Capitolo 4

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Appena uscito dall'università iniziai letteralmente a correre verso casa senza guardarmi indietro. Sembrava stessi scappando da un malvivente o qualcuno di pericoloso quando, molto semplicemente, le azioni del mio professore mi avevano sconvolto a tal punto da mandarmi in panico. Avrei potuto prendere l'autobus per tornare a casa, ma il mio corpo aveva deciso di rilasciare talmente tanta adrenalina nel mio organismo da permettermi di correre a casa senza sentire minimamente lo sforzo.
Come se ne valesse della mia vita cercai, con mani tremanti, le chiavi di casa e dopo qualche tentativo le infilai nella toppa riuscendo, finalmente, ad entrare in casa.
-Ma buonasera bel moro. - sobbalzai urlicchiando a causa di quella voce proveniente dal mio divano che si dimostrò essere quella del mio migliore amico.
-Maledetto il giorno in cui ti ho dato la copia delle mie chiavi di casa Jace. -
-Dici sempre così eppure so che ami le mie intrusioni a sorpresa. -
-Certo, il mio cuore ti ringrazia. -
-Ah perché hai anche un cuore? -
Regalai un ghigno al mio migliore amico mentre mi tolsi una scarpa lanciandogliela dritta in fronte.
-PERCHÈ CAZZO MI HAI TIRATO UNA SCARPA STRONZO?! -
-Non lo sapevi? É un nuovo sport, mi sto allenando, vorrei partecipare alle gare nazionali. -
-Davvero? -
-No, idiota. E adesso alza il culo dal mio divano. - mi guardò male ma almeno si alzò e io mi sedetti al posto che poco prima stava occupando.
-Comunque, come è andata la tua giornata? - alla sua domanda sbiancai di colpo: il comportamento malizioso di Magnus tornò persistente nella mia mente facendomi girare brevemente la testa.
-Il mio professore è figo ma é un maniaco sessuale. - ricevetti uno sguardo stupito seguito da una richiesta di spiegazioni dettagliate, che ottenne senza troppe cerimonie. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.
-Quindi mentre i vostri studenti stavano esponendo lui ti ha toccato la gamba e poi il pacco? -
-In breve sì. -
-Ok é un maniaco. Tu cos'hai intenzione di fare? -
-Non lo so Jace. - mi misi le mani sul volto scuotendo la testa sconsolato e stanco, terribilmente stanco. - Non me l'aspettavo, insomma, chi se lo potrebbe mai aspettare? Che io sia gay è risaputo, non è un problema questo, solo sai cos'è successo al liceo, non voglio che si ripeta... -
-Alec... Ascolta- mi mise una mano sulla spalla e si sedette affianco a me. - Quella relazione  é finita male, quello stronzo deve ancora ricevere i pugni che li spettano. Ma questo è il passato, non puoi vivere nella paura che una cosa del genere possa accaderti di nuovo. Quell'esperienza, per quanto brutta e segnante possa essere stata, può aiutarti in questo caso. Ti ha insegnato che delle persone è meglio non fidarsi a primo impatto, ma questo non significa che tu debba interrompere qualsiasi cosa ancora prima che essa nasca. Quando dovrai vederlo di nuovo? -
-Dopo domani. -
-Perfetto. Ora ti dico cosa farai: ti presenterai mezz'ora prima che la lezione inizi, lo cercherai e affronterai la questione. Gli dirai tutto quello che non ti sta bene e cercherete di risolvere la cosa. Se lui continuerà a comportarsi male o in modo ambiguo mettendoti a disagio, chiamami e io lo picchieró. - sorrise leggermente contagiandomi. Mi girai e lo abbracciai come non facevo da anni ormai. Il nostro rapporto era così: non c'erano molti momenti in cui dimostravamo il nostro affetto, ma quando questo accadeva erano istanti che aiutavano l'altro in una maniera indefinibile, in quel singolo abbraccio c'erano anni di amicizia che non andavano spiegati a voce.
-Smetti di piangere adesso però. - alzai il volto vero il suo e lui mi tolse una lacrima dallo zigomo che nemmeno mi ero reso conto di aver versato. Si avvicinò e mi diede un bacio a stampo e io, come risposta, gli donai uno sguardo confuso.
-Era da anni che non facevi una cosa del genere... -
-Sarò anche un maschio biondo etero, ma quando stai male so che questo ti tira su di morale, quindi accetta e sta zitto stupido. - sorrisi e ci misi tutta la mia gratitudine, in modo che solo lui potesse vederlo, anche se eravamo solamente noi due.
Mi alzai di getto e puntai un dito verso il biondo ancora seduto.
-Ora tu sei ufficialmente invitato ad una serata cinema a casa mia, non accetto un no come risposta. - Jace si alzó annuì e si diresse verso la cucina per fare razzia della mia dispensa come faceva ad ogni serata di questo genere.
-Mentre io ti rubo tutto ciò che hai di commestibile scegli il film, sono carico e, dato che nessuno dei due deve fare qualcosa domani, voglio stare tutta la notte in piedi come ai tempi del liceo. - risi e mi diressi verso la libreria dove tenevo i dvd.
-Jace ma sarà normale che sono l'unico che nel 2018 ancora usa i dvd? -
-Io te l'ho detto di comprarti uno smart tv, tu continui a rifiutare. -
-Se mi dai tu i soldi lo vado a comprare anche domani.-
-Scegli il dvd e muoviti.-
Risi e mi misi a scrutare attentamente ogni dvd nella mia raccolta, constatando poco più tardi che tutti quelli che avevo o facevano pena o li avevamo già visti troppe volte.
-A che puntata sei di Orange Is The New Black? - urlai per farmi sentire.
-Alla sesta della seconda stagione  perché? -
-Perchè io sono alla settima e i miei dvd fanno schifo. Quindi collegheró il computer alla televisione e ci guarderemo quello. -
-Sapevo sarebbe finita così... -
-Zitto e continua a svuotarmi la dispensa. -

