10. Doppi Sensi.

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Un fascio di luce illuminò il viso minuto di Chiara che stava dormendo beata. Dormiva sul fianco con il cuscino tra le mani sul letto matrimoniale.
Quella quiete durò fin quando suonò la porta.
La ragazza aprì lentamente gli occhi grattondosi e poi si stiracchió gli arti.
Indossava uno short rosso e una felpa oversize grigia.
Si incamminó verso la porta mentre si alzava i capelli e l'aprì. Era Giuseppe con un vassoio tra le mani.
"Buongiorno principessa sul pisello!"
"Buongiorno a lei, uomo dalle fossette belle!"accarezzò il viso e poi lo bació.
"Ho portato delle brioche, due fette di torta margherita e un succo di arancia!"entrò mettendo la colazione sul tavolo.
"Che onore! Il presidente del consiglio che mi porta la colazione!" rise abbracciando l'uomo da dietro. Fiutó il suo profumo speziato tipico di un uomo adulto.
"Sono un uomo diligente, signorina Chiara!"esclamò sistemandosi la giacca.

Stavano facendo colazione ma non riuscivano a non guardarsi.
La ragazza era seduta sulla poltrona con le gambe incrociate davanti all'uomo che, invece, era accomodato sul divano con la schiena appoggiata allo schienale.
"Chiara, voglio viverti ogni singolo giorno! Ogni singolo istante! Sto davvero bene con te!"asserì fissandola. Sorrise davanti a queste parole.
"Ammetto che, anch'io sto benissimo con te!"
La complicità tra Giuseppe e Chiara era, da subito, diventata indissolubile.
Comunicavano tanto con gli sguardi. Erano tanto profondi e intensi.
In mezzo al trambusto di quella terribile pandemia, Giuseppe e Chiara volevano viversi con spensieratezza.

*****

La meticolosità, la precisione e la minuziosaggine erano aggettivi che descrivevano la personalità di Anita.
Aveva organizzato un pranzo tra Giuseppe, Marco, Chiara e Rocco.
Un pranzo intimo tra i bracci destri del premier.
Anita allestì la tavola in maniera impeccabile.
Posate e stoviglie sistemate in maniera muniziosa e a centrotavola c'erano dei piccoli vasi di fiori freschi vista la bella stagione.
Aveva deciso di cucinare un risotto ai funghi.
Gli sguardi frecciatine tra Rocco e Marco erano facilmente intuibili tra i commensali.
L'anziana donna spezzò quell'aria di tensione.
"Marco, hanno sistemato finalmente la doccia nella tua camera. Così non verrai più da me a schizzare tutto e poi sporcare."
"Grazie signora Maresca. Così potrai fare le tue vasche da bagno con sottofondo 'Parlami d'amore Mariù'!"scoppiò a ridere di gusto mentre si imboccó un cucchiaio di riso.
"de Rossi? Non sono nata nell'età della pietra. Ti dirò di più... Anch'io amo la doccia!" asserì facendosi spallucce.
Chiara sorrise davanti a quella scena.
"Io amo la doccia. Amo lavarmi in piedi anzi amo fare tutto in piedi!"
Un'altra frecciata a Casalino che si stava decisamente arrabbiando e Giuseppe con il labiale disse "eddai!" mentre alzò le spalle.
Anita, salvatrice della situazione, rimedió subito.
"Marco, invece Chiara è tipo da doccia o da vasca?"
L'uomo ispezió la ragazza che sgranó gli occhi.
"Chiara è da vasca idromassaggio! Candele profumate, sali da bagno, bagnoschiuma alla vaniglia e luci soffuse!"
"Beh si, Marco! Infatti approfitto di farmi la vasca idromassaggio qui al palazzo, visto che a casa mia, ho solo la doccia!"confermó la tesi dell'uomo e, nel frattempo, Giuseppe la fissò con uno sguardo ammiccante.
Anita notò questo dettaglio.
"Tu Giuseppe, invece? Sei tipo da doccia o da vasca?"
Il premier sorrise davanti alla domanda della donna.
"Amo farmi una bella vasca calda. Ormai sono mesi che faccio la doccia, visto la mancanza di tempo! Però mi hai fatto venire in mente una bella proposta, visto che stiamo lavorando notte e giorno, oggi pomeriggio riposo! Ci facciamo una bella vasca calda e stacchiamo la spina!"
Rocco diede i pugni sul tavolo e si voltò verso Giuseppe alterato.
"Sei impazzito? In piena emergenza vuoi concederti un pomeriggio libero?"
"Rocco, dopo tre settimane di ritmi incessanti, ci vuole un pomeriggio di riposo! Quanto sei pesante!"
La pacatezza nella risposta di Giuseppe, fece andare in collera Rocco che se ne andò via senza salutare.
Chiara si imbarazzó tantissimo davanti a quella scena.
Marco si guardò le unghie con aria di superiorità.
"Nessuno mi può giudicare nemmeno tu, la verità ti fa male, lo so!" cantò con un filo di voce.
Anita diede una gomitata sul fianco.
"Vuoi smettere?"
"Volevo farti ricordare i bei momenti, no?"
"Mi hai fregata! Questa canzone mi ricorda la mia gioventù."
"A me ricordano i miei ex repressi! Soprattutto i gieffini"
La donna diede un'altra gomitata ma molto più forte. Marco fece una smorfia di dolore.
Giuseppe si avvicinò a Chiara mettendo la mano dietro la schiena.
"Stai tranquilla Tesoro, si vogliono bene. Litigano spesso ma non possono vivere senza l'un l'altro!"
"Si vede da un chilometro di distanza!"
I loro visi erano vicinissimi. Si toccavano con la punta del naso. La ragazza avvampó davanti ai suoi occhi scuri.
Quell'uomo aveva la capacità di seduzione, di suggestionare e, particolarmente,di stregarla solo parlando.
Delle sensazioni che Chiara non riusciva a controllare.

