«Felice di aiutare» dice, facendomi l'occhiolino e ritornando di nuovo a guardare fuori dalla finestra.

Sento bussare alla porta e l'unica persona che potrebbe farlo è Kayla. Infatti, non appena mi avvicino alla porta per aprire, la sento inveire contro se stessa dall'altra parte e subito dopo un rumore sordo.

Me la ritrovo davanti con gli occhi chiusi in un'espressione infastidita, lo zaino che le cade sul gomito destro, fradicia da testa a piedi e che emana un orribile odore, rispetto a quello interno vanigliato e fresco delle candele che si mescola all'odore di chiuso ed umidità.

Non faccio in tempo ad aprire bocca per chiederle cosa le sia successo che mi sorpassa, lanciando a terra il suo zaino - fradicio anche quello -, tira fuori un'altra cassetta di pronto soccorso, la appoggia sul tavolo e la apre con violenza.

«Posso chiederti cosa ti è successo?» le chiedo cauto, aspettandomi una sua sfuriata da un momento all'altro.

«Hai deciso di ammalarti anche tu!» sghignazza Elyse, sfociando in una risata fin troppo concitata. «Esperienza pessima, non la consiglierei-»

«Almeno è servito a qualcosa» dice dura Kayla tra sé e sé, ignorando sia me che Elyse. Mi lancia un tubetto che faccio appena in tempo a prendere, prima di finirmi tra gli occhi. «Tu dovresti essere a letto.» Kayla lancia un'occhiataccia sia alla ragazza seduta davanti alla finestra, sia a me che me ne sto in piedi come un palo senza capirci molto.

«Rilassati! Sto perfettamen-» Elyse prova ad alzarsi dalla sedia, ricadendoci sopra istanti dopo. Mi ero già lanciato verso di lei per prenderla.

«Mi dici cosa è successo o ti devo pregare in ginocchio?» domando stizzito a Kayla, il cui sguardo sembra indurirsi tanto quanto il suo stesso corpo.

«Sono salita su un'altra barca, il mio peso l'ha fatta sbilanciare, andando dritta sul fiume. La corda si è rotta. Mi sono dovuta buttare dentro per tornare a riva.»

«Beh, dovresti cambiarti adesso-»

«Oh, e volete sapere perchè questo cazzo di buco sembra una città fantasma? Perchè tutti i Morti sono finiti dentro al fiume! Quindi, non avvicinatevi al fiume per nessun cazzo di motivo!» sbotta, infuriata con l'intero universo, poi la vedo prendere di soppiatto qualcosa dalla cassetta di pronto soccorso sul tavolo e dirigersi in bagno a grandi falcate.

Aggrotto le sopracciglia, passandomi una mano frustrato sul viso. Prendo Elyse di peso, ignorando le sue proteste e la metto a letto nella stanza dove Margaret stava leggendo e da dove stava per uscire, dicendo che ci aveva sentiti discutere. La avviso che Kayla è tornata e le chiedo di rimanere per qualche minuto con Elyse, pregando quest'ultima di almeno provare a chiudere gli occhi per il suo dannato bene. Poi busso alla porta del bagno con delicatezza, aspettando che Kayla mi dia il permesso di entrare dall'altra parte.

«No» ribatte secca, anche se sento il suo tono di voce vacillare.

«Se non sei nuda, entro» la avviso risoluto, aspettando solo qualche minuto in una sua qualsiasi risposta che, ovviamente, non arriva. Allora apro la porta centimetro per centimetro, vedendola poi davanti allo specchio con ancora addosso i vestiti fradici.

Ha le mani sul lavandino e sta gocciolando sangue. «Fammi vedere.»

Mi lancia un'occhiata truce, togliendo bruscamente le mani dalla mia vista, facendo cadere due gocce cremisi sul pavimento azzurro. «Và via, Calum.»

Sul lavabo ha appoggiato un rotolo di garza e la sua bottiglia d'acqua che sta ormai terminando. Mi avvicino ancora a lei, guardandola in modo inquisitorio. Non sono qui per farle la paternale sui pericoli che ci sono o che debba stare più attenta: lei lo sa già e sa meglio di me cosa va e cosa non va fatto né rischiato là fuori, soprattutto quando si è da soli. Due anni per proprio conto sono terrificanti, ma devono averle insegnato più di quanto io possa soltanto immaginare. Voglio solo capire come si sono svolte le cose.

Alive - Prova a sopravvivereWhere stories live. Discover now