venti.

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Give a little time to me or burn this out,
we'll play hide and seek to turn this around,
all i want is the taste that your lips allow
- ed sheeran

Ogni volta sempre la stessa storia. Fino a quando il bip della cintura di sicurezza dell'auto non si spegneva non riusciva a darsi pace. Non sopportava l'idea di dover restare fermo per un tempo non quantificabile. Inghiottito nel traffico lento della città con l'ansia che lo accompagnava per l'intera tratta. E li, in quell'auto vuota, con il mare che scivolava veloce di fianco a lui, e il rumore delle onde e dei gabbiani sopra di lui, la sua mente era capace di viaggiare ad una velocità superiore di quella del mezzo su cui si trovava.
Aveva deciso di non dare possibilità alla sua mente di pensare se non solamente dopo essere arrivato, se proprio era necessario.
Di cosa aveva paura? Di cambiare idea? Di decidere all'ultimo secondo di gettare tutto all'aria e di tornare indietro? Non ne sarebbe mai stato capace.
Avrebbe voluto, ma non poteva. E ora l'auto aveva preso velocità e insieme a lei anche i suoi pensieri e gli avvenimenti di quelle ultime 36 ore. Era successo tutto in pochissimo tempo e quel poco tempo era bastato per far crollare tutto.
Castelli di sabbia.
Ripercorse nella sua mente ogni singolo istante dal momento in cui aveva visto la porta d'ingresso aprirsi, fino agli occhi vuoti di lei dentro quell'auto.
Aveva vagato per la città, pensato e ripensato, e si odiava per non aver avuto il coraggio di fare qualcosa. Si sentiva quasi un codardo, eppure non c'era riuscito. E aveva provato una rabbia anomala perchè non ricordava di essersi mai sentito così ferito e deluso dalla persona per cui provava dei sentimenti così forti.
Si era poi richiuso quella porta alle spalle e aveva pensato, pensato e ripensato. Il giorno dopo sarebbe partito e lo sapeva solo Ian.
Si odiava per non aver avuto il coraggio di parlarne con Luna, si sentiva quasi un codardo, eppure non c'era riuscito.
Paradossalmente sarebbe stato quasi più facile ammettere quello che provava. Ma aveva deciso che voleva un'ultima cosa da lei, desiderava che lei suonasse, ma non un pezzo qualsiasi, non una canzone qualsiasi. Aveva bisogno che lei tornasse dove tutto era iniziato, che tornasse sui suoi passi, sulle corde che suonava il suo cuore, letteralmente, almeno per una volta. Doveva farlo per lui. Non riusciva a spiegare nemmeno a se stesso il perchè di quel desiderio, sapeva solamente che era la cosa giusta da chiedere, il solo pezzo mancante.
A casa di Luna lei non c'era, ma c'erano Holly e la piccola Maya. Holly che lo aveva accolto sulla porta e alla quale aveva poi confidato della sua partenza, e lei gli aveva raccontato di come l'aveva sentita poco prima.
Non sapeva dove potesse trovarsi lei in quel preciso istante, ma sapeva per certo dove avrebbe potuto trovarla quella sera e così, chiesto un piccolo favore a Holly se n'era andato, aveva camminato e passeggiato per le vie aspettando l'ora giusta per andare da Luna.
Non avrebbe saputo esprimere a parole le emozioni che aveva provato nel vederla suonare per lui. Era splendida, ma soprattutto brava. Brava da mozzare il fiato, brava che avresti passato il resto dei tuoi giorni a sentire la sua voce che accompagnava il movimento delle corde.
E quanto gli piaceva, quanto ne era innamorato, quanto desiderava poter restare e darsi, ma soprattutto darle, la possibilità di concedersi all'amore nel suo aspetto più grande.
Quelle sensazioni non le avrebbe dimenticate facilmente, forse non l'avrebbe dimenticate proprio mai.
Occhi dentro occhi, mani nelle mani. Chissà se era stata soltanto una semplice coincidenza che la canzone successiva che suonò fu proprio quella.  Ma chi ci aveva mai creduto alle coincidenze? Quelle note erano la melodia per quel momento così tanto atteso e desiderato da sembrare ora soltanto un sogno,  un sogno di cui però ricordava ogni singolo dettaglio e di cui poteva sentirne il peso sul suo petto. Quello era il miglior ricordo di Luna che potesse mai chiedere.
Avrebbe dovuto portare via con se ogni lacrima nascosta, ogni parola taciuta.

