Capitolo 28

2.6K 153 22
                                    

CALUM

Ho poco tempo per elaborare ciò che è appena successo.

Sento il respiro pesante di Kayla e vedo la sua mascella contrarsi più volte, le mani che si stringono in due pugni e gli occhi che si stringono in due fessure. Sta per scoppiare.

Mi lancio per afferrarla una seconda volta prima che faccia qualcosa di avventato, ma invece di prendere lei, prendo l'aria, perchè lei si è già mossa. Con grandi falcate, raggiunge Uriah che le dà ancora la schiena. Lo prende per il giubbotto e lo tira indietro con violenza.

«Bastardo figlio di puttana!» urla tra i denti serrati, facendo collidere la schiena di Uriah contro la parete di una casa con un tonfo. «Tu, tu, cazzo! Avresti potuto tirarla fuori!» Il suono del suo pugno che va a sbattere contro la sua mascella mi dice che è arrivato il momento di intervenire.

Non è il luogo adatto per sfogare la sua - legittima - rabbia e dolore. Le persone che avevano già cominciato a muoversi istanti fa, si erano voltate per gli spari ma ora stanno tornando indietro. Mali fa segno loro di continuare a camminare: dobbiamo allontanarci da questo posto immediatamente, sarà infestato a momenti. E soprattutto, dobbiamo abbandonare la "scena del crimine" prima che Kayla decida di infilarcisi dentro. In questi momenti la lucidità ti abbandona e ho paura che potrebbe buttare via la sua vita, cercando invano di salvare il corpo di sua sorella.

Kayla punta la pistola in pieno viso di Uriah con entrambe le braccia tese che le tremano, così come tutto il suo corpo. Uriah è pietrificato contro al muro e serra gli occhi, preparandosi al suo destino. Kayla butta a terra la pistola facendola rimbalzare e finire qualche metro più in là. Fa in tempo a prendere per il colletto il ragazzo, facendogli sbattere un'altra volta la testa contro il muro, prima che io riesca ad avere una presa ferma sulle sue braccia. Stringo soprattutto sul suo braccio che sta guarendo dalla ferita subita e riesco a farle mollare la presa. Faccio cenno ad Uriah di spostarsi dalla sua visuale e non se lo fa ripetere due volte, mentre corre raggiungendo in fretta il resto del gruppo a qualche metro da noi.

«Andiamo» le dico soltanto, spostandola quasi di forza dalla posizione di difesa che aveva preso per colpire il ragazzo. Ha lo sguardo fisso davanti a sé e l'intero corpo che le trema.

«Toccami un'altra volta e la pallottola è per te.» Lo dice con una tale freddezza e rabbia nella voce che un senso di angoscia ed inquietudine si insinua dentro di me. La lascio prontamente andare, alzando le mani in segno di resa. Posa il suo sguardo vuoto su di me per appena qualche istante prima di cominciare a camminare, ignorando totalmente l'arma buttata a terra pochi secondi fa.

Stringo la mascella, distogliendo lo sguardo dal suo viso, notando con dispiacere e preoccupazione la macchia di sangue fresco sui suoi vestiti. Dannazione.

Mali prova ad avvicinarsi a Kayla per provare a dirle qualche parola di conforto, ma quest'ultima la trascura completamente, non voltandosi nemmeno dalla sua parte. Mali rinuncia presto nella sua impresa con lo sguardo affranto. La raggiungo e le passo una mano sulla schiena in segno di conforto. Wayne ci raggiunge - non mi ero nemmeno accorto che fosse sparito - per comunicarci che ha avvisato Travis della situazione.

«Non starà in piedi per molto» dico, passandomi una mano sul viso e pizzicandomi il labbro inferiore tra le dita. «Con la ferita-»

«Lo so, ho visto. Dobbiamo almeno lasciare questa zona,» mi interrompe Wayne bruscamente. Questa scena è stata un colpo allo stomaco per tutti quanti. «poi vedremo cosa fare. Per ora teniamola d'occhio.» Annuisco in cerca di parole adatte da poter dire, ma non ne trovo alcuna.

Subito indirizzo lo sguardo sulla sua figura, qualche metro avanti a noi: si sta avvicinando ai bambini, muovendo la testa a destra e sinistra, come se stesse cercando sua sorella. Come se non l'avesse appena vista venir massacrata da quei mostri infami. Almeno le ho evitato una morte sofferente con quel proiettile. La cosa non mi fa sentire meglio però.

Alive - Prova a sopravvivereМесто, где живут истории. Откройте их для себя