21. Spiragli di luce.

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Il "Pichihato Sushi experience" era il ristorante preferito di Chiara. Lo definì la sua santa sede. Amava, oltre al sushi, le sue decorazioni che partiva dal rosso scuro fino al verde bandiera.
La mora indossò un vestito color salvia con su disegnati i fiori di ciliegio e i capelli del suo mosso naturale.
Marco, da gentiluomo, passó a prendere le sue amiche adorate.
"Marco, se tutti gli etero fossero come te, vivremo in un mondo migliore!"-esordì Eleonora imboccando un urumaki al salmone.
"Tranquilla Ele. Anche gli omosessuali sono strani. Il mio ex, per esempio, è un caso perso!"
"Chi? Il pelato?"-la bionda si riferì a Rocco Casalino.
"Certo. Ho attirato il peggior caso umano. Secondo me, ho una dote innata!"
Chiara era stranamente silenziosa. Sorseggió un bicchiere d'acqua e si divoró il suo temaki alle verdure.
"Chiara, tutto bene?"
Eleonora conosceva bene la sua amica. Il suo silenzio era sinonimo di ansia.
"Domani ho la visita dal ginecologo. Per caso ci siete ad accompagnarmi?"
"Tesoro, domani vado con mia sorella a vedere mio nipote a giocare a pallavolo. Però appena finisco, vengo subito da te!"-asserì l'uomo dispiaciuto.
"Io ci sono invece, Chiara. Ti posso fare una domanda?"
Quando Eleonora faceva le domande perché aveva sempre qualcosa di serio da dirle.
La ragazza asserì mentre imboccó un pezzo di hosomaki.
"Sei sicura di tenerti il bambino e crescerlo da sola?"
"Si Ele. Sicurissima. Non sono come i miei genitori biologici che mi hanno abbandonata in una casa-famiglia. Non ha colpa il bambino. Voglio crescerlo con tutto l'amore che ho e anche con l'amore dei miei genitori e dei suoi zii, giusto?"
Li scrutó attentamente. Vide Marco con un sorriso a trentadue denti e Eleonora coccoló l'amica sul viso.
"Infatti, io e Marco, abbiamo già acquistato il passeggino!"
"Si si Chiara. Abbiamo fatto questa domanda perché è possibile fare il reso o il rimborso fin da subito!"-la bionda pigió la tastiera del suo cellulare.
"Mi fate morire!!"
La risata fece da padrona. I presenti si voltarono verso Marco che si stava letteralmente soffocando perché si era mangiato un temaki intero.
Se ci fosse stata Anita, avrebbe urlato"Sei un maiale maleducato!"
Anita era sempre al centro dei pensieri di Marco e Chiara.
Incancellabile dal cuore e dalla mente.

*****

Ogni volta che Marco osservava un campo di pallavolo, era sempre una forte emozione. Non era semplicemente uno sport agonistico ma una passione che dava senso alla sua vita.
Passeggió per tutto il bordo campo commosso.
Sua sorella Stefania lo abbracciò da dietro. Il loro rapporto, dopo la morte improvvisa dei genitori, era diventato ancora più forte.
"Claudio è proprio come te! Uguale a zio Marco!"
Stefania aveva un figlio di nome Claudio, un tredicenne innamorato di questo sport.
"Non vedo l'ora di vederlo in campo!"abbozzó un sorriso.
Il suo nome rimbombó per tutto il palazzo e l'uomo non capì nulla.
Serró gli occhi togliendosi gli occhiali da vista e si avvicinò un uomo suo coetaneo,alto, moro, con gli occhi azzurri e ben palestrato.
"Ma sei Marco de Rossi?"esordì col fiatone perché alzò il passo
"Aspetta, tu sei Gianluigi Benedetti?"
"Si! Mi hai riconosciuto!"
Avevano giocato in squadra assieme per tantissimi anni. Gianluigi era palleggiatore e Marco schiacciatore-laterale.
"Che fine hai fatto? Stai lavorando?"-diede una forte pacca sulla schiena di Marco.
"Tutto bene, Gigi. Attualmente sono disoccupato!"
Ripensó a quella giornata terribile. Alla ritorsione fatta nei suoi confronti. Gianluigi notó l'insofferenza dell'uomo.
"Oggi è il tuo giorno fortunato. Si è appena licenziato l'allenatore dei ragazzi della primavera. Non è il massimo ma secondo me, ti farebbe bene!"
"Dici sul serio?"-spalancò gli occhi incredulo.
"Certo!" -uscì dal suo borsello un tesserino e glielo consegnó-"Chiamami su questo numero!"
L'uomo sorrise davanti a quel gesto ma venne interrotto da una chiamata del suo cellulare.
Gianluigi lo salutó velocemente e andò in campo a seguire la sua squadra.
Marco cercó lo smartphone nella giacca e rispose senza vedere chi fosse.
"Cosa? Ora ti passo il suo numero e arrivo subito!"

