Capitolo 25: Il Nuovo Re

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Jason roteò gli occhi, troppo stanco e occupato per preoccuparsene. "Vai tu a fermarli, io non ho tempo per questo."

Prima che potesse andare via, Nico lo interruppe. "Non hai tempo? Jason, sei fermo nello stesso punto da più di un'ora. Fai sul serio?"

Jason sospirò profondamente. "Vai a occuparti di loro. Non te lo chiederò di nuovo." Poi si girò e andò verso la cabina di Zeus. Aveva bisogno di tempo per organizzare i suoi pensieri. Sentì Nico mormorare qualcosa a bassa voce, probabilmente un insulto, ma non si girò per affrontarlo. Non voleva iniziare una discussione perché, per quanto odiasse ammetterlo, aveva bisogno di Nico

Mentre andava verso la sua vecchia cabina, che aveva ripulito completamente dalle cose e la presenza di Caino, non riuscì a evitare di sentire una sensazione fredda cadergli addosso, come se qualcosa stesse per succedere.

Un vento freddo, proveniente dal nord, soffiò contro di lui e si fermò. Si girò per vedere se qualcuno lo stesse seguendo o guardando di nuovo. Di nuovo, non c'era nessuno. Non c'era neanche una persona dietro di lui. Scosse la testa, come per togliersi di dosso la sensazione di freddo, e continuò a camminare verso la sua cabina.

Proprio quando stava per aprire la porta ed entrare, il corno del campo suonò in lontananza. Senza esitare neanche un momento, Jason abbandonò la sua cabina e corse verso l'entrata del campo.

Poteva essere Percy. E se avesse portato un esercito?

Con la spada legata alla cintura, cose tra i semidei che si stavano affrettando a mettersi in posizione. Jason, Nico e Clarisse avevano dato a ognuno una posizione da prendere in caso di attacco. In caso Percy avesse deciso di riprendersi il campo.

Il sudore brillava sulla sua fronte e le gambe avevano già iniziato a diventare pesanti e fare male. Cinque anni di schiavitù, nonostante il costante lavoro, aveva completamente distrutto il suo fisico e la sua forza.

Jason si fermò all'entrata del campo, dove Clarisse e Nico lo aspettavano, circondati da semidei in ogni direzione. Jason si era aspettato di trovare Percy fuori dal confine con l'inferno alle sue spalle, ma non era Percy e non c'era un esercito. Invece, fuori dal confine del campo c'erano tre figure.

Per qualche motivo che non riusciva a capire, Jason sapeva che non erano umani. Sentiva il potere che radiavano, un potere antico, da temere. Uno di loro, dell'età di Jason, che stava al centro, emanava un potere che tutti potevano sentire. Era come se i suoi poteri fossero una forza della natura vivente che lo circondava costantemente. Le tre figure erano dèi.

Jason si avvicinò, ignorando lo sguardo di avvertimento di Nico. Si mise davanti a loro, con la barriera come unica cosa tra di loro. Riconobbe immediatamente le due figure esterne.

Il primo era Borea, il dio dell'inverno e dei venti del nord. Lui e Jason si erano incontrati prima. Era un uomo robusto. Indossava un abito che sembrava fatto di neve e un paio di ali viola lo circondavano. Aveva i capelli lunghi e una lunga barba coperta di ghiaccio.

L'altra persona, una donna, era la dea Achlys. La dea aveva parlato con Jason nei suoi sogni diverse volte. Era la voce dietro i sussurri.

Il giovane al centro, che aveva più o meno l'età di Jason, emanava un potere che non assomigliava a niente che avesse mai sentito. Il potere che faceva tremare le sue ossa era vecchio come il tempo. Il ragazzo aveva capelli castani spettinati e occhi scuri come il nulla, la pelle era chiara, le guance delicate e un corpo magro e muscoloso. Sembrava un dio che si era arrampicato fuori dal Tartaro. Era bello, ma pericoloso. Come in Percy Jackson, la furbizia brillava nei suoi occhi e il sorrisetto sul suo viso era un segno dei problemi che poteva creare. Però era molto peggio di Percy, più potente. Per lui, Percy Jackson non era niente. Contro di lui, Percy non aveva alcuna possibilità di uscirne vivo.

Ricercato: Il Regno Oscuro [Traduzione di Wanted: The Dark Kingdom ]Where stories live. Discover now