Capitolo 16: Veleni e Ceneri

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Se lo potessi uccidere? Se ci riuscissi? Queste domande a volte mi entrano nella testa. Si avvicinano lentamente alle mie spalle e mi attaccano, prendendo il controllo. Non sapevo che questo lato di me esistesse. Certo, nel profondo tutti possono avere delle tendenze o pensieri violenti o malvagi, ma io non li realizzerei mai. Anche quando queste domande mi girano per la testa, mentre cammino o sono ferma dietro di lui, sempre pronta a servirlo, con due catene spesse sui polsi, so che non farei mai le cose che penso.

Questi pensieri nuotano nella mia testa, raggiungendo la superficie in alcuni casi, in altri andando a fondo insieme ai pensieri e desideri peggiori.

Non li realizzerei mai. Non avrei mai il coraggio di realizzarli, soprattutto quando si tratta di Percy. Non lo potrei mai uccidere. Mai.

-Dal diario di Annabeth Chase, pagina 388

~

Quando Annabeth si svegliò, trovò una guardia fuori dalla sua cella per dirle che il re richiedeva la sua presenza immediatamente. Si preparò velocemente e andò verso i suoi alloggi.

Appena entrò, Percy le fece cenno di sedersi sulla sedia davanti alla sua scrivania. Mentre era seduta in silenzio, aspettando che Percy la considerasse mentre finiva di lavorare sull'infinita pila di documenti, le informazioni che Annabeth aveva scoperto la sera prima le tornarono in mente.

Voleva sapere di più. Voleva sapere tutto sulla vera storia dei semidei. Però sapeva che il suo lavoro era appena iniziato, perché i primi due versi della profezia erano ancora un mistero per lei, ma una cosa era chiara: qualcun'altro stava cercando di prendere la corona e Percy avrebbe combattuto per averla lui. Alla fine, la corona avrebbe scelto il giusto erede.

Il giusto erede sarebbe stato qualcuno che volesse portare la pace tra i due gruppi di semidei, non qualcuno che schiavizzava i semidei della luce, condannandoli a tortura e tormento eterni, come aveva fatto Percy. Le informazioni scoperte la sera prima potevano cambiarlo? Potevano fargli vedere la cosa giusta da fare? Annabeth si chiedeva se Percy fosse il legittimo erede. Voleva che lo fosse?

Percy sospirò e allontanò i documenti, spostando i suoi occhi verdi verso di lei.

"Allora," Iniziò, chiaramente a disagio ed esausto. "Riguardo a ieri sera, l'hai detto a qualcuno?" Si aspettava che lei corresse a fare la spia da qualcuno immediatamente.

"Um, no. Ma sono andata subito da Maddox." Spiegò.

I suoi occhi si scurirono, un avvertimento. "E?"

Annabeth gli disse tutto, la conversazione intera. Non sembrava troppo contento, ma, almeno, l'oscurità che nuotava nei suoi occhi scomparve.

"È sembrato sospettoso del perché gli hai chiesto di raccontare di più?" Chiese, il suo tono stranamente gentile e normale.

"No. Ha capito le mie motivazioni, che non erano completamente una bugia."

Percy annuì e aprì uno dei cassetti della scrivania, tirando fuori il libro che avevano trovato il giorno prima. Lo mise sul tavolo e aprì alla pagina che aveva segnato. A quanto pare, ci aveva lavorato per un po'. Annabeth si chiese se avesse dormito.

"La storia spiega chiaramente dove si trova il primo gioiello. È sotto di noi, lo è stato per tutto questo tempo. Nell'antico palazzo, lo ricordi?"

Oh, Annabeth si ricordava perfettamente quello di cui parlava. Si ricordava chiaramente quando lei e i suoi amici avevano rinchiuso Percy in quello posto cinque anni prima, nella stanza vuota che avevano trovato.

Annabeth, senza incontrare il suo sguardo, annuì. "Sì, signore, mi ricordo."

"Bene." Disse, mostrando il suo divertimento negli occhi e nell'espressione. "Perché stai per andare lì sotto di nuovo, ma, questa volta, io non sarò rinchiuso in una vecchia scatola di legno, sarò con te."

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant