22. Ispirazioni notturne

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STEVEN

Quella sera tornai a casa infuriato, arrabbiato con me e con il mondo intero. Pensavo che andare al corso di tango mi avrebbe aiutato a chiarire la situazione tra me e Kristin. Pensavo fosse un passo per potermi riavvicinare a lei, invece avevo peggiorato tutto con le mie paranoie. E lei poi? Non aveva né smentito né confermato la relazione con quel Ryan e la cosa mi faceva impazzire di gelosia. Io l'amavo, ma lei non mi voleva, mi respingeva, non era sincera e mi rimproverava per tutto.

Nervoso presi il cellulare dalla tasca e iniziai a scrivere, cancellare e riscrivere un messaggio carico di rammarico. Volevo farle sapere come mi sentivo, volevo dirle che la detestavo per come mi aveva trattato, che le sue parole erano state ingiuste e cattive, ma poi, quando si trattò di premere il pulsante invio, le lacrime mi annebbiarono la vista, l'insicurezza e la paura si fecero spazio dentro di me, finii così per scaraventare il cellulare a terra senza nemmeno inviare il messaggio.

Erano tante le emozioni che stavo provando, contrastanti e forti come non le avevo mai sentite. L'amavo e la disprezzavo allo stesso tempo, ero arrabbiato, confuso, ma anche spaventato. Non volevo perderla e immaginarla con un altro mi faceva stare così tanto male che non riuscivo più a ragionare in maniera lucida. Forse aveva ragione a dirmi che la gelosia mi rendeva ridicolo, ma mai e poi mai l'avrei ferita come aveva fatto lei con le parole. Mai...

«Sei triste perché hai litigato con Kristin?» La voce della piccola Marie mi fece trasalire. Mi asciugai le lacrime velocemente e la guardai avvicinarsi con il suo peluche preferito tra le mani.

«Ehi, cosa ci fai sveglia a quest'ora? Non dovresti stare a letto?» Abbassò lo sguardo a terra imbarazzata e fece spallucce.

«Hai lasciato la porta aperta e ti ho sentito piangere. La mamma quando litiga con papà piange sempre, ho pensato che fosse così anche per te...» Le sorrisi, intenerito dalle sue parole e dallo sguardo intristito. «Solo che tu sei maschio e alto, e grande, come il mio papà... Lui non piange mai, nemmeno quando si fa male.»

«Tuo padre deve essere più forte di me allora.» Mi soffiai il naso e la invitai a sedersi accanto a me. Mi raggiunse mettendo però tra me e lei un bel po' di distanza.

«Ma hai i muscoli» aggiunse dubbiosa.

«Beh, i muscoli ti rendono forte solo fisicamente» tentai di spiegarle. «Mentre quando litighi con qualcuno che ami tanto, soffri con il cuore.»

«Ma se vi amate tanto perché litigate?» Bella domanda la sua, non era facile purtroppo spiegare a una bambina come funzionassero gli ingranaggi del cuore.

«Perché a volte le incomprensioni possono essere così grandi da supere il bene.»

«Cosa significa? Non vi volete bene abbastanza? Ma non avevi detto che quando ami tanto una persona il cuore sta male?» Scoppiai a ridere, in effetti eravamo parecchio incoerenti noi adulti.

«Hai ragione, non bisognerebbe discutere con la persona che ami, ma spesso non è così semplice, quando sarai più grande capirai meglio.» Arricciò il naso, pareva quasi offesa.

«Uhm, anche la mamma dice così, ma a me sembra tanto una scusa» dichiarò con disapprovazione.

«Vediamo come posso spiegartela... Quando ci si ama, si può involontariamente ferire e purtroppo molte delle volte ce ne rendiamo conto quand'è troppo tardi.»

«E non puoi chiederle scusa? A me Kristin sta simpatica» mormorò con dolcezza, avrei voluto che fosse così facile come pensava, ma non lo era...

«Hai ragione, dovrei chiederle scusa per tante cose. Per quello che non ho fatto, per come l'ho trattata, per le parole che ho pronunciato stasera senza pensarci, dovrei chiederle scusa per non aver ricambiato da subito il suo amore...»

Quella rosa tra i capelliTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang