13. Ti porto via con me!

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NB:In questo capitolo ci sarà una scena spinta. Chiedo scusa se va ledere la vostra sensibilità.

Lo scroscio di applausi a palazzo Chigi, si poteva udire anche dall'altra parte del mondo.
Marco, Anita e Chiara erano nel salottino della camera dell'uomo a guardare la conferenza stampa di Giuseppe, dove si tolse qualche sassolino dalla scarpa ma con tanta signorilità.
"Ha fatto nomi e cognomi, non ci posso credere! Li ha stracciati in diretta nazionale!"-Marco era entusiasta. Guardò le donne eccitato.
"Marco, Giuseppe ha tanta pazienza ma fin ad un certo limite. È stato un grande!"
Chiara, invece, non riuscì a staccare gli occhi dal piccolo schermo.
Precipí l'estrema umanità di Giuseppe.
Ne era tanto fiera di lui!
Finì in nottata inoltrata quella lunga conferenza ma Anita, Chiara e Marco avevano deciso di aspettare di Giuseppe per le congratulazioni.
La porta era già aperta, infatti entrò Giuseppe con Rocco. Anita l'abbracció fortemente.
"Sono fiera di te, caro!"
L'uomo ricambió con un sorriso. Marco diede una pacca sulla spalla e l'abbracció con vigore.
"Sei un vero uomo! Non hai solo le palle fisiche, bravo!"
Chiara si limitò a non ridere davanti a quella frecciatina per Casalino che, nel frattempo, era rimasto distanti da loro.
Giuseppe non ci pensó due volte, si avvicinò alla ragazza e la baciò mettendo le mani sul viso.
"Grazie tesoro. Quanta carica che mi dai!"
Marco osservó prima Anita e poi Rocco che, era rimasto basito davanti a quel bacio.
"Anita mia. Quanto vorrei un Giuseppe Conte nella mia vita. Questi sono veri uomini!"
Anita lanció un'occhiataccia verso Marco.
Giuseppe guardò i presenti sorridendo.
"A Pasqua faccio una bella eccezione. Ce ne andiamo alla mia casa ad Ostia. Partiremo di notte e stacchiamo la spina per due giorni!"
Rocco si avvicinò all'uomo quasi con aria minacciosa. Chiara, di istinto, indietreggió sbigottita.
"Giusé, sei impazzito? Ma che cazzo fai? Inizi a soffrire di demenza senile?"
Giuseppe, tranquillo,gli fece un sorriso beffardo.
"Rocco. A Pasqua ci fermeremo tutti a prescindere. Tutti festeggiano la santa Pasqua!"
"Sei il presidente del consiglio! Sei il presidente del consiglio, porca puttana!"-alzò le mani al cielo.
Marco non poté più e si avvicinò a Casalino arrabbiato.
"Quando incominci a trattare le persone in maniera normale? Prima del presidente del consiglio, c'è Giuseppe Conte! Un uomo che lavora notte e giorno. Ha il diritto di staccare la spina! Sai, noi siamo umani,visto che tratti la gente come dei robot!"
"Non ti va giù il fatto che ci siamo lasciati, Marco!"
"No anzi, ti ringrazio infinitamente! Un uomo così non lo voglio al mio fianco!"
Rocco non parló più e se ne andò via sbattendo la porta.
"Ecco cosa sei, un egocentrico di merda!"
Anita, preoccupata, si avvicinò all'uomo che tremava della rabbia ma l'abbracció.
"Anita, stai tranquilla! Anzi... Sto meglio ora! Ho capito tutto!"
Poi osservò anche Giuseppe e Chiara, anch'essi preoccupati.
"Jack e Rose, tranquilli! Ce ne andiamo al mare!"
"Jack e Rose?"Giuseppe incurvó le sopracciglia
"Dai! Siete due piccioncini!"
La coppia arrossì violentemente. Anita, per spezzare la tensione creata, scosse il capo.
"Se dobbiamo fare questa cavolata. Dovremmo andarcene di notte!"
Marco, sghignazzando, scrutó le due donne.
"State tranquille, signore! Voi dormite beate. Farò io compagnia a Giuseppe!"
Le sue ultime parole.

*****

Era la notte più tetra e più funereo mai visto nella loro vita. C'era un silenzio tombale sulla strada per andare ad Ostia.
Giuseppe, attraverso lo specchio retrovisore, osservò Marco che dormiva beato con la testa appoggiata sulla parte alta della testa di Chiara.
"Non aveva detto, tranquille signore, dormite beate,ci pensiamo io e Giuseppe..."
Anita, seduta affianco, leggeva alcune carte per il premier.
"Giuseppe, davvero eri sicuro che Marco fosse di compagnia? Lo conosciamo da tanti anni!"
"Chiara, dormi se vuoi!"L'uomo lanciò uno sguardo velocemente.
"Non riesco. Mi preoccupo sempre della gente che guida, specialmente se sei tu... Giuseppe!"-espresse con la voce sottile
"Tesoro, ho trentotto anni di patente. Posso andare anche a gareggiare in Formula Uno, anche se mi piace più correre su un moto!"

Se Giuseppe Conte, avesse una seconda vita, sicuramente diventerebbe un pilota di MotoGP o di Formula Uno.
Guidava così bene che fece addormentare anche Chiara.

*****

Il quartetto stava passando una piacevole Pasqua. Quel villino vicino al mare, era un toccasana per staccare la spina per un paio di ore.
Anita osservó dalla finestra, i volti felici di Marco, Chiara e Giuseppe che giocavano a burraco.
Il suo focus principale però,era su Giuseppe.
L'anziana donna ebbe una sensazione che, quel ruolo di premier, non gli spetteva più.
La vicenda del Covid-19 l'aveva tanto assorbito in maniera negativa.
Anita era stata sempre contrariata a quella sua decisione ma lui amava tanto le sfide e accettó fin da subito.
Giuseppe era un uomo troppo umile e sincero per la politica.
Poi Chiara aveva dato all'uomo, la seconda gioventù. Era rinato sotto tutti i punti di vista.
Anita desiderava solo il meglio da lui ma desiderava, soprattutto, vedere Giuseppe lontano da quel mondo becero della politica.

*****

Chiara e il mare:un amore viscerale fin quando era stata adottata dai suoi genitori.
Dopo la scuola, quando arrivava la bella stagione, andare al mare era una tappa fissa.
Il mare era sinonimo di estrema felicità e infatti, passeggiava con l'uomo che le faceva battere forte il cuore.
Mano nella mano.


Per la prima volta, la coppia aveva un senso di libertà totale. Erano completamente soli.
Giuseppe, quel giorno, aveva un'altra luce negli occhi. Era libero di ogni forma istituzionale.
I capelli spettinati per via del vento, l'abbigliamento da spiaggia e gli occhiali da sole.
Chiara aveva un abito lungo bianco senza spalline e i Ray-Ban color testa di moro.
"Chiara, quanto sono felice! Vorrei che questo momento non finesse mai!"
Il crepuscolo evidenzió gli occhi nocciola della ragazza, tolse gli occhiali da sole, guardandolo.
"Con te è tutto bellissimo!"-azzardó ma quelle emozioni erano incontrollabili.
L'uomo le accarezzò il viso e poi la baciò.
I loro baci erano ricchi di eccitazione e di passione.
Poco distante c'era un casolare abbandonato. Senza dire una parola, i loro baci erano sempre più in foga.
Al suo interno c'era una panca di legno abbandonata e Chiara, con una spinta, fece sedere Giuseppe e la guardó mordendosi il labbro inferiore.
La ragazza si mise a cavalcioni su di lui. Le mani dell'uomo erano sulle sue natiche.
Velocemente, si tolse il vestito rimanendo in costume da bagno.
I suoi capezzoli turgidi di piacere fece ancor più impazzire lui. Sfilò la fascia del costume e ci giocò con i pollici baciando prima il collo fino a scendere sotto il seno.
Chiara ansimó forte.
Poteva ansimare in maniera intensa senza aver paura che qualcuno l'ascoltasse.
Giuseppe la fece sdraiare sulla panca e si mise sopra. Voleva dominare.
La mano sinistra sfilò la brasiliana e con la destra dell'uomo massaggió il suo clitoride e già arrivò dopo un paio di minuti.
La ragazza incurvó la schiena dal piacere e faticó a levare la maglia di Giuseppe.
Il suo membro era diventato incontenibile. Voleva fare l'amore il prima possibile.
Quest'ultimo tolse gli indumenti rimasti e la penetró immediatamente con colpi secchi e decisi.
I loro corpi sudati accentuava ancor più la loro forte attrazione sessuale.
I loro respiri sempre più irregolari.
I loro gemiti sempre più sonori.
Arrivò anche Giuseppe.
Stremato,appoggiò la testa sul petto della donna.
Rimasero in silenzio per un paio di minuti e Chiara accarezzò i suoi capelli bagnati.
"Chiara, ti porto via con me!"
"Cosa?"Chiara fece finta di non capire perché voleva sentirselo dire un'altra volta.
"Quando questo, sarà tutto finito,voglio fare un sacco di cose con te!"
La mora lo bació di continuo e poi lo sorrise.
"Allora, portami via, con te!"

*****

Di buona abitudine, Marco amava leggere un buon libro ogni sera, prima di cenare. Era seduto fuori al villino, in un piccolo giardinetto dava sulla spiaggia.
Con una mano inspiró la sigaretta e con l'altra sorresse il libro di Freud intitolato la "Psicologia della vita amorosa".
Un toffo acuto fece sobbalzare Marco che entrò velocemente dentro. Andò dritto in cucina e vide Anita quasi svenuta.
D'istinto l'uomo, prese la donna in braccio e la fece sdraiare sul divanetto del soggiorno.
"Tranquillo Marco, sicuramente sarà stata la pressione bassa!"-Tentò di calmarlo ma con scarsi risultati.
"Anita. Ti devi riposare! Siamo grandi e vaccinati. Sappiamo preparare anche noi da mangiare!"
"Sai, io mi sento mamma nei vostri confronti!"
"Io sento come un figlio e ti dico che devi riposarti!"
Anita chiuse gli occhi e si mise la mano sulla fronte.
Marco aveva ragione. Anita aveva bisogno decisamente di riposare.

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