ed essere solleticato dai capelli mossi. Le baciai dolcemente il collo e poi le labbra, avvertendo il desiderio crescere in me, la volevo, tutto di lei mi mancava, ma non ero lì per quello, non in quel momento almeno.

Mi sarebbe invece piaciuto trascorrere un venerdì sera come facevano anche altri ragazzi della nostra età. Portarla per le vie affollate di quella cittadina sempre fiorita e colorata, mangiare un gelato sulle sponde del Liffey e parlare di tutto ciò che non ci eravamo detti in quella settimana. Non sapevo se l'amavo o meno, ma lei per me era importante e non volevo perdere altro tempo a pensare a un'altra, anche se l'altra era la donna che avevo amato per anni di nascosto.

«Allora, dove vuole andare?» le dissi, staccandomi da lei a malincuore.

«Ho individuato un negozietto di biciclette, le andrebbe di raggiungerlo, mio cavaliere?» rispose ridendo e non poteva nemmeno immaginare com'erano belle le sue guance quando sorrideva, diventavano ancora più paffute.

«Così sono il tuo cavaliere?» domandai baciandole proprio una guancia.

«Sì, lo sei sempre» continuò a sorridere, facendo risplendere anche i suoi occhi da cerbiatta.

«Ok, allora la porto al negozio di biciclette. A proposito, cos'è questa novità? Non mi hai accennato nulla prima» appurai poi tornando serio.

«Quello perché volevo farti una sorpresa...» Mi prese per mano e mi spinse in direzione del negozietto. «Sono stata assunta in una scuola di danza!»

«E me lo dici così?» Mi immobilizzai sorpreso e contento per quella notizia. Sapevo che negli ultimi giorni aveva ricevuto una chiamata da un uomo e che quest'ultimo le aveva chiesto un colloquio per parlarle di persona, ma non mi aveva detto tutto il resto...

«Sì, perché?»

«E brava la mia ballerina...» conclusi maliziosamente, ribaciandola ancora, quelle labbra erano una tentazione.

«Basta adesso, altrimenti giuro che torno indietro e ti chiudo di nuovo nella mia stanza» mi minacciò ironica.

«Va bene, andiamo, sono il suo prigioniero.» E la baciai ancora.

«Dai! Non vale provocarmi così! Su forza, mi serve una bicicletta!»

Cominciò a camminare a passo spedito, quando voleva qualcosa non c'era verso di distrarla dal suo obiettivo, del resto aveva fatto così anche con me. Ridendo la raggiunsi e l'afferrai per una mano, volevo che tutti sapessero che quella ragazza splendida apparteneva a me e a nessun altro.

«Come mai vuoi una bicicletta?» chiesi poi curioso.

«Mi serve per raggiungere il posto di lavoro, non è lontano, ma con l'autobus ci impiego troppo tempo e sai benissimo quanto io sia ritardataria.»

«Confermo, prima stavo familiarizzando con il portoncino di casa tua.»

«Ed era simpatico?»

Quella rosa tra i capelliWhere stories live. Discover now