«Sapete che in qualsiasi momento un asteroide potrebbe colpire la terra e letteralmente spazzare via tutto quanto?» esordisce Elyse tutt'un tratto e gliene sono quasi grata. Magari parlare di altro può risollevare Margaret. «Anche la sola onda d'urto di un asteroide che si spacca nella nostra atmosfera potrebbe causare un sacco di danni. C'erano molte più probabilità che accadesse una di queste due cose che la dannata apocalisse zombie!»

Io e Calum le lanciamo un'occhiata stranita. Non la facevo il tipo da astrofisica, ad essere sincera.

«Che c'è? Reece mi informava, okay?» ribatte, alzando spallucce.

Al nominare il suo nome quasi sussulto involontariamente, la cicatrice della sua morte ancora aperta nella mia mente. Credo sia la prima volta che sento nominare il nome di Reece senza risentimento per ciò che gli è successo e per una volta mi sento quasi sollevata.

Sarebbe stata meglio una fine per colpa di un asteroide, proprio come i dinosauri: sarebbe finito tutto velocemente, senza soffrire, senza persone dilaniate dal senso di colpa del sopravvissuto, Morti...

Durante le tre settimane passate a guarire dalla ferita al fianco ho pensato molto. Ho pensato troppo: volevo tornare sul luogo della morte atroce di Ebony. Come se fosse una specie di tomba, per dirle che ero terribilmente dispiaciuta - le parole non riescono a rendere il tipo di dispiacere così profondo che strazia il tuo essere -, che ci sarei dovuta essere io al suo posto, che avrei voluto avere più tempo con lei, che non sarei mai dovuta separarmi da mamma e papà quella prima notte di pazzia, che avrei dovuto proteggerla con tutta me stessa. Volevo dirle quanto bene le ho sempre voluto, anche quando entrava in camera mia mentre studiavo e cominciava a saltare sul letto per attirare la mia attenzione.

Anche quella notte sulla strada, quando io e Calum stavamo litigando e l'unica cosa ad interromperci è stato l'aereo in fiamme che stava precipitando sopra le nostre teste... Se non fosse successo, sarei tornata là per dirle addio. Probabilmente mi sarei fatta ammazzare dai Morti pur di provare a recuperare il suo corpo, sempre che ne fosse rimasto uno. Il solo pensiero mi fa venire male allo stomaco e mi fa chiudere la gola. Forse mi sarei fatta uccidere pur di poterla abbracciare un'ultima volta e stringerla a me forte, forte, forte.

Quel luogo è la sua tomba e mi è sembrata l'unica via per poterle dire addio, perchè lei era lì.

Quando Reece è morto e per la prima volta sono venuta a conoscenza ed ho assistito al funerale creato dal gruppo di Travis, con i pezzi di legno buttati nel fuoco quando non è possibile portare il corpo al campo; all'inizio ho pensato che fosse tutta una messa in scena, che fosse una specie di bolla lontana dalla realtà. Buttare dei ceppi in un fuoco per dire addio a qualcuno dovrebbe farmi sentire meglio? No. Perchè la realtà è che questo mondo è affamato di vite innocenti, le preda quando meno ce lo si aspetta e in un istante non ci sono più.

Adesso, capisco che avevo torto, che non era una messa in scena. Era il loro modo di dire addio. E vorrei tanto averlo avuto anche io.

«Vedo movimento là davanti» sussurra Elyse, arrestando i suoi passi per studiare meglio la situazione.

Il paesaggio non è cambiato di una virgola: siamo sempre circondati da solo e soltanto campi e la strada è lunga e grigia davanti a noi. Solo che ora noto anche io delle figure, ma sono troppo lontane per capire se sono Morti o altri sopravvissuti.

«Cambiamo direzione?» propone Calum, facendo cenno con il capo verso i campi, l'unica alternativa possibile.

«Non lo so, sarebbe un campo di battaglia più difficile» intervengo, pensando a una possibile corsa sul terreno fangoso. «Dovremmo capire di che si tratta prima...»

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