Pietro Pignatelli (albero azzurro)

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Pietro Pignatelli (Napoli 14/07/71)

(Albero azzurro)


Come sei entrato nel cast dell'albero azzurro?


Come in tutti i lavori che ho fatto, con un provino. Anzi più di un provino. Ma la cosa bella è che a suo tempo io ne feci uno per un altro programma televisivo, di cui ora non ricordo il titolo. Non andò bene perché cercavano un "nome", ma fortuna volle che quel provino lo videro gli autori del programma L'albero azzurro e mi chiamarono per una serie di provini. L'esito stavolta fu positivo e... per ben sei edizioni accanto al caro Dodò, ho vissuto uno dei periodi più belli della mia vita. Era un programma che ho amato sin da subito.

Ci racconti il tuo provino

Come ho già detto, feci più di un provino. Volevano un nuovo personaggio che sapesse recitare e cantare. All'epoca ero impegnato a teatro con il mio primo musical "Grease", accanto alla meravigliosa Lorella Cuccarini e al simpaticissimo Giampiero Ingrassia. Mi ricordo che ne uscii esausto da quello studio, mi avevano spremuto come un limone. Ed era giusto così. Presentare un programma per bambini in età prescolare non è facile e la scelta dei conduttori era molto severa. All'epoca i testi venivano scritti da autori che collaboravano con la facoltà di pedagogia di un'Università di cui non ricordo se Bologna o Milano.

ci racconti qualche aneddoto sul set

Di aneddoti ne avrei tantissimi, tutti così belli da ricordare: c'era un clima molto sereno e ci divertivamo tantissimo. Mi ricordo che con Oreste Castagna, all'epoca la voce di Dodò, ci scambiavamo in prova le battute in dialetto: lui in bergamasco e io in napoletano. E il regista regolarmente ci riprendeva dalla sala regia. Se solo ci ripenso rido ancora! Per non parlare poi dei lavoretti: ho una pessima manualità e regolarmente realizzavo dei veri e propri sgorbi che le bravissime creatrici sistemavano poi in corso d'opera.

Raccontaci la tua esperienza con i musical

Sono 23 anni che faccio musical. Ho cominciato, come ho già detto, con Grease. E da allora la musicalmania non mi ha più abbandonato. Con la Compagnia della Rancia, numero 1 credo in Italia, ho anche fatto Pinocchio, con le musiche dei Pooh. La prima mastodontica operazione musicale per cui era stato costruito un teatro apposta: Il teatro della Luna di Milano. Ero Geppetto. Pinocchio invece era il grande e ahimè compianto Manuel Frattini. Ma ricordo con amore anche tutti gli altri, tra cui Scugnizzi; Bharati (una produzione israelo-indiana; Peter Pan in cui interpretavo il buffo Uncino (anche qui accanto al grande Frattini); Turandot, la regina di ghiaccio, sempre con la Cuccarini e tanti altri.

Oltre all'albero azzurro hai fatto altre cose per il mondo dell'infanzia?

Certo. L'infanzia e i bambini in generale sono il mio pubblico preferito. E credo anche il più difficile. Non puoi sbagliare coi loro: non gli sfugge niente e se riesci a mantenere viva la loro attenzione, hai vinto! Ho realizzato un doppio cd di favole moderne per bambini e genitori dal titolo "Quante storie!" ancora in vendita on line. Ho scritto, diretto e interpretato spettacoli per i bambini. Ma il più bello credo sia quello scritto dal mio autore e amico Angelo Ruta: "Millesoli", nato per un progetto straordinario della Fondazione Millesoli che si occupa di bambini e bambine di strada in India. Conduco anche laboratori teatrali per i bambini, che concludono sempre con una messinscena. Lavorare con loro e per loro regala sempre grandi soddisfazioni.

Qual'è stato il tuo percorso di studi?

Sono un laureando in psicologia evolutiva. Ebbene si! Non mi sono laureato. Mi mancavano un paio di esame e la tesi, ma il teatro mi ha rapito e travolto fino a farmi capire quella che era in realtà la strada che dovevo percorrere e che ancora oggi percorro con la stessa passione ed entusiasmo dei primi tempi. Ma quegli studi comunque mi sono serviti.

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