Che schifo

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Tu fai schifo sempre / Da mattina a sera / Fai schifo sempre / Quando scendi le scale / Fai schifo sempre

Lily si siede pesantemente sul divano, come se la zavorra delle nuove informazioni fosse troppo per lei. Ha gli occhi fissi su di me, inspira profondamente.

Ok darling, devi essere più specifica. Sono tutta orecchi.

Le racconto tutto. Ero davanti alle fiamme, il maniglione antipanico, lo svenimento, l’accusa, il bacio. Lei ascolta silenziosamente, sbattendo talvolta le palpebre in modo incredulo.

Che eroina da romanzo. Ti ringrazio di avermi dato così tanta fiducia da raccontarmi tutto.

Parla lentamente. Ho paura di averla scossa profondamente.

Tutto a posto? Sinceramente non mi sembra che tu l’abbia presa bene… Posso chiederti perché?

Beh sai com’è, ho appena scoperto che Kazayn… QUEL Kazayn ha appena appiccato un incendio, e tu conscia di questo fatto te lo sei tranquillamente slinguazzato… Ma cosa ti passava per la testa?

Non lo so, sinceramente non lo so. Per questo ero così disperata il giorno che ci siamo conosciute e tutti quelli prima.

Non l’hai denunciato. E se scoprono che è stato lui secondo te non spiffererà che tu lo sapevi? Non sai neanche come l’ha fatto o perché!

Non ho neanche la certezza matematica che sia stato lui del resto. Proprio perché non sembra avere un movente non posso esserne sicura…

Armony sai di star dicendo una cazzata, è stato lui. E se davvero la tua testolina ha ancora qualche dubbio te lo fugo io: Kazayn è uscito dalla classe dieci minuti prima che scoppiasse tutto. Ha preso la sua giacca di pelle, e tutti sappiamo che da fumatore si porta dietro sigaretta e accendino. Avevamo disegno tecnico, quindi non so nemmeno se il prof se ne sia accorto. Ma se faranno indagini qualcuno della mia classe potrà “casualmente” ricordarsi di questo dettaglio.

Stai dicendo che l’abbia fatto di proposito con l’accendino? Magari è stato un errore…

Eureka! Non mi interessa se glielo abbia ordinato il diavolo o se sia stato preso da autismo, so che è stato lui. Ascolta, ora devo stare un po’ sola coi miei pensieri… ti spiace se ci sentiamo tra un po’? Mi rifaccio viva io.

Ho capito l’antifona… ciao…

Non piangere, non piangere, non piangere. Non piangere.

Una forza strana si impossessa di me: non voglio stare ferma. Non posso stare ferma. Torno a casa. Edito il video (ovviamente tagliando l’ultima parte) e lo pubblico subito. Faccio qualcosa tipo quattro TikTok di fila. 

è estenuante, ma ne voglio fare altri!!! Forse se mi stanco abbastanza fisicamente sarò così a pezzi da non sentire i miei pensieri. Mi occupo la mente, la voglio far straripare di idee creative per video, balletti e foto per Instagram. Forse dovrei anche aprire un secondo canale per cantare e scrivere canzoni. Ma certo! Prima un ultimo TikTok! Un altro. Ancora. Ancora.

Mi butto sul letto col fiatone. Pausa. Apro Youtube per vedere cosa ne pensano i miei iscritti del video di ringraziamento. Quanti commenti! Molti più del solito. Non ci credo. Non può essere. Perché?

“Già la qualità stava decadendo, con questo video hai toccato il fondo. Disiscritta”

“ Mi sa proprio che i 100k li hai comprati. O forse promettevi loro di uscire le tette”

“Escile”

“Tiratela meno, privilegiata spocchiosa”

“Questo video rispecchia la tua vita. Inutile”

“Falsa”

“Brutta”

“Che schifo”.

Già, che schifo.

Ammaliata in un istanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora