Capitolo 25: Il Nuovo Re

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Nonostante siano passati tre anni da quando abbiamo sconfitto Gaia, ho ancora gli incubi su quei giorni. Come siamo riusciti a sconfiggere uno dei più invincibili esseri della terra mi sorprende ancora. I miei sogni sono ricordi delle sue continue prese in giro e dei suoi tormenti. Ma ora Gea è andata, per sempre. Però mi chiedo quali altri esseri simili a lei si nascondano nell'ombra, in attesa del momento perfetto per colpire.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 304

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Mentre Percy e gli altri cercavano il primo gioiello...

Jason aveva bisogno di più tempo. Nonostante i molti tentativi dei semidei per allenarsi di nuovo, Jason sapeva che non erano neanche vicini a essere una sfida per le forze di Percy. Gli ex-schiavi erano ancora esitanti riguardo all'usare i loro poteri. Credevano che l'esercito di Percy sarebbe arrivato da un momento all'altro e anche se Jason aveva provato a calmare le loro paure, poteva ancora vedere la paura nei loro occhi. La paura si era radicata a fondo dentro di loro ed era cresciuta nei cinque anni che erano passati.

Jason non lo avrebbe ammesso, ma neanche lui capiva perché Percy non avesse ancora fatto la sua mossa. Nico a volte lo trovava a passeggiare avanti e indietro nella cabina di Zeus per ore, cercando di capire i motivi di Percy.

Jason non aveva tempo. Lo sentiva. I suoi sogni non gli dicevano niente sul nuovo re. La dea Achlys non andava più da lui. I sussurri si erano zittiti. Ora i suoi sogni erano infestati da campi di battaglia dipinti di sangue e coperti di cadaveri di semidei di entrambi gli eserciti. Ma non erano i corpi a disturbarlo, facendogli temere cosa avrebbe visto se avesse chiuso gli occhi. Era l'ombra di un uomo con gli occhi iniettati di sangue che appariva in tutti i suoi sogni.

Esattamente come un'ombra, la figura umanoide stava sempre sullo sfondo dei suoi sogni, galleggiando pochi centimetri sopra al terreno, muovendosi a destra e sinistra, come se fosse un'illusione. Jason non riusciva mai vedere il suo viso, ma l'ombra lo guardava con interesse. A volte gli urlava contro, pretendendo di sapere che fosse, che cosa volesse e chi lo avesse mandato. L'uomo-ombra non gli aveva mai risposto, però. Ogni tanto, quando era completamente sveglio e il sole era alto nel cielo, un segno che la notte non fosse lì a perseguitarlo, giurava di poter sentire la presenza dell'uomo. Non lo vedeva mai, ma conosceva la sensazione che arrivava insieme a lui.

Era una sensazione di completa rovina e oscurità, disperazione e perdita. Il terrore si arrampicava su di lui, rendendolo nervoso per il resto del giorno. Chiunque fosse l'uomo-ombra, come Jason aveva deciso di chiamarlo, non gli avrebbe portato niente di buono.

"Grace! Ehi, Grace, ciao!"

Jason inciampò all'indietro, riuscendo a salvarsi dal finire per terra. Era così concentrato che non aveva visto Nico avvicinarsi a lui e muovergli le mani davanti alla faccia.

"Cosa vuoi?" Scattò, temendo già la conversazione che lo aspettava.

Se Nico era infastidito dal suo comportamento, non lo mostrò. Invece, il figlio di Ade si girò, indicando il muro di lava dall'altra parte del campo. "Non vedi quegli idioti che cercano di arrampicarsi? Sto lavorando con alcuni ragazzi della cabina di Apollo, non vedi che devi andare a impedire a quegli idioti di uccidersi?"

Aveva ragione. Tre ragazzi, probabilmente della cabina di Ares, immaginò Jason, stavano cercando di arrampicarsi sul muro mentre della lava bollente cadeva verso di loro. Non aveva ancora permesso a nessuno di usarlo, perché erano tutti fuori allenamento ed era impossibile che Percy portasse un muro di lava in battaglia. Jason aveva deciso che era inutile e uno spreco di tempo e forza. Chiaramente, però, quei ragazzi non erano d'accordo.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Where stories live. Discover now