Capitolo 27

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Quella mattina il sole pareva brillare con maggiore intensità: le finestre sembravano filtrare i raggi facendoli penetrare nella stanza in modo leggero e piacevole, senza il tipico fastidio della forte luce dopo sei ore di buio totale. Le tende erano totalmente aperte, permettendomi così la vista del giardino interno del mio condominio ancora del tutto addormentato. Nemmeno il signore panciuto del piano di sopra era ancora uscito per portare a spasso il suo vecchio beagle, come se avesse voluto lasciare il panorama intoccato dall'essere umano: così come la natura avevo deciso di porcelo quell'abituale mattina di inizio estate. 

-Buongiorno amore. - la sua voce roca giunse dolcemente alle mie orecchie, così come il timido calore del sole appena sorto mi accarezzava il volto stanco. 

-Buongiorno anche a te, hai dormito bene? - 

-Non dormivo così bene da settimane, la tua presenza fa la differenza. - le mie labbra si incresparono in un tenero sorriso e un battito più forte degli altri mi spinse ad abbassarmi verso il viso di Magnus per baciarlo lentamente. 

-Come fai a baciarmi così? Non mi sono nemmeno lavato i denti. - 

-Ma a me non importa stupido, nemmeno io li ho ancora lavati, faremo schifo insieme. - risi contagiandolo. 

-Tralasciando la nostra igiene orale. A che ora devi essere in ufficio? - storsi il naso alla sua domanda. Solitamente amavo andare al lavoro, ma con il ritorno di Ethan e la presenza di Magnus a casa mia, la voglia era rasente lo zero. 

-Oggi non penso che andrò, preferisco stare un po' qui con te. - sorrisi e cercai di addolcire lo sguardo il più possibile. Mi sentivo un ragazzino che cercava di impietosire la mamma per avere il permesso di non andare a scuola, ma la situazione mi divertiva molto. 
Ricevetti uno sguardo contrariato ma, dopo qualche bacio a stampo e un po' di mugolii degni di un cucciolo di gatto, il suo volto corrucciato si estese in una dolce espressione. 

-Va bene, chiama chi devi e poi torna da me che voglio le coccole. - 

-Abbiamo un bambino qui, a quanto vedo. - mi fece la linguaccia e io sorrisi fino a sentire gli zigomi doloranti. Mi allontanai a malavoglia dal corpo del mio fidanzato per poter prendere il telefono e chiamare il capo del mio dipartimento per avvisarlo della mia assenza con una scusa arrancata al momento. 

Appena tornai in camera, vidi Magnus con gli occhi chiusi abbracciato al cuscino con una dolce espressione assonnata: i suoi occhi leggermente a mandorla erano chiusi e rilassati, mentre le sue labbra erano contratte in una smorfia infantile. Sorrisi a quella vista utopica e mi sistemai al suo fianco cercando di non svegliarlo fallendo miseramente. 

-Scusa, non volevo svegliarti. - 

-Non mi hai svegliato, stavo fingendo di dormire. - risi per qualche secondo, mi fermai a guardarlo ancora con il sorriso sulle labbra. 

-Sei proprio bello sai? - lui sorrise e i suoi occhi quasi si chiusero. 

-Ah sì? Il mio fidanzato lo è di più. - 

-E chi sarebbe questo mostro che osa superarti in bellezza? - 

-Un ragazzo magnifico, che amo tanto e che è davvero un figo da paura. - concluse la frase baciandomi a stampo e io sorrisi per l'ennesima volta da quella mattina.

-Alec... - il suo tono aveva subito un improvviso cambiamento ma non riuscivo a capire quale emozione l'avesse scaturito.

-Dimmi Magnus. -

-È da un po' che non ci vediamo, quindi io... - si fermò e giurai di averlo visto anche arrossire e io non riuscivo a capire cosa volesse dirmi.

-Sì, quindi? - sbuffò spazientito.

-Volevo far finta di essere delicato ma tu sei così ingenuo. Alec, ho voglia di scopare. -

-Oh- arrossii forse per tre secondi, poi i miei ormoni si svegliarono tutti insieme, travolgendomi e mandano in black-out il mio raziocinio. Quindi mi ritrovai sopra di lui a baciare parti di pelle che riuscivo a scorgere con il mio sguardo famelico. Le sue mani mi toccavano ovunque lasciando dei brividi al loro passaggio.

-Ti amo Alec -

-Ti amo Magnus-

L'orologio sul mio comodino segnava mezzogiorno passato da qualche minuto, ma io e Magnus eravamo ancora stesi come questa mattina, solo un po' più nudi. 

-Non ho voglia di alzarmi - gemette Magnus al mio fianco. 

-Nemmeno io, ma prima o poi dovremmo alzarci, quindi  meglio farlo adesso. - sospirai un po' troppo pesantemente e mi alzai alla ricerca dei miei boxer abbandonati in qualche angolo della stanza.  Una volta reso quasi presentabile, uscii dalla stanza e mi diressi in cucina per cercare qualcosa di non troppo difficile da cucinare. 

-Ma che brava donna di casa che abbiamo qui. - sussultai alla voce per poi girarmi verso il mio ragazzo. 

-Ma che ragazzo simpatico che ho. - 

-Lo so, ritieniti fortunato. - mi baciò a stampo e io sorrisi. 


Stavo mettendo gli ultimi piatti nel lavandino quando Magnus mi chiamò sul divano con un tono cupo e troppo serio per l'atmosfera che si era creata sino ad allora. Mi avvicinai cautamente al divano con un pessimo presentimento, presentimento che si consolidò una volta posto lo sguardo sul suo viso serio e corrucciato. 

-Alec... - 

-Mi sto preoccupando... Cosa c'è? - 

-Io non volevo parlartene subito per evitare che ti innervosissi, ma ho capito che prima affrontiamo il discorso meglio è. - fece una pausa ma non mi diede tempo di rispondere. - Ora io sono qui, con te e tu stai evitando qualcosa che ti fa stare male. A me fa piacere vederti sereno con me, ma sappiamo benissimo entrambi che questa serenità non potrà continuare per sempre: io dovrò tornare a New York e tu rimarrai qui a Seattle da solo, senza nessuno che possa aiutarti con quello stronzo se non te stesso. Ora devi riflettere seriamente su questa situazione e dirmi cosa vuoi fare. Puoi tornare con me a New York e lasciarti alle spalle il problema, non avendo però la certezza che non ritorni mai più, oppure rimanere qui ed affrontarlo una volta per tutte. Io ti darò il mio pieno sostegno qualsiasi scelta tu prenderai, ma devi essere sicuro di quello che vuoi fare. - Come ogni volta che mi faceva un discorso serio, rimasi senza parole e senza alcun pensiero logico. Aveva fottutamente ragione su tutto e io dovevo assolutamente prendere una decisione su tutta questa situazione, anche se provavo una paura paralizzante. 

-Io non lo so... Vorrei solo che tutto quanto sparisse, ma so che non è possibile. Il mio passato è tornato ad umiliarmi e a tormentarmi e io non penso di essere abbastanza forte per affrontarlo ancora. - sospirai e mi sistemai più comodo sul divano.

-Alec, hai già affrontato Ethan due volte, hai cambiato città e ora sei più forte di prima. Sono sicuro che questa volta riuscirai a superarlo una volta per tutte, contando che adesso il protagonista dei tuoi incubi è qui e puoi usare questa cosa a tuo favore per lasciartelo alle spalle in modo definitivo. - annuii dandogli ragione. 

-Va bene, resterò qui e lo affronterò una volta per tutte. - 


Teacher||MALECTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang