CAPITOLO 6 "l'ultimo abbraccio"

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Erano le 14.00 del pomeriggio.

il nervosismo si faceva sentire.

Ero nel mio letto, nel dormitorio e mi stavo controllando i capelli neri intrecciati per la decima volta.

Presi lo specchietto ormai arrugginito e cercai di stendere un velo di rossetto rosso, rubato da Madama Dott mesi fa.

Non indossavo la divisa dell'orfanotrofio ma un bel vestitino di seta bianco stretto sulla vita e largo sui fianchi con sopra un grembiule nero in pizzo.

Presi le lunghe calze di pizzo bianche e le infilai con cura, poi sotto di esse indossai le scarpe più belle che avevo, erano nere laccate.

Mi sentivo bella, di rado provavo questa strana soddisfazione.

Preparai uno zainetto rimboccandolo di panini, rubati a mensa, acqua e qualche barretta di cioccolato.

Presi lo zaino e me lo caricai sulle spalle, nel momento in cui misi piede fuori il balcone entrò Melody, mi ero scordata di lei!

-Hey dove vai così bella?- Chiese con una nota di stupore.

-Ehm... sto uscendo con ... Peter-

Il suo volto si indurì.

-Ancora lui Susan? Dopo tutto quello che ti ha fatto!-

Odiavo quando mi rinfacciava le cose ed odiavo il fatto che non accettava la nostra relazione!.

-Andiamo a fare un Pic-nic tranquilla ... nulla di più.-

Gli dissi con sicurezza.

-Fa quello che vuoi!-

Dicendo così prese un pacchetto che aveva sopra il suo letto e nervosa cercò di uscire, ma la fermai tirandola per un braccio.

-hey ma si può sapere che ti prende?-

Melody mi guardò con una fitta di dolore.

-Hai ragione, scusa Susan ... sono, sono solo-

Si buttò sul mio petto e scoppiò in lacrime.

Non sapevo cosa le era successo, mi spaventai.

-Melody che hai? Non piangere, parliamone insieme.-

Si staccò da me e si asciugò le lacrime, mi prese la mano e mi fece cenno di sedermi sul suo letto.

Malgrado gli occhi gonfi e le guance rigate, il suo viso angelico era sempre mirifico.

iniziò a parlare.

-Ho saputo che sarà a giorni il battesimo, tra oggi e domani ... -

La sua voce era tremante come le sue mani.

-ho paura che sarò io la prescelta o toccherà a te ... fatto sta che ci separeremo. Quindi quando ti ho vista uscire con lui, così bella, così felice...  ho provato un senso di gelosia, ho paura che oggi o meglio, che questo momento sia l'ultimo passato insieme-

Le presi le mani e scossa da quelle parole mi uscì una lacrima che strisciò sulla mia guancia e cadde sul pavimento gelido.

-Melody, io non ti lascerò MAI comunque vada. Ti prometto che ti starò vicino sino all'ultimo momento, puoi contare su di me, credimi.-

Fece un sorriso triste, come se anche lei sapesse che se la situazione fosse andata male la nostra amicizia si sarebbe comunque divisa.

Ma l'importante era la speranza, l'unica salvezza che ci faceva andare avanti.

-Grazie.-

Disse soltanto.

Rimanemmo abbracciate per pochi minuti, il tempo che i suoi singhiozzi si fossero placati, poi si fece coraggio e parlò.

-Non ti fa paura l'ignoto, Cosa succederà quel giorno? -

Un fitta al cuore provocò uno squarcio sul mio petto, mi venne in mente mia sorella. Strappata dalla sua vita e condannata al suo destino.

Basta! Era inutile guardare il passato! Dovevo vivere il presente!

-Melody, qualunque cosa succederà noi saremmo in grado di affrontarla, insieme-

Mi guardò con i suoi occhioni celesti e mi abbracciò forte.

Poi prese il pacchettino che nascondeva dietro la schiena e me lo porse. Era rivestito da una carta rosa, colorata da tanti pastelli di tonalità diverse. La strappai via e trovai un piccolo braccialetto giallo, con tante perline a forma di girasoli.

-Ti piace? L'ho fatto io!-

Lo indossai subito e gli diedi un abbraccio soffocante. Scoppiammo a ridere.

-Comunque vada Susan, questo bracciale è un pezzetto di me.-

Mi veniva da piangere, come poteva una persona comune entrare nel tuo cuore e non uscirne mai più!

Non avevo nulla con me, allora presi un pezzettino di pizzo bianco del mio vestito, lo strappai e glielo avvolsi nel polso, lo fermai con un fiocco.

-Non è bello come il tuo ma ...-

-È perfetto.-

sorrise emozionata.                                
Dopo il lungo confessionale, Susan si alzò dal letto e allisciando con cura il suo vestito andò alla porta, mi fece l'occhiolino e sparì. Sospirai stanca di tutti i brutti pensieri che si agitavano come un mare in tempesta nella mente.                                  Guardai l'ora.                                          
Erano le 15:00!

Presi lo zainetto e sfrecciai verso il balcone, aprì la porta finestra ed una brezza d'aria fresca fece volar via tutte le mie preoccupazioni.

Andai alla fine del balcone, confinava con un piccolo muretto di mattoni rossi che divideva l'altra stanza, allora, poggiai il piede sinistro sul muretto e mi arrampicai goffamente tenendomi stretta al tubo dell'acqua attaccato ai bordi del tetto sopra di me.

Mi arrampicai sulle tegole del tetto ed in bilico aiutandomi con le mani lo scalai. Arrivai al comignolo che buttava fumo e lo abbracciai a mó di appiglio e sbuffai stanca.

Ero molto in alto e stavo rischiando la vita.

-SUSAN!-

Mi girai di scatto!
Peter era dietro di me!

MoonRedWhere stories live. Discover now