Conosco qualcuno che conosce...

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"Ahia!"strillo cercando di piantare una sberla dal sedile a fianco del guidatore,ma mancando Jacko.
"Jack,finiscila. Tra qualche mese hai diciotto anni e ti ho già detto mille volte che non si alzano le mani"lo rimprovera mamma,mantenendo lo sguardo sulla strada,immersa nel buio delle sette e mezza di mattina.

"Vedo che hai i riflessi un po' allentati,sarà per la sbornia di sabato o sei semplicemente più ritardata del solito?"mi punzecchia lui.
"Sta' zitto stronzo. Avrei dovuto chiuderti in casa"borbotto beccandomi un altra sua sberla sul collo.
"Becka,non usare certe parole!"mi rinfaccia mia madre,ignara della seconda sberla.
"Lui mi ha dato della ritardata!"urlo.
"E lei che ha iniziato!"esclama Jacko dal sedile dietro il mio.

"Facciamo una bella cosa:state tutti e due zitti,godiamoci il silenzio"brontola esasperata mamma. Io e Jack ci lanciamo un occhiata omicida e finiamo col girarci a guardare fuori,sbuffando.
Sabato sera,il signorino,non è tornato a casa,ma ha pensato bene di andarsene fino ad Olympia con quella banda di idioti dei suoi amici.
Purtroppo per loro,e con piacere mio,Domenica la macchina di Jack ha bucato una gomma e sono dovuti tornare in treno fino a qui,arrivando ieri sera verso mezzanotte.
La macchina del caro figliol prodigo sarà portata dal meccanico della cittadina in questi giorni,così fino ad allora siamo entrambi costretti ad andare a scuola insieme,nella macchina di mia madre.

Avevo cercato di insistere nell'andare a piedi,ma appena ho messo piede fuori casa,sono congelata dal freddo nonostante i jeans scuri larghi e pesanti,il maglione verde ed oversize in lana e il giubbotto nero.
Così,ho ceduto,per colpa del freddo di fine ottobre.

Mamma si ferma al rosso,e viene salutata da un vecchio basso e gobbo,dal naso aquilino,gli occhi sporgenti e i capelli bianchicci palesemente unti,con un giornale sotto braccio.
"Salutate il signor Grims"dice a denti stretti,per non far notare che ce l'ha ordinato.
Jack e io lo salutiamo con un sorriso falsissimo e mia madre riparte al verde.
"Arrivederci vecchia cariatide"mormoro beccandomi un occhiataccia da mia madre.

"Che c'è?!Non è certo un ventenne"borbotto,vedendo poi Jack che cerca di sforzarsi di essere arrabbiato con me.
Mia madre alza gli occhi al cielo e svolta nella via della scuola.
Una vietta misera,con a destra una schiera di villette tutte uguali color beige,e a sinistra un parchetto inutilizzato da decenni,con lo scivolo traballante e le altalene e le panchine mezze rotte. Oltre il parco c'è un bar dove parecchi si fermano a fare colazione;io mi fermo solo per il distributore automatico di sigarette.
Ed in fondo,a chiudere la via,si presenta la vecchia scuola color crema,somigliante più ad un ospedale,con il giardino dall'erba verde spento e un muretto in mattoni grigiastri alto quanto me.

"Approposito,questo pomeriggio io ed Eric andiamo a fare shopping allo Street Garden. Volete venire?"chiede mamma mentre parcheggia in fondo ed isolata dalle altre auto.
"Fino allo Street Garden?"chiede Jack,annoiato dal mega centro commerciale.
"Ci sono i saldi!"esclama mia madre. "Tu potresti comprare dei jeans nuovi e Beck..."
"Dei vestiti decenti"conclude Jack beccandosi un mio dito medio,che vede solo lui.

"Non posso. Ho promesso a zia Anastasia di aiutarla a sistemare il garage"dico alzando le spalle.
"Tu,che aiuti?!"esclama divertito Jacko.
"Jacko finiscila"sbotta mia madre,ammutolendolo.
"Comunque va bene. Io non devo cercare di ammazzare nessuno"dice poi facendomi quasi sorridere per la battuta.

Scendiamo dalla macchina e salutiamo mamma,io con il saluto militare,Jack con un cenno del capo.
Jack usa la sua spiccata intelligenza derivata dai libri per fare colpo sugli altri,non gli interessa minimamente di quel che potrebbe guadagnarci. Io,invece,uso la mia particolare intelligenza (se così si può dire),solo ed escusivamente per il mio tornaconto personale.
Calcolando che mamma ed Eric dovranno percorrerre a piedi sia il primo che il secondo piano a lenta velocità e con parecchie soste,so di avere all'incirca tre orette prima che tornino,senza che sappiano dove sono stata.

𝐄𝐯𝐞𝐫𝐥𝐨𝐧𝐠Where stories live. Discover now