15. Raggio di sole

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<<Cosa sta succedendo, Robert?>> gli chiese George.
<<Richard ha dato di matto. è ubriaco fradicio e ha tentato di aggredire me e Claire>> rispose lui.
<<Tentato di aggredirci?>> strillò Claire, indignata. <<Ha cercato di ucciderci!>>
Richard, rannicchiato per terra, piagnucolava continuando a imprecare contro Claire e suo fratello.
Arrivò anche Mary, col fiato grosso per lo sforzo. <<Tutto questo è un incubo! Forse è una punizione divina!>> si inginocchiò, iniziando a pregare.
<<Mary, cara>> disse George, avvicinandosi a lei. <<Non è il momento per le preghiere>>.
Con molta cura tirò un braccio di Mary verso l'alto, che si fece guidare come un'automa e si ritrovò in piedi. <<Scendi giù con le ragazze e se succede qualcosa, chiamate>>.
<<Sì>> rispose.
George prese la torcia e gliela porse.
<<E voi?>> chiese Mary.
Claire uscì una scatolina di fiammiferi dalla tasca della camicetta.
<<Li abbiamo trovati io e Robert. Presa dal panico avevo dimenticato di averli>> cercò quasi di scusarsi con Robert.
Porse a George la scatolina. Lucy sbucò fuori dalla camera da letto vestita a puntino, e si avvicinò a Mary. Sembrava che non avesse udito il gran trambusto, o forse aveva pensato che era meglio restarne fuori. Claire andò verso Robert. <<Stai attento>> gli sussurrò all'orecchio, baciandogli la guancia. <<Ho paura che Richard abbia qualche rotella fuori posto>>.
<<Potrebbe anche essere>> le rispose Robert. Le passò la sua Colt. <<Tieni d'occhio Lucy, è pericolosa quanto Richard>>. Detto questo, si scansò da Claire.
<<Che hai?>> gli chiese lei, visibilmente preoccupata. 
<<Nulla. Va di sotto con Mary e Lucy. Poi mi spiegherai il motivo per cui mi hai rubato la pistola>>.
Claire arrossì. <<Non volevo rubartela, Robert. Non è come pensi>>.
<<E com'è, allora? Io penso quello che vedo>>. Si girò e si chinò dal fratello.
Le tre donne scesero sotto. 
Richard continuava a urlare insulti osceni, alternati a scoppi di risa isteriche. 
George guardò Robert. Robert guardò George. Stavano pensando entrambi la stessa cosa.
<<Credi che Richard sia psicotico, vero?>> chiese Robert. George annuì.
<<Dobbiamo calmarlo>>. 
Richard ora aveva cominciato a gridare come un forsennato e a prendersi a morsi.
<<I sonniferi di Mary!>> esclamò Robert. <<Sono nella stanza di Claire>>.
Ritornò dopo pochi secondi con la boccetta piena di capsule. George cercava di tenere fermo Richard mentre Robert gli ficcava le capsule in bocca. Richard le sputò, ridendo. 
<<Cosa facciamo?>> chiese Robert, in preda al panico. 
Il fratello continuava ad agitarsi sempre di più.
<<Ti fidi di me?>> gli chiese a sua volta George, guardandolo negli occhi.
Robert lo guardò, aveva capito. 
<<Sì>>.
George colpì Richard in testa con il calcio della pistola, stordendolo.
Robert lo trascinò nella camera da letto dove Richard aveva passato la serata a letto con Lucy e a bere. 
"Ecco dove ha trovato l'alcol" si disse. Di fronte ai due letti singoli - che Richard e Lucy avevano unito per crearne uno matrimoniale - c'era un piccolo piano bar.
"In questa famiglia devono essere un po' alcolizzati" dedusse.
George lo raggiunse. <<Sarà meglio legarlo>>.
<<Sì. C'è un capanno giù, ci sono delle corde lì>>.
Robert si fece passare i fiammiferi da George e cominciò a perquisire ogni angolo della stanza.
<<Cosa stai cercando, figliolo?>> 
<<C'è un'auto posteggiata nel garage ma non trovo le chiavi. Teniamo questa notizia per noi al momento. C'è troppo panico, non voglio che qualcun altro si faccia male>>.
Mise tutto fuori posto, cassetti, vestiti; controllò perfino sotto ai materassi. Delle chiavi non vide nemmeno l'ombra. 
Andò nella camera da letto dove era stato con Claire, e anche lì non riuscì a trovare le chiavi. Diede un'occhiata al diario che Claire aveva quasi finito di tradurre, lo mise in tasca e richiuse la porta.
<<Vado a prendere la corda>> disse Robert a George. <<Tu controlla che Richard non si muova>>.
<<Credo che non si muoverà fino a domattina>>.
Robert annuì. Dopo qualche minuto ritornò con la corda. Legò al fratello le mani e per sicurezza lo assicurò ai piedi del letto, tenendo un fiammifero tra i denti per farsi luce.
<<Così non potrà far male a nessuno>> disse.
Gli controllò i piedi. Proprio come pensava, la pallottola non lo aveva nemmeno sfiorato. Tirò un sospiro di sollievo. Gli cambiò la medicazione alla ferita, che era quasi guarita. Come gli aveva detto quando tutto quel gran casino era iniziato, si trattava di poco più che un graffio. Dall'indomani mattina avrebbe anche potuto correre se avesse voluto.
<<Robert>> lo chiamò George. Robert accese un altro fiammifero. <<Credo di aver trovato le chiavi che cercavi>>. 
George aveva tra le mani una piccola ciotola colma di chiavi fino all'orlo. Sembravano tutte uguali.
<<Non ci resta che provarle tutte>> disse Robert.
Scesero sotto. 

31 Luglio, ore 02.00 a.m.

Nelle due ore precedenti non successe nulla. Lucy si era addormentata su un divano e russava, Mary era appisolata su un altro divano a fissare prima Lucy e poi George e Robert che controllavano fuori dalle finestre. Claire rileggeva il diario che al lume di candela aveva appena finito di tradurre. Nella credenza della cucina avevano fortunatamente trovato delle candele, quando i fiammiferi erano finiti. 
<<Quello che c'è scritto non vi piacerà>> sussurrò Claire. 
<<Ci penseremo domattina>> disse George. <<Devi riposare anche tu, Claire. Siamo tutti stanchi e provati e con i nervi a fior di pelle>>.
Claire si avvicinò a Robert e lo abbracciò. Lui ricambiò. 
<<Sei ancora arrabbiato con me?>> gli chiese.
<<No, ma perché mi hai rubato la pistola? Te l'avrei data se me l'avessi chiesto>>.
<<Io pensavo che non me l'avresti data. Avevo paura che qualcuno fosse entrato in casa e volesse farmi di nuovo del male>>.
<<Credevo che non avessi fiducia in me>>.
<<Non dirlo mai. Sei l'unica persona di cui mi fido, Robert>>.
<<Facciamo come se non fosse successo nulla>> la rincuorò Robert. <<Seguimi, devo mostrarti una cosa>>. 
La prese per mano e la condusse al garage. 
<<Abbiamo un'auto?>> chiese Claire, entusiasta.
<<Direi di sì>> rispose Robert, prendendo la ciotolina. <<Troviamo la chiave>>.
Dopo averle provate quasi tutte, trovarono quella giusta. Esultarono, ma quella felicità durò poco. La Rolls-Royce non voleva saperne di partire. Robert, deluso, scese dall'auto e aprì il cofano. Tirò un sospiro di sollievo. Motore e batteria erano lì entrambi. Controllò il serbatoio, trovandolo vuoto. Sperava che il problema fosse solo la mancanza di carburante e non un mal funzionamento del motore o la batteria scarica. Per saperlo, in qualche modo avrebbe dovuto procurarsi del carburante. Ci avrebbe pensato dopo. Claire richiuse la porta del garage e poggiò la torcia tra il cofano e il parabrezza. Quindi si avvicinò a Robert, circondadolo da dietro con le braccia, accarezzandogli il petto e la schiena con tocco delicato. Robert non riusciva a parlare, sentiva solo il battito del suo cuore che galoppava come un cavallo in corsa. Si girò verso Claire, chinandosi a sfiorare le labbra di lei con le sue. Si guardarono negli occhi e fu in quel momento che iniziarono a perdersi l'uno nell'altra. Si sistemarono nel sedile posteriore, senza smettere di baciarsi. Il desiderio li avvolgeva entrambi. 
<<Sei sicura?>> le chiede Robert, tenendole il viso tra le mani.
<<Mai stata più sicura>> rispose lei, riprendendo a baciarlo. 
Lo circondò con le braccia e con le gambe. Robert entrò in lei dolcemente, ed entrambi inziarono a sentirsi a casa. Robert in quell'istante capì che era la prima donna che avesse mai amato, e l'unica donna che avrebbe amato per sempre. Annegarono l'uno nell'altra, fuori da quell'orribile mondo in cui si trovavano. Adesso erano solo loro e nessun altro. Per qualche ora dimenticarono tutto, persi nell'amore appena sbocciato. 

31 Luglio, 04.30 a.m.

<<Si chiederanno che fine abbiamo fatto>> disse Robert, accarezzando i capelli di Claire che era poggiata al suo petto.
<<E noi lasciamoglielo chiedere>> rispose lei, accarezzando il viso di lui. Lo baciò delicatamente, poi si sollevò su un gomito. <<Che ne dici di salire su e dormire un po'?>>
<<Direi che è un'ottima idea>>. Robert si tirò su e si rivestì, Claire lo imitò subito dopo. Il sole stava quasi per sorgere. Rimasero lì, seduti sul prato dietro al garage, a guardare l'alba. 
Claire gli prese la mano. 
<<Ti amo, come non ho mai amato nessuno>>.
<<Ti amo, come non ho mai amato nessuna>>. 
Alla prima luce del sole si baciarono di nuovo. 
<<Come il sole, siamo rinati anche noi?>> le chiese Robert, guardandola negli occhi.
<<Credo di sì>> rispose lei, senza staccare gli occhi da quelli di lui. <<Sei tu il mio raggio di sole>> gli disse. 
<<E tu sei il mio sole>> le disse lui.
Voltarono le spalle alla stella nascente e rientrarono, informando gli altri che avrebbero dormito un paio d'ore. 
Non appena poggiarono la testa sul cuscino, si addormentarono. 

La Strage Di BittytownWhere stories live. Discover now