Undici

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Che ti vorrei sentire anche per un istante
ti vorrei abbracciare come ho fatto sempre
ti vorrei guardare senza dire niente
lasciare indietro quello che non sempre.
- Lorenzo fragola

Ore prima e non riusciva a pensare. Il tempo le scorreva addosso inesorabile e troppo veloce senza far rumore. E lei si trovava li seduta sul divano e ancora non riusciva a trovare una soluzione a quel problema che all'apparenza non era nulla e chiunque l'avrebbe presa per matta nel vederla così nervosa, ma ai suoi occhi era immenso.
Chiudeva e riapriva gli occhi e cercare di respirare dicendosi che quello era solo nervosismo che non ne aveva motivo che infondo era solo Tyler che infondo quella sarebbe stata solo una semplice serata come tutte le altre. Ma quel nervosismo ce lo aveva addosso da ormai tutta la mattina da quando Tyler le si era avvicinato silenziosamente e le aveva sussurrato con tono così basso che era difficile anche sentirlo.
<< passo a prendere te e Maya alle 8 e non accetto un no come risposta bimba>>
E lei si era ritrovata a fissarlo negli occhi come se fosse un alieno e non era nemmeno riuscitsa a rispondergli che lui era sparito in un attimo.
Quel nervosismo lo teneva incollato sulla pelle da quando aveva iniziato a pensare a come sarebbe potuta andare quella sera e normalmente non era mai stata quel tipo di persona che si faceva prendere dal panico ma questa volta si trattava di qualcosa di più grande di lei dalla quale nonostante tutto non voleva allontanarsi anche se non glielo avrebbe detto.

<< cosa ti frulla in quella bella testolina bionda?>>
<<cosa ? scusa non ti avevo vista arrivare>>
<< me ne sono accorta sai, di cosa hai paura mmH?>> le chiese dolcemente Holland sedendosi di fronte a lei sul divano poggiandole la mano sul ginocchio accarezzandola per cercare di far andare via tutta la tensione che sembrava averla catturata.

Luna accennò un timido sorriso di fronte allo sguardo dolce della cugina e non ebbe nemmeno bisogno di risponderle perchè lei aveva già capito tutto, la conosceva come un libro aperto e non avevano bisogno di parole tra di loro per capirsi.
<< lo sai non devi essere nervosa, non con lui. Lui ti guarda ancora come la prima volta che ti ha vista. Ti tratta come se volesse proteggerti da tutto il resto del mondo e farebbe qualsiasi cosa per vedere quel sorriso. >>
<< non è così semplice ..>>
<< lo è invece, devi lasciarti andare. Dimentica tutto il resto e vivitelo mh?>>  le sorrise prima di alzarsi e baciarla sulla fronte.
E ora Luna si trovava di nuovo li a riflettere. Quelle parole potenti come una bomba che lei sapeva fossero vere ma faceva di tutto per convincersi del contrario. E nella sua mente era in atto una lotta tra la razionalità e quello che diceva il suo cuore. Cercava di convincersi che per lei lui era solo un normale ragazzo che conosceva come tutti gli altri, ci provava davvero ma non poteva far finta di non sentire il suo cuore mettersi apposto al solo pensiero del suo sguardo su di lei a farle da scudo. Ogni volta che era con lui si sentiva protetta e amava quella sensazione. Ma la odiava anche perchè voleva essere lei a proteggere lui e non poteva farlo se gli stava così vicino. Ma allontanarsi da lui si era rivelata una cosa più difficile di quello che pensava, a dir poco impossibile.
Si alzò dopo qualche minuto e decise di andare a farsi una doccia calda per alleggerire il suo nervosismo. Sentiva l'acqua scorrerle lentamente addosso rilassando tutti i suoi muscoli e quel getto sembrava riuscire quasi a rilassare anche la sua mente.
Era assente mentre osservava l'anta dell'armadio davanti a se. Volata via da quella realtà per andare in un'altra dimensione forse a  lei più familiare, leggera tanto quanto il vento che soffiava fuori dalla finestra o forse anche di più. Si era incantata finchè non fu Maya a risvegliarla dai suoi pensieri facendo irruzione nella camera più forte di Hulk chiedendole di sistemarle i capelli in una di quelle trecce che era solita fare con la mamma.

A Luna nacque un sorriso nel vedere la più piccola così contenta mentre si allacciava le scarpe che aveva messo sotto quella piccola gonna rosa abbinata con una maglia bianca con dei piccoli cuoricini stampati sopra.
<< allora piccola dimmi un pò sei contenta di uscire stasera?>>
<< si contentissima. Non vedo l'ora che viene Tyler lui è il mio eroe>>
<< lo so piccola lo so. Corri a prendere la giacca >> non poteva fare a meno di sentire la sua voce tremare un pò e gli occhi inumidirsi davanti a quella affermazione così spontanea e così vera, ma in fin dei conti lei lo aveva sempre saputo.
La osservava e nel frattempo cercava di decidere se quella maglia bianca con la schiena scoperta e quei pantaloncini stracciati a vita alta andassero bene per quella serata ed era assurdo perchè erano i suoi preferiti e ancora di più era assurdo perchè si stava facendo prendere da problemi inutili, o questo almeno fino a quando non si rese conto che mancavano solo 10 minuti affinchè lui passasse a prenderle.
10 minuti bastavano per farla iniziare a respirare rumorosamente scompigliandosi la frangetta ogni 5 secondi e continuando a guardarsi allo specchio dandosi della matta da sola.
Tutto quel nervosismo però alla fine non era altro che paura.
Paura di mandare tutto a puttane per qualcosa che poteva dire o fare, paura che i suoi più grandi tormenti bussassero alla sua mente convincendola che uscire con lui era un grandissimo errore.
Paura che lui potesse guardarla dritto negli occhi e capire cosa c'era che non andava in lei.
Paura di avvicinarsi troppo a lui, di lasciarsi andare talmente tanto da mandare al diavolo tutte le sue promesse.

A un passo da te  (REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora