Capitolo 32 "un desiderio tagliente"

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SUSAN

La ferita era troppo profonda. Alex stava morendo. Bloccai l'emorragia con le mani, cercando di fermarla o almeno arginarla.

<<Susan è-è troppo tar-di->> Scandì Alex con le lacrime agli occhi ma con un sorriso in volto. Sembrava come se stesse accettando la sua morte.

<<No! No! Non ti lascerò morire!>> Singhiozzai premendo nella piaga uno straccio nuovo, l'altro era troppo imbevuto di sangue. Feci pressione sullo squarcio.

<<Susan va-a bene così, non c'è nu-nulla da fa-re!>> Fece scivolare una mano sul mio volto. Era calda, sembrava lava. Non mi potevo arrendere, dovevo salvarlo! Frugai, alla ricerca di ago e filo, dentro la bisaccia che tenevo sulle spalle. Iniziai a ricucire la ferita. I singulti di Alex aumentarono sempre di più. Strinse i denti e alzò le pupille al cielo. Stava soffrendo troppo, mi piangeva il cuore a forza di vederlo così. Urlò, staccando il bacino dal terreno.

<<Ho-ho fatto, manca solo l'ultimo punto...>> Farfugliai, cercando di aiutarlo almeno con le parole. Ma le parole non erano bende... La ferita era ricucita, il sangue scorreva meno  violento. I suoi battiti divennero regolari e il suo respiro si stabilizzò. Mi lasciai ricadere sull'erba del bosco intorno a me. Buttai un respiro si sollievo. Avevo appena salvato la vita ad Alex

...............

<<Dove-dove siamo?>> Chiese dopo poche ore, guardandosi intorno. Aveva riacquistato la vista, era un buon segno

<<Dopo che le acque del lago ci hanno risucchiato siamo precipitati dentro questo bosco. Non so bene dove siamo... credo che siamo giunti nella brughiera del perdono. Il luogo dove le anime di mezzo lasciano il limbo, una sorta di perdono dalla luna... per questo si chiama così>> Indicai il bosco intorno a noi. Tanti alberi dall'aria cupa si innalzavano maestosi sopra le nostre teste e, come vortici di spire, andavano ad intrecciarsi verso le  alte nuvole del cielo nero. L'erba era scura ma piena di fiori luminosi. Sembravano lucciole con i petali. Un venticello fresco e frizzante mi accarezzò il collo scoperto. Sembrava che quel luogo fosse il fulcro della vita. Come se celasse alla valle di Bloodless tutti i suoi più bramosi desideri, tenendoglieli nascosti. Come se quella fosse giustizia... Come se la luna volesse insegnargli qualcosa... Strappava la vita solo per capriccio e la sotterrava negli inferi...

<<Dove-dove sono gli altri?>> Chiese Alex preoccupato.

Abbassai lo sguardo. <<Quando ti ho messo in salvo ho abbandonato il duello... e anche loro... dovrebbero arrivare a minuti, se non atterrano entro questa notte vorrà dire che non ce l'hanno fatta...>> Deglutii, soffocando le lacrime. Solo al pensiero di non vedere più Atreio mi dava ribrezzo.. Non poteva morire! Non a causa mia... Se solo avessi combattuto anche io al loro fianco... se solo fossi riuscita a salvare tutti...

<<Alex... chi erano quegli uomini?>> Chiesi dopo un pò.

<<Gli stessi che hanno attaccato la nave, è l'esercito di MoonRed. Pri-prima che il veliero affondasse. Io e-ero il braccio destro di Capitan Rum.. sì, lustravo i pavimenti e luci-davo l'argento, ma ero l'unico uomo di fiducia lì sopra! Quel giorno, quando tu ed Atreio siete saliti a bordo, Capitan Rum mi di-sse che era un pericolo portarvi con noi... >>

<<Perché?>> Chiesi con il cuore in gola.

<<La luna vi cer-cercava...>> Dichiarò tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi.

<<So che la luna mi sta cercando... è per la storia del battesimo... ma tu già lo sai (il ragazzo annuì) però, perché Atreio?... perché cercava Atreio?>> Il ragazzo si guardò intorno, accertandosi che nessuno ci stesse sentendo.

