22. Bramosia d'amore.

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V.M.18

Ogni mattina, Chiara aveva l'abitudine di sorseggiare una bevanda fredda davanti alla foto di Anita. Era postata in un quadretto in argento, posizionata su un tavolino vicino al divano.
Con la tazza a forma di rana, la mora si accomodó sul sofà con le gambe nude incrociate. Era il primo giugno, un giorno speciale per le persone care a Giuseppe. Due anni dalla proclamazione come presidente del consiglio. Anita raccontò di quanto fosse emozionato quel giorno Giuseppe. I suoi occhi erano lucidi e le mani erano talmente sudate che, in tanto in tanto, se le asciugava sul pantalone. Suscitò sorrisi e qualche commento simpatico.
Chiara soffrì al pensiero che, il mio amato, fosse in ospedale da dieci giorni.
Ogni notte era sempre al suo fianco.
Degno di una vera crocerossina anche se, negli ultimi giorni, l'uomo aveva anche un desiderio carnale verso Chiara ma le flebo non erano d'aiuto.
La ragazza iniziò a pensare che, dentro alla sacca, ci fosse anche del viagra che suscitava l'ego di virilità di Giuseppe ma, allo stesso tempo, anche l'ira verso quei fili... voleva strappare tutto!
Immaginando quella scena, scoppiò in una fragorosa risata.
Venne interrotta dal suono incessante della porta. Alzò lo sguardo stupita perché era un orario abbastanza insolito. Erano le dieci in punto.
"Arrivo!"-camminó a passo svelto perché era curiosa di sapere chi fosse.
Aprì la porta e rimase sorpresa. Giuseppe era davanti a lei con un outfit da persona normale. Una polo blu, un jeans scuro e sulla fronte i Ray-Ban neri.
"Amore, cosa ci fai qui?"-lo baciò immediatamente
"Sono uscito con un giorno di anticipo! La mia crocerossina ha fatto un ottimo lavoro!"
La voglia di stare insieme era tanta come la voglia di avere un contatto fisico.
L'uomo chiuse dietro di sé la porta baciandola con ardore.
Chiara non ci pensó due volte e si mise a cavalcioni.
Le lingue danzarono assaporando ogni millimetro del loro apparato.
La mora lo trascinò in camera da letto e si sdraió con la braccia verso l'alto evidenziando i suoi capezzoli turgidi dal piacere.
L'uomo impazzì letteralmente. Le sfilò la canotta e, con le mani, scossó il reggiseno leccando i capezzoli.
"Quanto ci sapeva fare!"pensó eccitata.
Si incurvó la schiena e sfilò anche la sua polo. Gettó in un punto a caso perché l'uomo incominciò a scendere sempre più verso il suo basso ventre.
L'intimità di Chiara era già ricca di piacere e il respiro si fece sempre più irregolare.
Aprì gli occhi e anche Giuseppe era letteralmente eccitato.
Il suo membro ben evidenziato e lei alzò il busto. Sbottonó la cintura lentamente e poi il bottone.
Con la mano destra giocò con l'elastico delle mutande e con l'altra accarezzò la sua intimità.
"Chiara..."faticó a pronunciare il suo nome. Ansimó alzando la testa. Era un mese e mezzo che la desiderava con tutto se stesso.
Abbassò la zip ma l'uomo tolse velocemente il suo pantalone, era troppo ingombrante.
Seduti sulle ginocchia sul letto, l'uomo tolse anche il reggiseno baciandola sul collo.
Giuseppe, desideroso, agió la sua donna sul letto e la visionó.
Era bellissima. I suoi capelli lunghi sul cuscino, la sua bocca carnosa, il suo fisico asciutto con una lieve abbronzatura.
Decisero di togliersi gli ultimi indumenti e l'uomo la penetró con un colpo secco.
Chiara gemette di gusto con estrema libertà. Era a casa sua e quell'ora tutti erano al lavoro.
Le penetrazione era sempre più decisa. I loro respiri sempre più irregolari e i loro corpi sempre più sudati.
Arrivarono insieme e l'uomo si gettò sul lato di Chiara.
"Ti amo amore mio!"-le accarezzò dolcemente i capelli.
"Ti amo anch'io!"

Chiara percepì che fosse quello il momento più adatto per dire che presto sarebbero diventati genitori. Provó tante emozioni contrastanti:aveva paura di dirlo ma, allo stesso momento, voleva vedere la sua reazione.
"Giuseppe,ricordi che ti devo parlare di una questione importante? Credo che sia questo il momento più adatto!"-lo scrutó dolcemente.
"Si tesoro, dimmi tutto!"-rispose mettendosi seduto con la schiena appoggiata allo schienale del letto.
"Però devi chiudere gli occhi!"
"Ok!"-abbozzó un sorriso mettendosi le mani sugli occhi.
Nel frattempo,lei cercó il test di gravidanza posizionato nel comodino al suo fianco.
"Non aprire gli occhi. Io ti vedo!"
"No amore ma sono curioso di vedere!"
Posizionó il test di gravidanza tra loro due.
"Ora puoi togliere le mani!"
Giuseppe, appena tolse le mani, spalancò gli occhi incredulo. Tremò come una foglia dall'emozione.
"Chiara, non è uno scherzo, vero?" -scappò una lacrima dall'emozione-"Diventeremo genitori?"
La ragazza confermò facendo sì con la testa e lui l'abbracció forte.
Quanto aveva sognato di diventare nuovamente papà. Desiderava tanto regalare o un fratello o una sorella al suo Niccolò.
Aveva perso completamente le speranze ma Chiara era il suo miracolo.
"Oddio Chiara, non è che prima... Cioè al bambino!"
Giuseppe ebbe un forte sussulto pensando all'amplesso precedente. Erano molto passionali, per dirlo in maniera gentile.
"No Giuseppe. Stai tranquillo! Ho superato le sei settimane!"
L'uomo tirò un sospiro di sollievo. Certe volte si stupiva della sua virilità ma soprattutto ebbe la conferma che, nonostante i suoi cinquantacinque anni, fosse molto più bravo di certi uomini più piccoli di lui.
Chiara ebbe un sussulto. Appoggiò la testa sul petto nudo dell'uomo e accarezzò la pancia.
"Come hai fatto a scoprire l'indirizzo di casa mia, signor Conte?"
"Ho chiamato Marco, stasera mi vedo con lui perché devo delle scuse. Non è stato lui a rubare il denaro al palazzo. È successo la stessa cosa prima del mio ricovero." - rispose contemplando la sua amata.
"Chi può essere? Non hai una mezza idea?"
"Per il momento no ma sono un avvocato. Troverò subito il colpevole. Stai tranquilla!"
La vicenda era intrinseca ma in quel momento non era il caso di pensare. Volevano godersi la felicità di diventare finalmente una famiglia. Quel bambino era la ragione per urlare a mondo intero che si amavano veramente tanto.

*****

Nella longeva vita di Giuseppe capì che, una delle qualità più importanti di uomo, sia riconoscere i propri sbagli e chiedere scusa. Marco era un uomo troppo sincero e leale per fare quelle porcherie. Un grande lavoratore e una bella persona. Rinfacciava sempre a Casalino di come fosse possibile lasciare un ragazzo d'oro come Marco.
"Chi ha il pane, non ha i denti!"
Pensó mentre era in macchina ad aspettare Marco.
Attraverso lo specchietto retrovisore, vide Marco uscire dalla palestra. Aveva preso a cuore quel lavoro.
Salì in macchina ma, senza dire nulla,ci fù un forte abbraccio tra i due.
"Finalmente Giuseppe è ritornato sulla retta via!"-asserì mettendosi la cintura di sicurezza.
"Avevo perso semplicemente la bussola!"
"Comunque posso farti gli auguri al futuro papà bis?"
"Auguri anche a te, zio Marco!"
Giuseppe partì con la sua auto personale a casa di Chiara.
Eleonora non sapeva nulla della presenza di Giuseppe. Quella sera avrebbe conosciuto il famosissimo presidente del consiglio ossia il suo futuro cognato.
Marco sghignazzó al pensiero di vedere la sua reazione.
Le due ragazze erano impegnate a preparare qualcosa di buono. Le prime voglie di Chiara si fecero sentire.
Desiderava tanto una torta al limone.
Eleonora ebbe il compito di sistemare la tavola ma incurvó le sopracciglia contando le quattro tovagliette sul tavolo.
"Devono arrivare ospiti ora?"-contó nuovamente le tovagliette.
"Si Ele. Un amico di Marco."-cercó di non ridere perché era curiosa di avere la sua reazione alla visione di Giuseppe.
Suonó la porta ma Eleonora andò spedita ad aprirla. Chiara non ebbe nemmeno il tempo di fiatare. Appena vide Giuseppe Conte in persona,Eleonora incominciò a strillare.
"SUA MAESTÀ IN PERSONA?"
Marco e Chiara si guardarono con aria interrogativa.
"Sua maestà?"
L'uomo allungò il braccio verso la bionda con la sua impeccabile educazione e la sua pacatezza.
"Salve, lei è mia cognata Eleonora. Non chiamarmi sua maestà. Sono una persona normalissima!"
La ragazza incominció a balbettare dicendo cose senza senso. Chiara si avvicinò al fidanzato.
"Ele. Rilassati, è il mio fidanzato!"
"Chiara, capiscimi. Fino a due mesi fa, facevo i Tik Tok con la sua voce ed ora è il fidanzato della mia migliore amica!"-incominció a sudare freddo.
"Anzi compagno perché diventeremo genitori, Eleonora."
L'uomo baciò Chiara suscitando lo stupore della bionda.
Marco, divertito, lanciò una ciabatta della mora sulla sua testa.
"Ma sei impazzito?"fece una smorfia di dolore e si toccó la testa.
"Lo sai che Giuseppe è un essere umano come noi?"
"Lo so che è un essere umano, a differenza tua che sei una testa di cazzo! Mi hai fatto male, testina!"-lanciò nuovamente la ciabatta di Chiara colpendolo in pieno volto.
"Se vuoi un cecchino al palazzo, Eleonora è la numero uno!"-si toccó la punta dal naso dal dolore.
La bionda si avvicinò addolorata all'amico abbracciandolo.
"Scusami tesoro!"

*****

L'insegna luminosa del Soubrette illuminò il volto di Rocco Casalino. Si travestì per non essere individuato.
Aveva una parrucca nera, occhiali tondi da vista, una maglia bianca della Kappa e un pantalone ginnico nero.
Entrò a passo svelto nel locale e si avvicinò ad una cameriera sulla ventina d'anni. Una ragazza tozza con i capelli rossi.
"Salve, sono Raffaele Toscano. Cerco il signor Enrico Monza! Avevo un appuntamento con lui!"
La ragazza indicò una porta bianca.
L'uomo la ringraziò e andò spedito in quella camera.

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