Ricordate quando il biondo disse di voler passare la notte in bianco? Bene, l'orologio segnava mezzanotte e tredici e il mio migliore amico dormiva beatamente sulle mie gambe. Alla faccia del "sono carico", io glielo dico sempre che non ha più l'età di stare sveglio per tutta la notte ma lui non mi dà mai retta. Avrà una sorta di crisi del quarto di età, io che ne so.
Spensi la tv e il pc e, cercando di non svegliarlo (ormai avevo imparato che svegliare un Jace dormiente é come svegliare a bastonate un pitbull con il ciclo. Rischi la vita.) lo coprii con una coperta e andai in camera mia lasciandomi cadere a peso morto sul letto.
La mano di Magnus sulla mia gamba mi tornò alla mente e con essa le lacrime e i brutti ricordi. Perché proprio a me? Sarò stato un serial killer in una vita precedente per meritarmi tutto questo.
Ed è con questi pensieri che mi colpivano la mente che chiusi gli occhi, ancora umidi, e caddi in un sonno profondo.

Era ormai giovedì, il che significava che dovevo vedere Magnus verso le 10 e io non ero assolutamente pronto a nessuna interazione con lui, figuriamoci per seguire il consiglio di Jace e parlargli.
Ormai, però, avevo ventidue anni e non potevo farmi paralizzare così dalla paura e dalle brutte esperienze passate; accesi lo schermo per vedere l'orario : 9.10, ero in perfetto orario per andare dal mio prof e cercare di risolvere la questione prima che essa diventasse ingestibile. Presi un ultimo respiro fin troppo lungo e uscii di casa assicurandomi di aver chiuso casa, sono paranoico perdonatemi.
Mi diressi direttamente in struttura, non ero in vena di prendergli un caffè per essere gentile, sinceramente non pensavo nemmeno se lo meritasse, quindi perché fare la figura del deficiente?
Con tutto il tempo che avevo passato a pensare a questo momento, l'idea che Magnus potesse non arrivare così presto non mi aveva sfiorato nemmeno una volta, coglione. Per mia fortuna, una volta entrato nel dipartimento di architettura lo vidi camminare per il corridoio; lo ricorsi e gli presi il braccio per fermarlo e farlo voltare verso di me.
-Oh ciao Alexander, come mai così presto? - mi sorrise sornione facendomi salire un senso di nausea anche troppo forte.
-Volevo parlarle. -
-Dammi pure del tu, sei troppo bello per usare il lei con me. - il suo atteggiamento mi stava davvero stancando e disgustando allo stesso momento.
-Come vuoi Magnus. Sono venuto qui molto prima perché volevo parlarti di ciò che è successo martedì. - vidi sul suo volto, anche se solo per pochi istanti, dipingersi un'espressione sorpresa, che venne facilmente sostituita da una maliziosa che mi fece rabbrividire.
-Dimmi tutto. -
-Mi ha dato davvero fastidio quello che hai fatto. Oltre alla mancanza di rispetto che viene dal non conoscermi praticamente per niente, sopratutto riguardo al mio orientamento sessuale, penso che essere il mio professore non ti dia certo il diritto di fare certe cose e aspettarti che io non dica nulla al riguardo solo perché sei di bell'aspetto. Non so come tu sia abituato ma io non mi faccio usare come bambola gonfiabile dagli sconosciuti. Non mi importa se tu avessi doppi fini oltre a quel contatto oppure fosse stato solo un modo per divertirti in quel momento, io non sono così e non permetterò più che questo accada. - vidi nel suo sguardo un leggero senso di colpa e un'insicurezza che non sembrava appartenergli, mi sentii molto soddisfatto da questo, il che mi portò a ghignare cercando di non essere troppo palese.
-Hai ragione Alexander e mi scuso per quello che ho fatto. Non ho pensato alle conseguenze delle mie azioni né agli effetti che il mio comportamento potesse avere su di te, non accadrà più nulla senza che tu sia consenziente. Ma che tu sia gay si vede lontano un miglio. - rise leggermente con l'ultima esclamazione e io spalancai gli occhi fulminandolo con lo sguardo.
-Anche se il mio orientamento sessuale è così palese non sono commenti da fare, Mr. Bane. - gli feci la linguaccia e lui rise. La mia maturità di poco fa era andata a farsi benedire e io volevo semplicemente sprofondare in un fosso.
-Va bene, va bene, chiedo perdono. Mancano ancora venti minuti all'inizio della lezione, andiamo a prenderci un caffè? -
-Nero con molto zucchero? - gli sorrisi e lui annuì facendo lo stesso, ora molto più sollevato e pronto per continuare la giornata, iniziando dal caffè che avremmo preso e che, speravo, ci avrebbe fatto conoscere di più.

Teacher||MALECOù les histoires vivent. Découvrez maintenant