14. Delirio

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Robert scese le scale quasi correndo, ritrovandosi fuori dal municipio in un baleno. Quando era andato sul retro con Claire per fumare, aveva subito notato un garage. Non riusciva ad alzarne la serranda, pur mettendoci tutte le sue forze. Accanto al garage, fortunatamente, c'era un piccolo capanno per gli attrezzi: entrò, almeno quello era aperto. Con difficoltà trovò il filo per accendere la lampadina. Tra i vari attrezzi da giardinaggio - nel retro del municipio c'era un piccolo ma ben curato giardino - Robert vide subito quello che faceva al caso suo: un piede di porco. Si diresse di nuovo al garage, lasciando la porta del capanno aperta così che la luce del capanno potesse illuminare il suo tentativo da scassinatore. L'aria era satura di umidità quella notte, e Robert cominciò a sudare più che se fosse stato sotto al sole cocente. Mentre si dava da fare con il cavachiodi per far saltare la serratura, ascoltava il frinire dei grilli, che in quel momento gli parse quasi melodioso. "Loro di sicuro non hanno di che preoccuparsi" pensò. Stava immaginando come sarebbe stata la sua vita se fosse stato un grillo, o un qualsiasi altro animale. Non avrebbe avuto la consapevolezza della coscienza. Forse sarebbe stato meglio: nessun senso del dovere, nessun senso di colpa. Finalmente la serratura saltò, ma il buio era tanto fitto che nemmeno il fascio di luce riuscì a rischiarare l'interno del garage. Si spostò di nuovo nel capanno degli attrezzi, questa volta alla ricerca di una torcia. Fu di nuovo fortunato. Nel garage era posteggiata una Rolls-Royce Wraith del '38, con la carrozzeria lucida e dai colori nero e bianco panna. Robert rimase ad ammirarla per diversi minuti, affascinato. Era tenuta talmente bene come se fosse appena uscita dalla concessionaria. Robert dedusse che il sindaco la tenesse come pezzo da museo, utilizzando probabilmente nella vita di tutti i giorni una berlina o un'utilitaria. "Magari il sindaco è stato tra i primi ad essere stati avvertiti ed è scappato via con la sua famiglia" si disse. "Perché nessuno ha ascoltato la nostra richiesta di soccorso? Perché nessuno viene a salvarci?". Ripensò a Lucas e pieno di rabbia diede un calcio alla carrozzeria immacolata. Si avvicinò alla portiera e tirò la maniglia: l'automobile, come sospettava, era chiusa. 
<<Maledizione!>> imprecò, dando un altro calcio alla sempre meno immacolata carrozzeria. Si lasciò scivolare per terra lentamente, le spalle contro il muro e le mani tra i capelli. Rimase così per un po' di tempo, scoraggiato dopo aver valutato le poche probabilità che avevano di uscire vivi da quella situazione che diventava sempre più surreale. La sensazione che tutto fosse un sogno - gli evasi, i morti, la città in fiamme, gli animali squartati - non lo voleva abbandonare. L'unica cosa che gli sembrava reale era l'amore che provava per Claire. Doveva portarla via di lì, a qualsiasi costo. Voleva passare il resto della sua vita con lei. Si alzò e richiuse  la porta del garage come meglio poté, spense la luce del capanno e tornò dentro il municipio.
In cucina trovò il gin aperto. Si sedette su una sedia. "Finalmente posso berne un po', prima che qualcun altro lo finisca" pensò, esaminando la bottiglia - Richard ne aveva tracannato metà. Aveva intenzione di ispezionare le camere da letto prima di ritornare da Claire; se avesse avuto fortuna le chiavi dell'auto sarebbero state in uno dei cassetti o degli armadi. Non era destino però che potesse bere quel gin. All'improvviso, subito dopo le prime sorsate, si ritrovò nel buio più totale.
<<Ma che diamine...>> disse, alzandosi. Come se avesse previsto qualcosa, aveva portato la torcia con sé. La accese subito e si diresse verso il salone, dove trovò George e Mary divisi da una scacchiera.
<<Che sta succedendo?>>
<<Ne sappiamo tanto quanto te>> gli rispose Mary.
George caricò la sua Colt, Robert fece altrettanto. 
Stava per avvicinarsi alle finestre - Mary le aveva pulite dal sangue alla meglio - che si sentì chiamare da sopra. Era Claire a chiamarlo, insistentemente e terrorizzata.
<<Sono subito da te!>> le gridò Robert. 
Si precipitò sulla borsa che aveva ben nascosto sotto uno dei divani, e diede il Revolver a Mary.
<<Io non so sparare!>> disse lei, rabbrividendo, quasi avesse più paura di tenere un'arma in mano che di essere uccisa.
<<Devi. Torniamo subito>> salì le scale correndo.

La Strage Di BittytownWhere stories live. Discover now