Tornato a casa doveva ancora prendere tutto, ma chi aveva intenzione di dormire? E chi aveva intenzione di iniziare subito con tutte quelle emozioni così forti e intense addosso?
E li davanti a lui c'erano fogli bianchi da riempire, parole nel suo cuore pronte per essere trascritte.
Aveva lasciato poi, quei fogli su quella sua chitarra il mattino seguente.
Sapeva di essere stato pessimo a fare una cosa del genere, non ne aveva alcun diritto, ma in qualche modo doveva pur dirle ogni cosa.
Sapeva di aver scelto la maniera peggiore, sapeva che l'avrebbe ferita e sapeva di non poter pretendere nulla da lei, nè ora nè mai, ma pur sapendo tutto ciò decise che non poteva non lasciarle ciò che di più prezioso possedeva, le sue parole per lei.
Appiccicò il post- it sul manico della chitarra nera un secondo prima di uscire da quella camera che tanto odorava di lei.

Il bip della cintura di sicurezza si spense e potè finalmente concedersi un lungo sospiro di sollievo.
Quanto era difficile farla ragionare a volte. Quanto era difficile poterla aiutare. Quanto era stato difficile farle ammettere che averlo così vicino era solo quello che voleva. Quanto era difficile starle lontano, sia quando era felice che nei momenti peggiori. Quanto era difficile starle vicino e non perdere il controllo guardando quelle labbra.
Ma quanto era stato facile, invece, innamorarsi di lei.
E ora? E ora sembrava tutto così lontano. Alle volte Luna sembrava così vicina, quando gli parlava, vaga certo, ma poi vicina.
La sua convinzione di non voler più credere nell'amore che lui sapeva di essere riuscito a far vacillare, e che forse era anche riuscito a farle crollare quella convinzione.
E ne era sicuro quando guardava quegli occhi combattere, fare a pugni con se stessa, ma ora? A cosa era servito? Era stato crudele, aveva fatto di tutto pur di farle cambiare idea, l'aveva fatto per lei, ma anche per se stesso e questo lo faceva sentire pessimo, quasi cattivo. Che diritto aveva avuto di fare ciò? Quanto aveva preteso ingiustamente da lei per i suoi scopi personali? Per i propri sentimenti?

E ora? Continuava a chiederselo. E ora? E ora? Conosceva la stabilità dei suoi sentimenti, di qualsiasi natura essi fossero. Avrebbe continuato a pensare a Luna. Avrebbe continuato ad essere innamorato di lei. Ne avrebbe parlato? L'avrebbe tenuto per se stesso? A questo non sapeva rispondere; l'avrebbe cercata? Magari l'avrebbe anche dimenticata, anche se gli sembrava la cosa più impossibile del pianeta.
Ma l'avrebbe desiderata, questo era sicuro, avrebbe sperato di averla accanto a lui, che lei ci fosse sempre, anche ora, accanto a lui ad osservare l'oceano in quell'auto.
Le sarebbe tornata in mente di continuo.
Durante il giorno mentre aiutava Tanner con il matrimonio, e anche, soprattutto durante la notte, quando avrebbe voluto stringerla tra le sue braccia, respirare di lei.
Le sarebbe tornata in mente.. e non avrebbe potuto fare niente per evitarlo.
Le sarebbe tornata in mente, o forse, non avrebbe mai lasciato i suoi pensieri.

A un passo da te  (REVISIONE)Där berättelser lever. Upptäck nu