Capitolo 40 "l'ultima battaglia"

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Sentivo il battito accelerato del mio cuore, mi risollevai dal fatto che ancora battesse. MoonRed sedeva sul suo trono di legno fumante, come sedeva Lucifero all'inferno. Testa alta, busto eretto, godeva a pieno. Bramava quel momento da troppi anni. Con sorriso malvagio e con sopracciglia alte, teneva stretti tra le sue fauci ben quattro anime. Akilah, Peter e Melody che giacevano sul freddo marmo, legati ed imbavagliati da due grosse foglie di spine intrecciate. Alfea, il sole, era inginocchiata davanti al suo trono, con gambe inchiodate al pavimento. Singhiozzava e malediva sua sorella, se si poteva chiamar così. Il nostro piano divenne la nostra vera trappola, ci portò solo davanti al volto di MoonRed. Cercai di divincolarmi da quelle foglie che trattenevano i miei polsi, ma fu inutile. Con le lacrime agli occhi, ritentai per la millesima volta, non c'era più via di scampo.

<<Benvenuti miei cari amici>> Esordì MoonRed, spalancando le braccia in modo teatrale.

<<Oggi è un grande giorno, oggi è il giorno della resurrezione. Ebbene sì miei cari ragazzi, oggi verrà versata l'ultima goccia di sangue della dinastia della luna, l'ultima erede al trono di MoonDust e dell'intero universo morirà! E sarò propio io a farlo. Ucciderò mia figlia, la mia unica figlia, per riottenere gloria e vita eterna>> Annunciò la luna, alzandosi dal suo trono fumante. Con passo lento si avvicinò al mio corpo, legato sul gelido marmo.

<<Sei scappata troppe volte dalle mie mani, Susan Blue! Sono stata così ceca, così stupida da non vedere quello che mi nascondeva tuo padre, Fosco Blue. Come sono contenta che ora la sua anima brucia all'inferno!>> Al suono di quelle parole digrignai i denti e mi dimenai ancor più forte, sperando che quelle catene si sciogliessero per staccarle la testa.

<<Tutto ebbe inizio un giorno d'estate, quando mi incamminai per GreenMoon>> Continuò MoonRed. <<Vidi la tua casa, vidi Fosco che costruiva una culla di legno, vidi la tua dolce e finta madre. Cuciva un piccolo e tenero cappellino rosa. Incuriosita da quegli strani oggetti, scorsi ancor più da vicino quella famigliola e il mio occhio cadde su una bambina dagli occhi chiari. Sedeva sul grosso letto della piccola casa e giocava con una bambolina di pezza. Il mio cuore si intenerì alla vista di quella meravigliosa creatura, innamorata dalla sua bellezza, le accarezzai un piedino e gli occhi della Bambina mi guardarono. Un gelido vento mi trapassò le ossa. Nessuno poteva vedermi, ero solo un fugace fascio di luce per gli umani ma per Quella bambina no! Cercai di andar via da quella casa ma la bambina impaurita, mi indicò, scoppiando a piangere. Lei mi vedeva, lei captava le mie emozioni, i miei pensieri. Sapeva leggermi dentro. Allora capii. Solo lei poteva farlo, poteva farlo perché era mia figlia, l'ultima erede al trono>>

MoonRed abbassò gli occhi, annullando il contatto visivo che si era creato tra me e lei, come se quel ricordo ancora la corrodesse dentro.

<<Allora ti diedi la caccia, cercai in tutti i modi di ucciderti ma astuzia e fortuna erano dalla tua parte. L'unico modo per averti era battezzarti nel giorno del giudizio. Ma sappiamo che la storia finì in un altro modo...>> La luna gettò un'occhiata assassina alla povera Melody, imbavagliata, in fondo alla stanza.

<<Ma ora ti ho qui, dopo tutti questi anni ti ho sotto i miei piedi. Posso schiacciarti e sentire i tuoi lamenti>> Alzò una gamba e il tacco affusolato delle sue scarpe si conficcò dritto dritto nella mia schiena. Urlai con tutto il dolore che avevo nel corpo.

<<Posso stringerti e sentire la tua carne...>> Mi prese il viso tra le mani e lo strinse forte, facendomi respirare a malapena.

<<Posso ucciderti e sentire il tuo profumo di morte>> Annunciate quelle parole, MoonRed prese un piccolo coltellino, che stringeva dietro la schiena, e lo alzò al cielo. sotto di esso, il mio corpo istintivamente si irrigidì. Annullai il contatto visivo tra me e mia madre e chiusi gli occhi.

MoonRedWhere stories live. Discover now