*****

Ernesto aveva un'ossessione: i cruciverba. Era nel gabbiotto con i piedi sul tavolino e la rivista sulla gambe. Aveva una biro blu sull'orecchio destro. Con la mano sinistra si toccó energicamente i baffi mentre farfuglió qualcosa.
Giuseppe vide quella buffa scena ridendo.
"Ciao Ernesto! Tutto ok? Ti vedo abbastanza nervoso!"
L'uomo ebbe un sussulto alla sua visione rischiando di cadere dalla sedia.
"Buonasera Giuseppe! È successo qualcosa?"
La schiena di Ernesto si era completamente irrigidita dallo spavento.
"Cosa ti è successo? visto che stavi farfugliando qualcosa!"
L'uomo gli avvicinò la rivista diventando nervoso.
"sette orizzontale, tredici lettere, sentimento che sta appena nascendo."
"Innamoramento!"Giuseppe ebbe un guizzo.
"Bravissimo! Si vede che sei anche professore!"scrisse la parola tutto soddisfacente.
"Ernesto, potresti darmi la carta di riserva della camera di Chiara Amoruso? Sbadatamente se le dimenticata in camera!"
Le camere del palazzo avevano la carta magnetica per accedere.
L'uomo si alzò velocemente e gli consegnò la carta.
"Ecco Giuseppe!"
"Grazie Ernesto! Io scappo! Se qualcosa per i cruciverba! Posso aiutarti!" esclamò quella frase mentre se ne andò via in fretta e furia.
"Certo! Per me è un onore!"

*****

Il bizzarro argomento di pranzo, aveva dato l'input a Chiara di prepararsi un bel bagno caldo nella vasca idromassaggio della sua camera a palazzo Chigi.
Aveva acceso due candele alla vaniglia per creare la giusta atmosfera di relax.
La mora era seduta sul bordo della vasca in intimo nero:un reggiseno di pizzo e una brasiliana del medesimo tessuto.
Con la mano destra toccò l'acqua per capire se avesse raggiunto la temperatura desiderata.
Alzò lo sguardo dal sanitario e vide Giuseppe. I suoi occhi scuri erano fissi su Chiara. Morse il labbro inferiore.
"G-Giuseppe, come hai fatto ad entrare?"
Giuseppe non rispose e fece il segno con l'indice di fare silenzio.
La ragazza si avvicinò all'uomo e prese con fermezza i lembi del doppio petto della giacca.
Lui iniziò a baciarla con voga e si tolse la giacca gettandola sul pavimento.
Le mani di Chiara si erano trasferite sulla camicia, la sbottonó Lentamente lentamente e poi la sfilando dai i pantaloni.
Giuseppe incominciò ad ansimare quando gettò via anche la camicia. Le sue mani accarezzavano il sedere della ragazza.
Finalmente quel contatto di pelle tanto desiderato,tanto esasperato nei loro pensieri più intimi.
L'uomo continuò a baciarla sul collo facendo aumentare il desiderio di lei.
Tolse finalmente i pantaloni. Stando in piedi, li sfilò velocemente.
Il loro desiderio pian piano cresceva sempre più.
Giuseppe levò il suo reggiseno e con i pollici accarezzò i suoi capezzoli turgidi di piacere.
Chiara iniziò a gemere al contatto con il suo membro.
Aveva desiderio di lei. Stava impazzendo.
Lo slip era l'ultimo ostacolo.
Lui era seduto sul bordo della vasca e, con l'indice e il pollice, tolse la brasiliana. Era completamente nuda.
I loro respiri erano sempre più irregolari. Mancava solo il suo slip.
Si alzò di nuovo e Chiara,tolse velocemente l'ultimo indumento.
I loro baci erano ricchi di ardore e di passione.
I loro corpi nudi erano immersi nella vasca.

Chiara inclinó la testa e Giuseppe scese baciandola fino al collo.
Baci ricchi di propensione e le sue mani strinsero fortemente sulle natiche.
La ragazza ansimó quando la sua lingua era sul capezzolo sinistro. Gli graffió la schiena.
L'uomo alzò lo sguardo su di essa. Bella come il sole.
Prese Chiara e la mise a cavalcioni. Aprì il box doccia, accese l'acqua e la penetró contro le piastrelle fredde.
I gemiti di Chiara erano sempre più forti ad ogni penetrazione.
Giuseppe penetró sempre con più immensità e velocità.
La ragazza arrivò prima di lui! Quanto ci sapeva fare!
Dopo un paio di minuti arrivò anche Giuseppe facendo un urlò liberatorio.

I loro corpi tremavano dall'emozione.
Avevano desiderio da giorni.
Volevano fare l'amore a tutti i costi.
"Quanto mi piaci, Chiara!" Sussurró Giuseppe a bassa voce.
"Mi fai impazzire!"rispose Chiara appoggiando la fronte contro la sua.



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