Capitolo 36

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KAYLA

«Ti prego, dimmi che hai trovato qualcosa.»

Eseguo la solita routine degli ultimi due giorni: entro in casa, appoggio - o meglio, butto - lo zaino a terra e scuoto la testa desolata e frustrata. Nessun segno di alcun tipo di cibo.

Dopo l'incidente della barca ho deciso di non avvicinarmi più al fiume se non strettamente necessario: ciò vuol dire che se non abbiamo estremo bisogno di medicinali, non ho intenzione di mettere piede su un'altra imbarcazione nell'immediato futuro. Cadere nell'acqua gelida è stato terribile, soprattutto quando ho aperto gli occhi e ho visto altre paia d'occhi fissarmi dall'altra parte, mentre con i loro arti gonfi d'acqua e molli mi incatenavano sott'acqua.

Ieri ho perlustrato gli altri tre piani sottostanti del palazzo in cui abitiamo e il risultato non è stato molto differente: solo vecchie riviste di arredamento, qualche scartoffia per le vie d'uscita d'emergenza, asciugamani e salviette. Nient'altro.

Ho diritto a un cracker al giorno; dopo aver regalato la mia misera porzione a Margaret due sere fa, Calum ed Elyse mi hanno obbligata a mangiare almeno un cracker al giorno per poter avere abbastanza forze per trovare altro cibo, ma di questo passo sto perdendo le speranze.

Elyse ha ancora la febbre ma adesso riesce a stare in piedi, almeno. Calum ha provato a convincermi che questa mattina sarebbe uscito anche lui con me, ma l'ho messo a tacere con un gesto secco della mano. Non mi sarei mai azzardata a lasciare Margaret in casa da sola con un'Elyse malata: se dovesse succedere qualcosa, almeno, Calum sarà in grado di proteggerle.

Quindi oggi ho setacciato la casa del vicinato ma nessun risultato. La cosa migliore di questa città è che almeno posso girarne le strade senza preoccuparmi troppo di cadere in incontri indesiderati con i Morti, visto che sono stati tutti risucchiati da una lontana piena del fiume. Un punto per me.

Calum fa cadere sul tavolo l'ultimo pacchetto intatto di cracker con rabbia e sconforto, imprecando davanti a Margaret. Ormai non si scandalizza da anni. Stiamo finendo anche l'acqua e, per ironia della sorte, non piove da quando abbiamo lasciato il casolare.

Storgo il naso all'odore troppo intenso delle candele che hanno riempito l'intero appartamento. «Sono solo tornata a prendere qualche goccio d'acqua» dico, sedendomi in malo modo sullo sgabello della cucina, guardando il profilo di Calum muoversi in cucina. «Elyse?»

«Sta meglio.» Prende la penultima bottiglia piena di acqua e ne travasa un po' nella mia, stando attento a non farla uscire. «Questo è tutto ciò che posso darti» risponde poi, sospirando e passandosi una mano sul viso stanco.

Non ha dormito molto queste due notti: quando mi sveglio dai miei frequenti incubi lo vedo affacciato alla finestra con gli occhi rossi e gonfi. Abbiamo già sparato quattro razzi - ce ne rimangono ancora due -, ma ancora nessun segno di Wayne, Mali o Blaine. So che sta lottando contro i pensieri negativi che gli girano per la testa per provare a mantenere un po' di speranza accesa tra noi quattro.

Margaret vorrebbe farmi sentire come legge bene, tuttavia mi tocca liquidarla velocemente, spiegandole che devo uscire di nuovo. Se la prende più del dovuto, ma so che stasera le sarà già passato. La convivenza con la copia perfetta di Ebony sta andando meglio, forse perchè per maggior parte del tempo sono fuori casa e non mi tocca venir costantemente ricordata della sua misera e tremenda fine. Ci sto lavorando.

«Stai attenta.» Mi fa un cenno con la testa di saluto, prima di chiudere di nuovo la porta alle mie spalle.

Non abbiamo parlato molto dopo l'incidente. In realtà non ho parlato molto con nessuno dei tre, anche perchè gli unici momenti in cui sono in casa li trascorro dormendo per recuperare e mantenere la maggior parte delle forze. Aver diminuito tutto a un tratto le razioni mi ha reso più suscettibile, spossata e stanca, ma almeno riesco a dormire un sonno tranquillo e senza sogni.

Alive - Prova a sopravvivereNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