Capitolo 32

551 22 8
                                    

Era il terzo mese qui nel mio nuovo appartamento a Brooklyn, avevo ancora alcuni scatoloni in qualche angolo della casa, ma ormai ero entrato definitivamente a far parte della vita mondana newyorchese. Avevo fatto amicizia con quasi tutti i colleghi del mio ufficio, salvo due o tre veramente antipatici che preferivo tenere alla larga, e avevo ricevuto già un paio di stipendi e di certo non potevo assolutamente lamentarmi. Il mio nome sul progetto del grattacielo di Seattle ha certamente fatto la sua parte, ma il mio capo mi ha rassicurato che il mio stipendio me lo guadagno con il mio solo impegno, giorno per giorno e non potrei essere più contento. 
La mia relazione, se così si può chiamare, con Magnus stava evolvendo più velocemente di quanto pensassi: da quella conversazione avuta quasi due mesi fa aveva accettato di venire a cena con me due volte e di passare un paio di serate nel mio appartamento, con Jace e Clary presenti, e nel suo, sempre in compagnia di amici.
Qualche giorno fa mi ha chiesto di vederci stasera nel suo appartamento, ma la sua voce durante la breve conversazione telefonica mi aveva lanciato segnali diversi rispetto alle volte precedenti: come se fosse cambiato qualcosa e io speravo fosse positivo. 
Ho vissuto questi giorni di attesa con ansia e curiosità che mi facevano dormire poco, tutto per uno stupido invito a casa sua, ma questo è l'effetto che mi fa e che mi ha sempre fatto, quindi non c'è molto di cui sorprendersi. 
Mancavano ancora dodici ore all'appuntamento ma io non riuscivo a concentrarmi su nulla: tutti i miei pensieri erano occupati ad immaginarsi come potesse andare l'appuntamento di quella sera, viaggiavano nelle direzioni più disparate, ma andando sempre a finire in una conclusione vietata ai minori. 

-Alec! - saltai sulla sedia e quasi caddi malamente a terra dopo che un mio collega, Clint (strano nome, ma bellissima persona), mi richiamò a voce troppo alta.

-Dio mio clint, mi hai fatto prendere un infarto, che succede? - lo rimproverai ancora con i battiti leggermente accelerati e la mano sul cuore. 

-Nulla, dovevo chiederti se questi fogli andassero inviati all'altro reparto ma non mi rispondevi. Pensandoci adesso sarebbe stato più utile chiederlo a Finn, è lui che si occupa di queste cose. - rise e io lo fulminai con lo sguardo, reprimendo la mia voglia di alzarmi e inseguirlo per tutto lo studio con la pinzatrice. 

-Clint sei incredibile. E comunque quei documenti li ho inviati io stesso ieri sera. - lui mi guardò sorpreso, per poi leggere con attenzione i fogli e imprecare leggermente. 

-Merda, ho sbagliato a stampare. - si girò e di fretta si diresse fuori dall'ufficio, io sospirai ormai abituato al suo essere sbadato e tornai al mio lavoro, sperando che questa giornata passasse il più in fretta possibile.
Ovviamente nulla  va come voglio che vada e il mio telefono suona, distraendomi. Lo prendo e noto con enorme gioia che è un messaggio di Magnus. 
Il messaggio recita: "Spero che il lavoro non sia troppo noioso, intanto io mi preparo per stasera" con tanto di faccina sorridente e in allegato una sua foto a petto nudo. Spengo di getto il display, abbasso la testa e arrossisco come un tredicenne alla prima cotta. 
A mia discolpa posso dire che era da quasi un anno che non ricevevo nulla del genere e Magnus mi fa sempre un certo effetto.
Passato il momento di imbarazzo, però, sorrisi realizzando che si stava finalmente aprendo con me e che, forse, era pronto a fare un passo in più in questa strana relazione. Risposi dicendo semplicemente che apprezzavo il messaggio e che non vedevo l'ora che arrivasse stasera e tornai a lavorare con il sorriso sul volto. 

Finalmente erano giunte le sei di sera, orario in cui abitualmente staccavo per tornare nel mio appartamento ad annoiarmi fino a che il sonno non mi avrebbe fatto cadere addormentato sul divano con il telecomando in mano. Ma questa sera, per fortuna mia e della mia sanità mentale, non sarei rimasto a casa mia a cercare di farmi inglobare dal divano, ma avrei passato del tempo con il mio ex ragazzo, che poi non era più ex, ma che poi è diventato nuovamente ex per un altro paio di volte fino ad ora, in cui è ancora il mio ex ma non proprio. Sì abbiamo una relazione complicata, ma cosa lo spiego a fare? Sto parlando con me stesso, so benissimo cosa siamo io e Magnus, forse sto solo impazzendo a causa del troppo lavoro. Comunque ora sono sulla metro e una signora mi sta guardando male, forse perché quando parlo da solo o rifletto troppo inizio a fare facce strane, sì sarà sicuramente per quello. Sorrido alla signora che distoglie prontamente lo sguardo e cerco di focalizzare nella mente i pochi vestiti decenti che mi ritrovo nell'armadio per decidere in anticipo cosa metterò stasera. Qualcosa facile da togliere? Non si sa mai. Oppure qualcosa di casual ma non da domenica pomeriggio, più da martedì sera. Dei jeans e una camicia andranno più che bene, anche perché non ho molte altre scelte e se chiedessi a Jace di prestarmi qualcosa farei sicuramente ritardo a causa di tutte le sue critiche sul fatto che non ho nulla da mettermi e che chiedo sempre a lui perché ha, ovviamente, più stile di tutta Brooklyn messa insieme. 


Teacher||MALECМесто, где живут истории. Откройте их для себя