Capitolo 23

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Abbandonare il calore del letto e di Magnus per tornare alla realtà era stato più traumatico di quanto avrei mai pensato. Avevamo passato fin troppo tempo nel letto a lasciarci baci dolci e carezze leggere e, adesso, ero decisamente in ritardo. Stavo correndo da una parte all'altra della stanza in cerca dei miei vestiti, mentre il mio ragazzo rideva spudoratamente di me.

-Hai finito di sfottere? - 

-No, sei troppo divertente in queste condizioni. - 

Sussurrai uno 'stronzo' mentre infilavo i pantaloni e, prendendo il cellulare, uscii definitivamente dalla stanza di Magnus con lui al seguito. Raggiungemmo a piedi l'hotel per stare più tempo insieme a parlare e, nonostante fossi ancora affianco a lui e potessi sentire la sua mano intrecciata nella mia, percepivo già la sua mancanza.
L'entrata dell'hotel si faceva sempre più vicina e io, inconsciamente, strinsi maggiormente la mano del mio ragazzo e lui, dopo pochi secondi di confusione, capii la causa della mia azione e mi dedicò uno sguardo comprensivo e intriso di dolcezza. 

-Ehi. - mi richiamò, facendomi alzare lo sguardo fino ad incrociare i miei occhi con i suoi. -Non saranno 6 ore di volo a rovinare la nostra relazione ok? Ne abbiamo passate tante, non ci siamo visti né sentiti per quattro anni e adesso che stiamo, finalmente, insieme non ho alcuna intenzione di trascurarti e di abbandonarti. - un sorriso spontaneo si dipinse sul mio viso e, d'istinto, lo strinsi in un abbraccio mettendo le braccia dietro al suo collo e, non appena le sue mani si posarono sui miei fianchi, un'onda di brividi mi pervase la spina dorsale, dalla base fino alla cervicale. 

-Hai ragione, ho solo paura che la distanza possa dividerci ancora e io non voglio assolutamente che accada. - 

-Non succederà. Ci sentiremo tutti i giorni e ci vedremo tutte le volte possibili. - 

-Me lo prometti? - 

-Solo se tu farai lo stesso con me. - 

-Te lo prometto Magnus. - 

-Te lo prometto Alexander. - 

Mi allungai per posare un leggero bacio a stampo sulle sue labbra e, dopo aver ripreso la sua mano, ci incamminammo fino all'hotel, per poi salire nella mia stanza. Mark e Jackson avevano già preso tutte le loro cose e mi stavano aspettando davanti alla mia stanza.
Velocemente misi gli ultimi vestiti nella valigia e, dopo averla chiusa e aver controllato di non aver scordato nulla, uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. 

-Bene, il nostro volo parte tra poco più di un'ora, quindi direi di muoverci se non vogliamo perderlo. - disse Jackson dopo aver dato un breve sguardo all'orario sul telefono. 

-Chiamiamo un taxi? - chiese Mark e io annuii, per poi essere bloccato dalla voce del mio ragazzo. 

-No, non chiamate alcun taxi, vi accompagno io. - 

-Magnus, ma siamo venuti a piedi. - gli feci notare e lui, probabilmente rendendosi conto della veridicità delle mie parole, stette in silenzio qualche attimo a riflettere.

-Vado un attimo a casa a prenderla, tanto ho le chiavi in tasca, non devo nemmeno salire in casa. Aspettatemi qui, arrivo subito. - prima che potessi fermarlo, si era già avviato per la strada, quindi mi limitai a stare in silenzio e a guardare la sua figura che si muoveva velocemente. 

-Quindi, caro Alec, com'è andato il tuo weekend? - mi chiese ad un certo punto Jackson. Mi girai verso i due notando che stessero sogghignando. Io arrossii e abbassai leggermente la testa sentendomi il me adolescente alle prese con la mia prima cotta. 

-Diciamo che, dopo essere andati a letto insieme, ci siamo messi insieme. - alzai il viso su di loro e notai, con non poco divertimento, le loro espressioni sorprese.

Teacher||MALECWhere stories live. Discover now