Capitolo 7: Coloro che sognano

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Percy è diventato la mia paura più profonda, eppure, lo amo ancora. Temo ogni minuto in cui cammino o sono dietro di lui, temo il pensiero di ciò che potrebbe fare se decidesse di girarsi e uccidermi. Non voglio che sia lui il motivo della mia morte, non voglio che sia lui a uccidermi.

Per quanto io tema Percy, c'è un altro cattivo che mi terrorizza: Vlad, una delle Alte Guardie. Continua a tormentarmi; non voglio neanche immaginare che cosa succederebbe se lo dovessi mai incrociare in un corridoio o una stanza vuota. Non ci sarebbe nessuno a proteggermi e nessuno verrebbe ad aiutarmi se urlassi. Non sono neanche in forma abbastanza da potermi difendere da sola. Sono piccola e debole in confronto a Vlad; lui torreggia su di me e mi sarebbe addosso nel giro di secondi. E anche se andassi da Percy dopo l'incidente, che cosa potrebbe mai fare? Non gli importerebbe. Probabilmente mi riderebbe in faccia e mi direbbe di andare via.

Cerco di evitare Vlad il più possibile, ma il destino è crudele con me. Forse i fati mi odiano per quello che ho fatto a Percy, per averlo ferito involontariamente e per averlo tradito alla fine. Forse è per questo che hanno reso la mia vita un inferno vivente. La mia vita è come se Tartaro si fosse arrampicato fuori dal suo buco e si fosse dissolto nel mio mondo. Ed è quello che è successo, perché Percy è Tartaro.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 92

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Lentamente, ma con sicurezza, Annabeth camminava lungo il corridoio a malapena illuminato degli alloggi di Percy. Aveva appena finito di spolverare la biblioteca e di fare ricerche sulla profezia. Per fortuna, questa volta Maddox non c'era.

Annabeth aveva volutamente messo il pulire la biblioteca a mezzanotte, ma ciò l'aveva resa esausta, perché aveva lavorato tutto il giorno. I corridoi erano vuoti, tranne che per le guardie che erano appostate davanti a diverse porte. Nessuna di loro la guardò o si accorse di lei, fecero solo finta che non esistesse.

Era quasi fuori dalle stanze di Percy, quando qualcuno le prese il braccio destro da dietro e la spinse contro il muro. La sua testa colpì la parete, offuscandole la vista, ma quando si schiarì, dopo pochi secondi, si trovò faccia a faccia con Vlad. Il suo cuore le si congelò nel petto. Lo temeva in modi inimmaginabili. Gran parte dei suoi lividi e delle sue ferite erano un risultato delle sue molestie e provocazioni.

Le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, con un sorrisetto sul viso. Vlad era figlio di Deimos, dio del terrore, e lo rappresentava in tutti i modi. Era bello in modo nauseante, con i suoi capelli rosso-nero spettinati e infossati occhi neri che sembravano quelli di un demone. Era pallido come la morte, con zigomi prominenti e un'enorme cicatrice sulla guancia, che partiva dal suo orecchio sinistro e arrivava fino al mento.

"Non mi aspettavo di trovarti qui a un'ora del genere, che stai facendo, bellezza?" Chiese con la sua voce bassa e minacciosa, facendole correre i brividi per tutto il corpo.

Annabeth deglutì e rispose. "Stavo andando via, ho appena finito di pulire la biblioteca." Cercò di andare via, ma l'aveva bloccata bene.

"E dove stai andando?" Chiese.

"N-nella mia cella." Balbettò Annabeth.

Vlad le prese il polso e la tirò a sé, facendole cadere lo straccio dalla mano.

Con le labbra a pochi centimetri le sussurrò nell'orecchio. "In altre parole, bellezza, nessuno ti cercherà fino a domani mattina, quindi posso facilmente prendermi quello che voglio da te."

Il suo caldo respiro peggiorò soltanto il suo tremare mentre cercava di liberarsi dalla sua presa. Il corridoio era vuoto e buio, non c'era alcuna possibilità che gli potesse sfuggire.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora