Capitolo 34

2.6K 139 26
                                    

KAYLA

Siamo fradici.

La pioggia persistente ha ora lasciato il posto ad una pioggerella intermittente, accompagnata da una brezza gelida che sta mettendo a dura prova la nostra salute, fisica e mentale.

Abbiamo corso, corso e corso ancora. Da circa un'ora abbiamo ricominciato a camminare ma siamo esausti, causa anche del continuo stress a cui la nostra mente è sottoposta.

Tengo ancora per il braccio Elyse, anche se le prime ore del mattino stanno portando una timida luce con sè, non mi fido ancora a lasciarla andare. Margaret è tra Elyse e Calum, che praticamente le fanno da scudo in caso di attacco laterale, mentre io lo faccio ad Elyse.

Voglio fermarmi più di ogni altra cosa. Cambiarmi in qualcosa di asciutto e caldo, riposare, prendere qualche boccone, magari progettare anche un piano secondo il quale muoverci e decidere la nostra strategia, altrimenti continueremo a camminare a vuoto.

Vorrei tanto avere qualche indizio su dove cercare. Stiamo andando alla cieca, ma le chance di trovare Mali, Wayne e Johanna diminuiscono ogni ora di più; una volta raggiunto un qualsiasi centro abitato ci saranno troppi luoghi dove dover cercare e dovremmo dividerci tutti quanti per poter rendere possibile la ricerca e non possiamo permetterci di farlo. Sempre detto che stiamo andando nella direzione giusta.

È tutto così complicato. Più ci penso e più la testa mi scoppia.

E poi c'è Blaine. Lui ed Elyse erano decisamente più di semplici amici; so che quest'ultima tiene molto a lui e che sta soffrendo per la loro divisione improvvisa più di quanto dà a vedere. Trovare tutti quanti sarebbe un vero e proprio miracolo. Ma sono pronta a fare tutto ciò che in mio potere per farlo; almeno ho un obiettivo da raggiungere e la mente occupata. Non so se sarò mai pronta per affrontare i miei traumi e per ora mi va più che bene ignorarli, perchè sono terrorizzata al solo pensiero di dove mi possa portare la mia testa tornando nei suoi luoghi più oscuri.

«Dammi lo zaino,» esordisce con voce rauca ma decisa Elyse, interrompendo bruscamente il silenzio, «lo porto io per un po'.»

Mi tolgo lo zaino dalla spalla, sollevata dal non doverlo più sentire sbattere pesantemente contro la schiena e spengo la torcia, così da mantenere la batteria per quando ci sarà più utile. Vorrei poterle dare anche il mio giubbotto, se solo non fosse fradicio: il suo l'ha usato Calum per tenere il più asciutta possibile Margaret, usandolo quasi come un mantello.

«Abbiamo idea di dove stiamo andando?» chiede Elyse, rivolgendosi anche a Calum.

«Onestamente? No.» Calum fa spallucce, non distogliendo lo sguardo dalla strada davanti a sè. «Mi basta trovare un posto asciutto, al momento.» Annuisco alla sua affermazione; è la cosa che più voglio anche io.

«D'accordo.» Elyse si ravvia i capelli sul capo, togliendoli con frustrazione dal suo viso. «Sono stanca di vedere solo fottuti campi. Ma, ehi, siamo nella Virginia dell'Ovest, che altro mi aspettavo?» chiede ironicamente, alzando gli occhi al cielo.

Già, che altro ci aspettavamo in un mondo andato completamente alla deriva?

«Marg, tutto bene?» chiede Calum alla bambina. Mi sembra un po' giù; deve aver preso un bello spavento ieri notte. Margaret annuisce senza proferire parola.

«Ehi, vuoi salire in groppa?» le domando con un sorriso accennato sulle labbra. Mi preoccupa il suo comportamento così silenzioso: ieri non appena capiva che potevamo parlare - anche se a bassa voce -, non esitava ad aprire bocca, ponendoci domande o magari canticchiando qualche motivetto che aveva in testa. Forse è solo assonnata, per questo le ho chiesto se vuole salire in spalla, così può almeno riposarsi. Mi fa cenno di no con la testa.

Alive - Prova a sopravvivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora