15. Portami a ballare!

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Avviso:Questo capitolo è abbastanza forte. Potrebbe urtare la vostra sensibilità. Grazie mille per tutto. Siete grandi!

Chiara non era una ragazza complessata o paranoica ma per la sua folta chioma mossa,si.
Era in bagno a guardarsi allo specchio, toccandosi di continuo le doppie punte.
Aveva dormito da Giuseppe quella sera.
Quest'ultimo, appoggiato alla porta, la scrutó.
"Chiara, che ti prende?"
La ragazza prese una chioccia di capelli e si avvicinò a lui.
"Ho bisogno urgentemente di un parrucchiere. Hai visto che doppie punte?"
"Tranquilla tesoro! Te li taglio io!"sorrise.
Chiara, spalancò gli occhi quasi terrorizzata.
"Ma non sei parrucchiere!"
L'uomo, guardandosi alla specchio,si pettinó i suoi capelli.
"Questi li ho sistemati io. Nemmeno i giornalisti ci credevano! Sono un parrucchiere mancato!"
"Ok Giuseppe. Mi fido di te!"
Poi si fece il segno di croce. Era terrorizzata!

Marco, con i vari fascicoli tra le mani, inseguì Anita affannosamente. L'uomo si fermò per una manciata di secondi. La donna si voltò quasi del tutto scocciata.
"Anita, oggi è il venticinque di aprile. Mi puoi liberare da queste cartacce?"-asserì appoggiandosi al muro.
"In quelle cartacce, c'è anche il discorso di Giuseppe per domani. Vorresti buttare all'aria tutto il lavoro arduo di Rocco Casalino?"
L'uomo iniziò a sghignazzare di gusto, guardando i fogli.
"Si! Sai che goduria!"
L'anziana donna roteó gli occhi sbuffando.
"Io che faccio pure queste domande!" - innalzò le mani al cielo.
Un attimo di silenzio. Dal corridoio si poté udire dei schiamazzi incomprensibili.
Marco voleva esporre qualcosa ma la donna, con l'indice sulle labbra, minó di fare silenzio.
Quei schiamazzi erano sempre più comprensibili. Erano provenienti dalla camera di Giuseppe.
"Marco, andiamo a vedere ora!"-la donna ricominciò a camminare verso la camera del premier.
Lui sbruffó quasi annoiato.
La scena epica davanti agli occhi loro:Chiara, seduta su una sedia con la mantellina nera sulle spalle e con le mani sul viso che blateró qualcosa. Giuseppe, con le forbici e pettine tra le mani,osservò le punte in maniera muniziosa.
"Giusé, le punte. Mi raccomando! Meno di un millimetro!"
Marco focalizzó il tavolino bandito di frutta e di torte. Andò spedito alla tavolata mentre Anita blatteró qualcosa.
"Marco e Anita, cosa ci fate qui?" -Il premier si stupì incurvando le sopracciglia.
Chiara gli tirò il lembo della camicia per l'agitazione.
"Giuseppe, piano con le punte che sono delicate!"
L'uomo abbozzó un sorriso malizioso.
"Sappiamo benissimo che le punte sono davvero molto delicate e, soprattutto,sensibili!"
Anita si mise la mani tra i capelli scandalizzata. Marco, con nonchalance, si accomodó sulla poltrona mentre stava mangiando una mela.
"Anita la maialona. Non pensare al male! Ci sono varie punte. Poi, che ne sai del sesso orale. Non erano atti impuri ai tuoi tempi?-Indicò la donna con la mela morsicata-"Non si usava la certificazione firmata dai propri genitori, per avere il consenso di usufruire della propria vagina?"
Giuseppe scoppiò a ridere nel vedere Anita paonazza dalla rabbia.
"Razza di sciagurato! Come ti permetti?"
Chiara notò che la situazione era piuttosto imbarazzante e cercó di far tornare l'attenzione ai suoi capelli.
"Giusé, visto il nuovo decreto. Mi farai i capelli a un metro di distanza!"
"Chiara, se abbiamo fatto l'amore dieci minuti fa!"esclamò di getto senza pensarci.
Marco si strozzó. Si stava soffocando.
Chiara diventó rossa come un peperone.
Giuseppe sorrise e incominciò a tagliare i capelli alla ragazza.
Anita fissò le sue unghie pittate di rosso.
"Anita, non mi aiuti?"-Marco tossì di continuo,. Iniziò a lacrimare per il continuo tossire.
Anita, con la sua estrema grazia, passò un bicchiere d'acqua.

*****

Ernesto, da brava persona con tanta esperienza, scrutó minuziosamente Chiara che, con la testa appoggiata sul palmo della mano, fissò il suo Giuseppe che stava conversando con i suoi colleghi.
Notó, immediatamente, la sua eleganza e completezza nel parlare con la gente. Lei sorrise.
Anita, per il venticinque di aprile, aveva deciso di fare una cena con tutte le persone residenti a palazzo Chigi.
Chiara cenó con i cuochi, le donne delle pulizie e gli addetti che si occupavano della manutenzione o della gestione del palazzo.
"Hai fatto scoprire a Giuseppe la sua seconda giovinezza, Chiara!"asserì il portinaio mentre si imboccó un forchettata di pasta con il pomodoro.
Chiara sgranó gli occhi facendo finta di non capire. L'uomo rise a quella visione tanto bizzarra.
"Poi hai dato vita a questo palazzo! Pensare che tra nove giorni te ne andrai!"
A quel pensiero, Ernesto divenne triste. La ragazza allungò la mano e diede una pacca sulla spalla.
"Verrò a trovarvi appena sarà possibile! Non essere triste, caro Ernesto!"
Anita, si avvicinò al tavolo e si mise al centro tra Ernesto e Chiara.
"Scusatemi ma vorrei farti una richiesta, Chiara!"
Le accarezzò il viso. Oramai era la sua seconda mamma. L'anziana donna abbozzó un sorriso.
"Certo Anita. Dimmi tutto!"
"Conosci per caso il brano ''portami a ballare'' di Luca Barbarossa?"
La ragazza allargò le braccia come segno di conferma. Chi non poteva conoscere questo brano meraviglioso?
"Certo che conosco questa bellissima canzone, Anita!"
"Potresti cantarla? Vorrei tanto ballare con Giuseppe!"
Ernesto, sghignazzando, indicò Anita.
"Potresti ballarla con me?"
"Caro, è una canzone dedicata al mio figlioccio!"
Chiara si alzò dal tavolo e andò velocemente a prendersi il microfono.
Marco, seduto al tavolo di Giuseppe, iniziò ad urlare come il pazzo verso la sua amica.
"La Britney Spears italiana! Facci sognare!"
Anita allungò la mano verso Giuseppe. Lui incurvó le sopracciglia dallo stupore.
"Anita, cosa succede?"
"Balliamo per l'ultima volta questo ballo qui?"
"Come l'ultima volta?"-poi pensó profondamente-"Ultima volta nel lockdown, certo!"

Il premier, con la sua classe innata, baciò il dorso della mano di Anita e poi, come un principe verso la sua mamma regina, invitó a mettersi al centro della sala.
Chiara, con la sua voce potente e meravigliosa, cantò il brano girando intorno alla coppia.
Lei era in lacrime dall'emozione e fece piangere anche Giuseppe.
Il loro rapporto era autentico che andava al di fuori dell'ambito lavorativo.
Era il figlio maschio tanto desiderato.
A fine brano, la ragazza si inchinó davanti a loro due ringraziandoli.
Standing ovation nella sala. Le loro lacrime erano sempre più continue.
Anita prese il microfono da Chiara e osservò tutti quanti.
"Grazie a tutti! Grazie a Chiara per aver cantato questo bellissimo brano! Vi voglio parlare di una cosa importante!"
Invitó a Giuseppe e Chiara ad accomodarsi al tavolo assieme.
La coppia si guardò meravigliata.
La donna si schiarì la voce e uscì un foglio dalla sua tasca.
"Ventotto anni fa, nel periodo più nero della mia vita, per via della scomparsa del mio caro marito, ebbi la proposta che avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Essere assunta da un giovane avvocato di nome Giuseppe Conte come sua personale segretaria. Era un ragazzo tranquillo, sempre pacato ma aveva anche una personalità grintosa e determinata.
Ho sempre lavorato con devozione cercando di agevolare Giuseppe fino a questi giorni difficili e pesanti.
Ora sono in direttura d'arrivo"-La donna fece un lungo sospiro-". Ho un tumore al cervello... sto morendo!"
Marco,con la voce tremante, si alzò dalla sedia. Si stava agitando e,per via della sua cardiopatia, iniziò a fare respiri irregolari.
"Anita, non si scherza con queste cose!"
La donna, abbassò il capo quasi addolorata dalla sua reazione.
"Marco, dopo aver perso Teresa e mio marito, posso scherzare con queste cose?l'ho scoperto a febbraio, subito dopo il lockdown di Codogno. Il medico mi hanno dato massimo sei mesi di vita."
Giuseppe, con gli occhi rossi pieni di sofferenza, le andò vicino prendendo la sua mano esile.
"Perché non mi hai detto questa cosa prima?"
Anita accarezzò il suo viso. Le sue lacrime erano sempre più eccessive.
"Giuseppe,se avresti saputo della mia malattia, avresti detto di stare a casa a riposare. Non potevo lasciarti solo nella tua battaglia più ardua e più complessa. Ho deciso di mentirti! Preferisco morire prima del tempo che non aiutarti, tesoro!"
L'uomo abbracciò Anita. Era irrequieto e scombussolato. Il suo pianto si fece sonoro.
"Andremo dai miglior oncologici, devi guarire Anita! Come posso vivere senza di te? Come?"
"Giuseppe, non c'è nulla da fare! Ho rifiutato appositamente la radioterapia panencefalica perché volevo vivere in maniera serena l'ultima parte della mia vita."-asciugò il viso umido dell'uomo con le mani-"Quanto sono orgogliosa di te. Sei un grande uomo! Pensare che, il nome di mio figlio, sarà scritto sui libri di storia. Hai svolto un grande lavoro, hai riconosciuto i tuoi sbagli e hai chiesto scusa. Hai mostrato al mondo intero che sei umano! Ci hai messo la faccia quando tutti sputavano merda. Tu mi farai riposare in pace! Mi farai riposare con la consapevolezza che Giuseppe Conte è un grande. Non pensare a quanti ti odiano ma bensì a quanti ti amano! "
Anche Marco era in un fiume di lacrime tra le braccia di Chiara. Anche lei stava malissimo per quella notizia.
Anita era diventata la sua roccia in quella quarantena.
Le chiacchiere tra donne davanti ad un caffè.
Il viavai nei corridoi al palazzo Chigi assieme a Marco.
Le confidenze intime alla ricerca del consiglio giusto , visto la sua grande saggezza.
Chiara guardò attentamente Giuseppe e Anita. Si avvicinò alla coppia con passo deciso.
"Anita, ti faremo vivere dei mesi meravigliosi! I più belli della tua vita! Voglio che lasci questa terra con estrema gioia e felicità. Voglio fare questo nei tuoi confronti! Meriti questo perché sei una donna straordinaria!"
L'anziana donna mise la mano sinistra sotto gli occhi per asciugarsi le lacrime amare. Non riuscì a rispondere e l'abbracció.
Anita riuscì a fare piangere tutti i residenti del palazzo.
Per la prima volta,non volevano che il tempo passasse velocemente.

Dai mamma dai
Questa sera lasciamo qua
I tuoi problemi e quei discorsi
Sulle rughe e sull'età

Dai mamma dai
Questa sera fuggiamo via
è tanto che non stiamo insieme
Non è certo colpa tua
Ma io ti sento sempre accanto
Anche quando non ci sono
Io ti porto ancora dentro
Anche adesso che sono un uomo

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