Capitolo 29: Fare Uno Spettacolo

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Odio dover recitare ogni giorno. Odio dover fingere di stare bene e che il dolore, la sofferenza e la paura non intrappolino ogni mio passo e respiro. A volte, arrivo al punto di non volere fare altro che cadere in ginocchio davanti a Percy e implorarlo di uccidermi, perché non posso vivere in questo silenzio senza fine in cui sono davvero sola. L'idea di svegliarmi tutti i giorni per servire lui e il suo popolo in silenzio con la testa chinata e senza alcun tipo di lamentela, indipendentemente da quello che mi viene fatto, diventa più difficile da sopportare ogni giorno. La mia sofferenza è un intrattenimento per loro. Uno spettacolo. È questo che faccio ogni giorno: faccio uno spettacolo.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 378.

~

Morto. Alvaro era morto. Per colpa sua.

Se Maddox non lo avesse ignorato e si fosse invece fermato per ascoltarlo, forse in quel momento sarebbe stato vivo, non picchiato e torturato fino alla morte. Non si rese conto di aver iniziato a piangere fino a che non alzò lo sguardo dal corpo senza vita di Alvaro e si accorse di avere la vista sfocata mentre guardava con odio Kasdeya.

Stava sorridendo. Quella feccia aveva il coraggio di sorridere.

"Perché?" Chiese, odiandosi per non essere in grado di nascondere meglio la debolezza e la disperazione nella sua voce.

In risposta al suo stato distrutto, Kasdeya rise soltanto.

"Rispondi!" Urlò il re, facendo scattare tutte le teste nella stanza verso di lui.

Con un'espressione indisturbata per la rabbia del re, Kasdeya semplicemente alzò le spalle e disse, "tu non sei il re che i semidei oscuri meritano."

Sorpresa e sussurri eruppero in tutta la stanza, seguiti da qualche risatina dall'esercito di Kasdeya.

"Tu sei troppo buono, troppo debole e spaventato per fare quello che è necessario ed eliminare i semidei della luce una volta per tutte. Invece che tenerli nella città, schiavi per servire il tuo popolo, li nascondi nel campo-"

"Non li ho nascosti nel campo. Li ho rinchiusi lì. Costretti a lavorare per la città." Difese Percy.

"Ha! Una scusa che usi!" Disse Kasdeya, passeggiando in mezzo alla folla.

Maddox sapeva che cosa stesse facendo. Conosceva il suo gioco. Stava mettendo in piedi uno spettacolo per i semidei più importanti e potenti della città per attirarli.

Si fermò sul posto e alzò la voce. "Per quanto tempo noi semidei oscuri abbiamo vissuto nella paura, sapendo che i semidei della luce non stanno soffrendo abbastanza? Quanto tempo ci vorrà prima che riprendano il controllo?"

Alcuni nella folla esterni al suo esercito la stavano guardando come se non fosse più il nemico. Stava iniziando a convincerli.

"Per migliaia di anni, il nostro popolo ha sofferto sotto la presa dei semidei della luce. E quando finalmente abbiamo l'occasione dei farli soffrire per mano nostra, il nostro stesso re ci strappa quel diritto." Continuò Kasdeya.

Con sorpresa di Maddox, il re si era riseduto sul suo trono e stava guardando Kasdeya con interesse. Qualsiasi cosa stesse pianificando lo rassicurava, lo calmava. Era come se la strana aura di Percy fosse in grado di entrare nei semidei oscuri nella stanza, perché anche Kasdeya si fermò e si girò verso di lui, dandogli la sua attenzione.

Vedendo il suo sguardo verso di lui, tutti la seguirono. Oltre al profondo interesse negli occhi del re, ci fu il bagliore di qualcos'altro. Il sorrisetto sul suo viso lo tradiva. Stava ridendo di lei.

"Oh, non fare caso a me, Kasdeya cara. Continua con la tua storia." Disse con un pigro cenno della mano.

"Trovi divertente la nostra sofferenza?!" Disse Kasdeya cercando di ribaltare la situazione contro di lui.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Where stories live. Discover now