CAPITOLO 5 "Peter"

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Sgattaiolammo di nascosto sotto gli occhi delle signore e attraversammo velocemente il corridoio, ormai scampato il pericolo ci catapultammo nell'aula di scrittura antica, stavano iniziando le lezioni!.

Passate le lezioni andammo nel cortile interno dell'istituto.

Ci sedemmo nella fontanella al centro dell'area.
Piccoli spruzzi d'acqua schizzavano allegri schiantandosi sulla nostra nuca, il marmo che rivestiva il muretto della fontana era freddo e ghiacciato.

Il cortile quel giorno era molto popolato, c'erano ragazzine che giocavano a rincorrersi, alcune giocavano a campana, altre con la corda o con le bambole.
Le più grandi come noi, invece, se ne stavano in piccoli gruppetti. C'era chi sparlava, chi ridacchiava o chi cercava di spiare l'istituto maschile alle nostre spalle.
Bastava solo arrampicarsi sulla grata fino ad arrivare sopra il grigio muro di pietra che ci divideva.

-Susan! Mi stai ascoltando?-

gridò Natasha, sventolando la sua grossa mano davanti al mio naso, scrollandomi dai miei pensieri.

Natasha era una ragazza bassa e secca come un filo d'erba.
Aveva i capelli rossi come il rame e molto arruffati per il semplice fatto che non li voleva mai pettinare.
I suoi incisivi erano lunghi e larghi, sembrava un piccolo coniglio.
Non andavamo molto d'accordo ma purtroppo eravamo una "famiglia"... dopotutto...

-Scusa Natasha non ti stavo ascoltando, cosa mi stavi chiedendo?-

Coniglio rosso sbuffò con gli occhi al cielo

-come! Fai sul serio? Ieri mi avevi promesso che di mattina all'alba mi facevi copiare gli esercizi di scrittura antica! Ma stamattina non c'eri ovviamente!-

Non doveva sapere nulla di tutto ciò che era accaduto poche ore fa, se l'avesse saputo l'avrebbe spifferato a Miss Margaret.

-Stamattina ho avuto ... eeh ...MALDIPANCIA! (inventai ansiosa) Quindi sono andata dal medico giù in paese ... e mi ha dato un medicina ... ora sto bene però..-

Farfugliai ancora più ansiosa di prima, lo sguardo di Nathasa si fece minaccioso, poi di botto divenne un peperoncino ed espose urlando.

-HO PRESO 4 PER COLPA TUA BRUTTA SCEMA!-

Stavo per darle un pugno ma cercai di invocare tutto l'autocontrollo possibile che mi fluiva nel corpo.

Per sua fortuna lo trovai!

Melody mi strinse la mano cercando di tranquillizzarmi, ma ahimè, l'unica cosa che poteva calmarmi in quel momento, era vedere la sua stupida faccia scaraventata a terra. Eliminai l'immagine violenta dalla mia mente e me ne andai altezzosa senza degnarla di uno sguardo.
Melody non mi seguì, cercò di calmare anche coniglio rosso.

Odiavo quel posto! Odiavo tutti! Perché ero nata orfana? Perché la mia vita roteava attorno a quelle stupide mura di solitudine e malinconia?, perché!. Diedi un calcio ad un sassolino infuriata. il sasso volò dall'altra parte, scaraventandosi sopra lo scalino della scala che portava al terrazzo dell'orfanotrofio, che si trovava molto, ma molto lontano dal cortine...

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