40. Io, me stessa e me medesima.

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<<Perché perdonarlo così in fretta? Dopo quello che ti ha fatto passare, perché? Ho troppe domande...>> chiede esasperato.

<<Non ho perdonato nessuno, Travis>> chiarisco, <<Ma sei andata a letto con lui. Cazzo>> mormora torturandosi le mani.
Perché si infastidisce tanto?

Io non dovrei dargli alcun tipo di spiegazioni. Io non so nemmeno se il nostro rapporto si possa definire amicizia, non lo so.
Mi dice cose belle, mi fa sentire sempre felice, ma di punto in bianco sparisce. Se ne esce con la scusa che non può darmi una stabilità e poi se la prende per quello che è successo con Mike.

<<Te ne avevo parlato la scorsa volta, quando subito dopo mi hai dato della puttana>> rispondo senza guardarlo. Lo sento sospirare, <<Non vol->> lo interrompo subito, <<Non ora>> lo liquido bruscamente.

Non mi servono a niente le sue scuse, ormai quello che ha detto non si rimangia.

<<Per caso ti ha costretto?>> domanda preoccupato, <<Cosa?! No.>> Mi affretto a rispondere.
Mike può anche aver sbagliato in passato, ma non mi costringerebbe mai a fare qualcosa che non voglio.

Distoglie lo sguardo da me e si guarda in giro nervosamente. Si passa più volte le mani tra i capelli e prede bei respiri.

<<Mi dispiace. Non volevo assolutamente dirti quello che ti ho detto. Ero accecato dalla rabbia>> torna a guardarmi, io resto in silenzio.
Voglio ascoltare.

<<Mi sentivo ferito e, in qualche modo, volevo ferire anche te. Ma ho esagerato. Mi prenderei a pugni per quello che ho fatto>> dice, per poi posare una mano sulla mia.
Mi scanso subito.
Bella scusa del cazzo.

<<Teresa, per favore. Accetta le mie scuse>> mi guarda supplichevole, piegando leggermente la testa da un lato.

Mi alzo a sedere, mentre lui è sempre piegato sulle ginocchia davanti a me.
<<Travis tu... Mi hai ferita tante volte. Tantissime volte. Dici sempre che non puoi darmi una stabilità, che però mi merito. Dici che ti piaccio, ma ti allontani. Dici che se dovessi avere bisogno di te, tu ci saresti sempre, ma non ci sei. Vuoi darmi i mei spazi, ma appena sono stata con Mike mi hai insultato. Io non so cosa poter costruire con te. Io non capisco più nulla>> gli spiego stanca.

Stanca di tutta questa specie di tira e molla, dei suoi rimpianti, dei suoi sbalzi di umore... Di troppe cose.
Soprattutto stanca del suo "non posso" "non posso" "non posso".

<<Hai ragione. Sbaglio di continuo, allora... se vuoi che me ne vada per sempre Teresa... Dimmelo e lo farò veramente>> si alza in piedi, io faccio lo stesso.
<<Se tu mi dici di andarmene, di non voler più sapere niente di me... me ne vado>> mentre mi parla, sembra fragile.

Sembra che abbia paura della mia risposta, ma non potrei mai dirgli di andarsene, di sparire dalla mia vita. Perché dopotutto io sono già affezionata a lui, da tempo.
Io voglio bene a questo ragazzo che, nonostante le infinite lotte, riesce a farmi stare bene soltanto con la sua presenza intorno.

<<Non voglio che te ne vada per sempre. Ma ho bisogno solo di capire cosa fare>> mi scende una lacrima involontariamente.
Lo vedo più sollevato dopo le mie parole.

Vorrei abbracciarlo, odio la distanza che c'è tra me e lui, ma se lo facessi sarei incoerente con le mie parole.
Quindi mi viene da piangere il doppio.

<<D'accordo, quello che vuoi. Adesso... tolgo il disturbo. E non piangere per favore>> usa un tono tenero, il contrario della scorsa volta. Si gratta la nuca e io annuisco.
Lo accompagno alla porta e lo vedo raggiungere la sua auto.

Keep eachother company.Where stories live. Discover now