<<MoonRed lo vuole morto! Sa-sa dei nostri piani! (fece un respiro profondo riprendendo fiato) Pensa Susan, come sapeva del nostro spostamento stamani? Come ha scoperto del vostro avvicinamento alla nave quattro giorni fa?>> Allora capii. La luna sapeva tutto... sapeva le nostre azioni, soppesava le nostre mosse con astuzia e prudenza. Si accertava di ogni passo falso che commettevamo. Come se fosse il narratore onnisciente della nostra vita, conosceva le nostre emozioni, il nostro passato, il nostro presente ed il nostro futuro.

<<Basta pensare, Susan. Ti logorerà so-lo il cervello... fam-mi compagnia?>> Indicò con una mano il lato vicino al suo fianco.

<<Hai mai visto una stella cadente?>> Chiese con sforzo, scandendo bene le parole a causa del dolore che provava.

<<No... all'istituto era proibito uscire al chiaro di luna...>> Rammendai quel evento con una nota di tristezza.

<<Oggi è-è il tuo giorno fortunato, sdraiati vicino a me...>> Presi posto accanto al suo fianco. Il cielo notturno era ricoperto di stelle. Erano piccole ma luminose, coloravano di luce quella tela nera, ormai senza anima.

<<Pensi che una stella di quelle sia Jonah?>> Chiesi con rammarico, indicando un lontano puntino bianco. Alex colto alla sprovvista della mia domanda annuì tristemente, staccando lo sguardo dal cielo.

<<Pensi sempre a lui... vero?>> Mi girai di scatto verso il ragazzo con sguardo interrogativo.

<<Atreio... intendo. Ammiravi le stelle e la tua mente si è collegata alla vita di Atreio... è-è..>>

<<Com'è?>> Chiesi un pò delusa dal suo strano ragionamento.

<<Così tristemente bello!>> Il ragazzo continuò

<<Non lo so, Susan. Sei così attratta da lui! Lo vedo ogni giorno e soffro ogni giorno>>

<<Soffri?>>

<<Sì... il fatto è che mi dispiace vederti co-con lui.. No! Non volevo dire questo... penso che... sto solo cercando di dirti che... che mi piaci, Susan.>> Mi girai di fianco verso Alex. Sfoggiò un sorriso triste, quasi intimidito nel mostrarlo.

<<Io ti piaccio?>> Chiesi stranita.

<<Si... e non te ne sei mai accorta...>> Sorrise dispiaciuto. Mi piangeva il cuore, come potevo aver capito solo ora i suoi sentimenti?

<<So che sia-mo molto diversi... tu sei intraprendente e sicura di te, mentre io... io sono, come dice Atreio, fifone come un coniglio>> Sorrisi piano.

<<Però se so-solo mi conoscessi bene.... Forse potrei diventare l'uomo che tu desideri...>> Pensò, ansioso di una mia risposta.

<<Non devi cambiare per me, Alex. Sei perfetto così, però ora il mio cuore appartiene ad un'altra persona...>> Cercai il più possibile di essere educata e comprensiva. Odiavo questo genere di cose... stava già soffrendo fuori, non potevo farlo soffrire anche dentro!

<<Lo so...>> Abbassò le palpebre. Non potevo vederlo in quel modo, mi mancava il solito Alex, dolce e gioioso.

<<Susan, (mi prese il volto tra le mani) non so se la ferità guarirà, queste ore potrebbero essere le ultime...>>

<<Non dire così!>> Lo riproverai con le lacrime agli occhi.

<<Però voglio che tu esprima il mio unico desiderio... baciami, Susan. So che non sarà un gesto di tua spontanea volontà ma almeno potrà colmare il vuoto che ho dentro...>> Non volevo farlo, non potevo...

<<Susan, ti-ti prego...>> Mi implorò con gli occhi traboccanti di lacrime. Era l'unica benda che potevo avvolgere intorno al suo cuore, ormai in frantumi. L'unica goccia in un campo ormai arido. Le mie labbra toccarono le sue. Fu un bacio di rispetto, quasi tenero, ma ahimè non provai nulla... Delicatamente mi staccai dal suo bacio. Alzai lo sguardo.

Atreio era poco distante da noi.

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