*****

Chiara non si era mai domandata cosa fosse realmente il senso della vita. Il senso della vita era semplicemente la felicità nelle piccole cose. Visionare il puntino dentro di lei, era una gioia immensa a metà.
Metà perché era sola.
La paura era davvero tanta. Non aveva l'aiuto di nessuno a Roma, esclusi Eleonora e Marco.
Uscì dalla camera con gli occhi pieni di commozione assieme alla sua migliore amica.
La loro attenzione andò al vociferare in ospedale. C'era gente in abito nero e con gli occhiali da sole scuri.
"Qualche personaggio famoso starà sicuramente male!" - asserì la bionda osservando la scena dei medici che correvano come dei forsennati.
Il cellulare di Chiara squilló, furgó nel taschino anteriore e vide sul display un numero nuovo.
La mora rispose ma incominció ad urlare forte.
"Come Giuseppe sta male?"
Si appoggiò vicino al muro e iniziò a tremare come una foglia.
Eleonora si fiondó sull'amica preoccupata.
Iniziò a balbettare dall'agitazione e passó il cellulare alla bionda.
"Pronto? L'amica di Chiara. Puoi dirmi tutto!"
"Ciao, sono Valentina. L'ex moglie di Giuseppe. Lui sta male, volevo sapere dove state!"
"Io questo momento siamo in clinica privata, dove è stata anche ricoverata la signora Anita!"-lanciò uno sguardo verso la mora e lei asserì.
"Fatalità! Anche noi siamo qui! Ma in che reparto state?"
"Ginecologia!"
"Tutto bene?"-Valentina era impensierita.
"È una lunga storia..."
"Ora vi raggiungo io!"

Valentina Fico era una donna che, con il corso degli anni, era diventata forte e anche un pó cinica ma non si sarebbe mai immaginata di rimanere di sasso davanti ad una ragazza distrutta dal dolore per il suo ex marito.
Si avvicinò a Chiara e, d'istinto, se l'abbracció fortemente.
"Giuseppe, ha bisogno di te! Forza e coraggio!"
La giovane annuì asciugandosi gli occhi con un fazzoletto.
La donna scrutó le ragazze.
"Perché siete in ospedale?"
Eleonora sussurrò all'amica con il labiale, la parola dillo.
"Valentina, io sono incinta!"
Sul volto della donna, due lacrime scesero velocemente e si avvinghió su Chiara.
"Niccolò sarebbe troppo felice di questa notizia e, soprattutto, Giuseppe! Però ora andiamo! Venite con me!"
Valentina corse velocemente e poi si avvicinò alle guardie del corpo di Giuseppe. Sussurrò qualcosa ma Chiara non riuscì a comprendere. La donna invitó ad entrare.
Il cuore di Chiara batté fortissimo. Non vedeva Giuseppe dal funerale di Anita. Valentina vide, dalla sua espressione facciale, che era molto emozionata.
"Non sai quanto gli manchi. Lui è davvero innamorato di te!"-esclamò a bassa voce e poi le sorrise dolcemente.
Entrò in quella camera con la testa china.
Sospirò.
Alzò il capo e vide una scena straziante. L'uomo che amava tanto, era con due flebo al braccio sinistro, con il camice verde e con gli occhi chiusi.
Chiara iniziò a piangere e si avvicinò al suo letto.
"Chiara?"-pian piano aprì gli occhi. Non poté credere,la sua Chiara era lì.
Sorrise di gioia.
"Giuseppe. Non mi fare spaventare! Come faccio a vivere senza di te?"-rispose avvicinandosi alla sua destra.
"Chiara?" prese la sua mano e la strinse fortemente.
"Dimmi Giuseppe!"
"Io ti amo!"
La ragazza spalancò le orbite dall'emozione.
"Giuseppe, saranno i medicinal..."
"No, Chiara. Hai capito bene. Io ti amo! Mi sei mancata così tanto! Anch'io non posso vivere senza di te, amore mio!"
"Anch'io ti amo! Non ti lascio solo in questi giorni! Lottiamo insieme! Dormo qui stanotte!"-la ragazza gli accarezzò il viso. Nonostante tutto, era dannatamente bello.
Giuseppe cercó di alzarsi per baciarla ma forte capogiro lo fece crollare sul letto.
"Attento!"-lo aiutò a sistemarsi.
"Non sono ancora in forza per baciarti! Lo sai che non sono fatto così!"
Entrambi scoppiarono a ridere.
"Riprenditi presto, signor Conte. Ti devo parlare di una cosa positiva però!"
Valentina visionó quella scena romantica. Il dottor Polizzi cercó la sua attenzione.
"Signora? Posso disturbarLa?"
Dietro di lui, c'era Rocco Casalino.
"Certo! Dimmi tutto!"
"Stiamo facendo di tutto per il premier. Il signor Casalino ha trovato nel suo studio il Lexotan e dei forti ansiolitici!"
La donna mise la mano sul viso, disperata.
Poi si voltò verso la camera dove c'era ancora Chiara con Giuseppe.
"Mai fatto tutto questo per amore. Ora si sono chiariti, finalmente!"-guardò Casalino sorridendo-"Rocco andiamo via! Ci sarà Chiara a fare la notte!"
"O-ok!"-l'uomo era abbastanza contrariato ma dovette accettare la richiesta.
"Signor Polizzi? Un occhio di riguardo a Chiara."
Il dottor fece un'espressione di approvazione.
Valentina, sulla sinistra di Casalino, diede una botta sul braccio.
"Rocco, a palazzo non somministrate più i medicinali. Solo il dottor Polizzi potrà farlo. Così siamo tutti tranquilli!"
"Ok Valentina!"
Invece Rocco non era assolutamente d'accordo. Diventó Paonazzo dalla rabbia.
Odiava i piani falliti ma, soprattutto, odiava il fatto che Giuseppe si fosse dichiarato a Chiara.

"Pronto? Lei è il signor Enrico Monza? Salve, sono Rocco Casalino..."

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