quarantacinque.

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C'è chi si stringe e chi si perde
comunque vada resto tua per sempre
- elisa



C'era una volta una ragazza che amava dormire fino a tardi. In qualsiasi occasione, ma più che mai in inverno dopo aver passato l'intera serata a fissare il cielo con una coperta sulle gambe e qualcosa di caldo da bere, o durante le vacanze di Natale. Ovviamente, se poi quelle circostanze si presentavano tutte insieme, la voglia e il bisogno di dormire fino a tardi della ragazza aumentavano a livello esponenziale. Insomma, fosse stato per lei, quel giorno di Natale Luna sarebbe rimasta a dormire almeno fino al primo pomeriggio, con la finestra lasciata un po aperta lasciando che quel vento calmo l'avvolgesse. Stava sognando l'oceano, era tanto calmo da non riuscire a smettere di guardarlo, e lei era lì seduta sulla riva ad osservarlo, con qualcuno seduto accanto a lei a parlare a bassa voce del resto di quel mondo che se ne stava lontano, oltre tutta quell'acqua salata che ad occhio sembrava non finire mai. La voce era quella di lei, senza alcun dubbio, ed era tutto troppo realistico da sembrare vero, baci sulle guance e mani passate tra i capelli che odoravano di sale.
Ma poi all'improvviso il mare non era più così calmo, si increspava e si alzava il vento, si alzavano le onde.
Lei spariva in meno di un battito di ciglia, e al suo posto rimaneva solo il vento, che con la voce acuta di Holly sembrava ulularle contro di svegliarsi. Come un uragano, sia in sogno che nella vita vera.

E, infatti, Holly era appena entrata nella stanza della più piccola, proprio come l'uragano che le aveva fatto visita in sogno. Senza degnarsi di bussare come sempre del resto, facendo rumore, blaterando qualcosa che onestamente la ragazza dai capelli chiari non voleva nemmeno provare a capire. Voleva solo dormire per il resto della propria vita, tornare in quel sogno e rivivere quell'oceano così calmo, risentire la voce della madre come fossero l'una accanto all'altra davvero, non solo per la sua immaginazione. Voleva solo cacciare Holly dalla propria stanza e magari insegnarle a bussare una volta tanto, anche sapendo benissimo che non avrebbe imparato mai. Così grugnì qualcosa di indefinito, impossibile da comprendere persino alle proprie orecchie. E la sentì ridere, ma voleva davvero prenderla a calci nel sedere per averla appena svegliata a non sapeva che ora del mattino. 

Ma poi sentì qualcosa poggiarsi sul proprio materasso, proprio dietro la sua schiena coperta da una leggera maglia grigio scuro molto più grande di lei, la cugina toglierle le lenzuola di dosso senza fare troppe cerimonie, continuando a ridere anzi.
Non fu la poca delicatezza della ragazza dai capelli biondo fragola a svegliarla del tutto, però. Fu la delicatezza di un paio di labbra posate tra i suoi capelli e una mano posarsi sui suoi occhi chiari. E fu la consapevolezza istantanea che lui fosse li proprio dietro di lei, a farle schiudere le labbra e tirarsi a sedere di scatto. Tanto in fretta, a dirla tutta, che Luna per un attimo potè giurare di sentire la testa girare, mentre emozione e curiosità le si riversavano addosso,  facendo spuntare un gran sorriso su quelle labbra ancora mezze addormentate.

Bastò poco, e Luna si catapultò tra le sue braccia mentre si sentiva stringere in uno di quegli abbracci tanto forti da spaccarti tutte le ossa del corpo ma riuscendo a mettere insieme tutti i pezzi rotti di te stessa; mentre si sentiva sussurrare un semplice buon natale bimba da quella voce che tanto amava dritta nelle orecchie, per poi sentire le sue labbra al sapore di menta posarsi sulle sue. 
Bastò poco, e Luna stava già lottando per aprire quella scatola che Tyler le aveva posato sulle gambe. Sciogliendo quel fiocco rosso di quel pacchetto rettangolare come fosse un piccolo fiore, facendo ridere il ragazzo accanto a lei. Distruggendo quella carta  argentata, frugando poi al suo interno e buttando tutti quei fogli che lui aveva messo per non farle scoprire subito il regalo ovunque, sulle proprie gambe, sul materasso, sul pavimento, su di lui.
L'uragano era diventata lei adesso non più la cugina. Talmente su di giri che avrebbe distrutto mezzo mondo pur di scoprire il più velocemente possibile cosa le avesse regalato Tyler, sentire se ci fosse il suo odore ancorato a quel pacchetto. Come se fosse stata messa nella scatola per ultima, quella maglietta. Un pensiero all'ultimo secondo, forse, ma che rischiava di farla andare in tilt da un momento all'altro, ancora col fiato sospeso e i pensieri che in un solo istante erano volati a quella prima notte che avevano dormito insieme.. era la sua maglietta, quella semplicissima maglietta bianca che aveva addosso lui quella notte.

A un passo da te  (REVISIONE)Where stories live. Discover now