5. Prime incomprensioni

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Angolo autrice: 

Salve, questo è un angolo autrice un po' insolito, generalmente preferisco scrivere a fine capitolo i miei pensieri, ma oggi prima di pubblicare ci tenevo a farvi gli auguri con estremo ritardo per questo inizio di anno. Spero davvero che abbiate trascorso delle buone feste, mi dispiace di non aver pubblicato capitoli in queste due settimane, ma tra le festività e alcuni impegni extra non sono riuscita a dedicarmi alla scrittura. Ora però sono pronta a rimettermi all'opera con questa storia e infatti ho pensato di postarvi un capitolo su Kristin e un altro su Steven venerdì ♥ . 

Vi ringrazio per la vostra pazienza, per la gentilezza di alcune di voi, per i vostri commenti, stelline, per ogni minimo gesto, grazie a tutti e buona lettura 😍!

Vi ringrazio per la vostra pazienza, per la gentilezza di alcune di voi, per i vostri commenti, stelline, per ogni minimo gesto, grazie a tutti e buona lettura 😍!

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KRISTIN

Quando aprii la porta d'ingresso, ritrovai la cucina in penombra, nonostante fuori ci fosse una bella giornata, casa nostra sembrava una caverna. Tuttavia in mezzo a quell'oscurità spiccava, illuminata da una luce fioca, la chioma rosso fuoco di Leah. Incorniciava lo schermo del suo pc, le sue dita invece ticchettavano sulla tastiera a una velocità assurda. Senza far rumore chiusi la porta alle mie spalle, liberandomi poi della giacca. Non era la prima volta che la scorgevo a scrivere e, benché vivessimo nello stesso appartamento, non ero riuscita a strapparle nemmeno una parola sui suoi studi universitari.

Posai le mie cose sul divano e mi sedetti accanto a lei, riposando per qualche secondo le gambe. Avevo trascorso metà mattinata a camminare per raggiungere un'enoteca dove avevo presentato il mio curriculum e l'altra metà per tornare a casa. Avevo evitato di prendere il bus per poter guardare da vicino le vetrine dei negozi, forse alla ricerca insana di qualche annuncio.

«Sono stanchissima...» esordii, sbuffando. «Mi sono fermata al supermercato ho preso un pollo già pronto in gastronomia, potremmo mangiarlo a pranzo con un po' di insalata, che ne dici?»

Leah alzò per qualche secondo gli occhi dalla tastiera e con le dita si tirò su gli occhiali, studiando il mio volto.

«Uhm... va bene» rispose per poi tornare a scrivere con meno velocità, come se in qualche modo non riuscisse più a riprendere lo stesso ritmo.

«Per te va bene se alzo un po' la tapparella?» proposi, tentando di dare luminosità alla stanza.

«Fai come vuoi, anche se preferisco il buio e il silenzio.»

Schietta la ragazza.

Mi alzai dalla sedia e come compromesso per una buona convivenza la sollevai solo a metà, in modo da far penetrare una luce più soffusa. Per lo stare in silenzio, ci avrei lavorato, ma prima volevo prepararmi un po' di caffè, ne avevo proprio bisogno.

Presi allora la piccola moca italiana e la svitai lentamente, per non far rumore. Con la coda dell'occhio lanciai uno sguardo sulla schermata del pc: era aperta una pagina di Word. Non volevo curiosare troppo, così rivolsi le mie attenzioni al caffè; lo cercai tra i tanti barattoli riposti sulle mensole, senza però trovarlo.

Quella rosa tra i capelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora