3. Complicazioni

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Richie si ritrovò nella polverosa cantina della casa dove era cresciuto. Il cuore aveva cominciato a battergli forte dopo aver sentito gli spari in avvicinamento. Non c'era la luce elettrica in cantina ma grazie ai raggi solari che filtravano dalla finestrella in alto non ebbe difficoltà a individuare subito il piccolo baule. Si precipitò con la chiave in mano, ma per colpa del sudore e del panico crescente gli scivolò via.
<<Cazzo!>> esclamò, furioso con se stesso. Si mise gattoni alla ricerca della chiave, fortunatamente finita sotto un tavolo dove erano riposti barattoli vuoti di vecchie conserve che il padre era solito preparare. Nell'afferrarla scorse un piccolo oggetto di forma rettangolare. Era un diario, rivestito di pelle e consunto, con su inciso uno strano simbolo che non aveva mai visto prima. Lo mise sopra il tavolo e si lanciò sul baule. La chiave girò nella toppa con un rumore che ricordava lo stridio del gesso premuto contro la lavagna. Sul fondo, sopra vecchi ritagli di giornale vi erano quattro scatoline piene di munizioni. Le prese e fece per andarsene quando gli occhi gli ricaddero sul piccolo diario. Prese anche quello e risalì le scale in tutta fretta, quasi avesse le molle sotto i piedi.
Robert lo raggiunse davanti la porta d'ingresso dopo pochi secondi, con le armi sotto le braccia e una borsa grande in una mano. La lanciò al fratello quando lui stava già per uscire fuori.
<<Fermo! Aiutami a metterle dentro insieme alle munizioni, non possiamo uscire da qui con queste in mano, ci scambierebbero per alcuni degli evasi o penserebbero che abbiamo perso il senno>>.
L'armamento consisteva di una revolver .38 Special, di due Colt semi-automatiche .45 e di un vecchio fucile a pompa. Richard aveva dei dubbi riguardo al funzionamento di quest'ultimo. Robert richiuse la cerniera e aprì la porta. Mentre si richiudeva alle loro spalle, sentirono per l'ennesima volta degli spari, questa volta vicinissimi. Sembravano addirittura provenire da vicino all'abitazione di Richie.
Accadde tutto all'improvviso. Richard, più impaziente che mai di ritornare a casa sua - dove era andato a vivere quando potè permetterselo dopo aver trovato il suo primo impiego - dal momento che era preoccupato per Claire, si mise a correre come se il diavolo in persona lo stesse inseguendo. Precedeva Robert di pochi passi. Non ci fu nemmeno il tempo di attraversare il primo incrocio. Una pallottola, proveniente dalla strada, sulla destra, colpì Richie al polpaccio, il quale cadde a terra chiamando a squarciagola il fratello.
<<Robert! Rob! Mio Dio, mi hanno sparato!>>
Per sua fortuna il fratello maggiore non era facilmente impressionabile, ed era una di quelle persone che anche in un momento di panico generale riescono a prendere in mano la situazione e a riflettere e agire con lucidità.
<<Fa troppo male!>> Richie cominciò a piangere, più per la paura che per il dolore, mentre Robert iniziò a trascinarlo indietro tenendolo da sotto le ascelle. Dei passi in avvicinamento rimbombavano sul selciato. Affrettò l'andatura - grazie al cielo amava tenersi in forma - e in pochi secondi i due furono di nuovo dentro casa.
Con il labiale Robert intimò al fratello di tacere e di non fare il minimo rumore. Erano rientrati appena in tempo. Scostò leggermente la tenda dalla finestra e guardò fuori. Una figura era immobile al centro della strada. Era un uomo estremamente magro, aveva la testa rasata e sudata che ricordava una palla da bowling appena lucidata, ed era nudo. Il suo sguardo era fisso davanti a sé, guardava qualcosa che solo lui era in grado di vedere. Impugnava un'arma da fuoco, molto probabilmente la stessa con cui aveva sparato a Richard. Restò immobile per un altro paio di minuti, poi alzò in alto la mano che teneva la pistola, premendo il grilletto contro il cielo. Il rumore dello sparo fu assordante e per poco Richie non gridò. Altri colpi di arma da fuoco risposero in coro. Il pazzo lanciò un urlo disumano e cominciò a correre, allontanandosi finalmente dall'abitazione di Robert.
Quest'ultimo tirò un sospiro di sollievo e si girò verso il fratello.
<<Era uno di loro, vero?>> chiese Richard. Cominciò a piangere di nuovo, questa volta non per il dolore causato dalla ferita, ma per la paura che a Claire fosse capitato qualcosa di terribile. Nessuno vuole perdere le persone che ama. <<Oh, Robert, la mia Claire! Era così spaventata! Non avrei mai dovuto lasciarla sola. Perché diavolo sono venuto qui? Sarei dovuto tornare indietro quando nessuno mi ha aperto la porta la prima volta che ho bussato!>>
<<Calmati, Richie, sei venuto qui perché vuoi bene al tuo fratellone e perché sapevi delle armi. Sei venuto per proteggere meglio Claire. Vieni, ti aiuto ad alzarti. Ora stenditi sul divano, così posso curarti la ferita>> fece una pausa allo sguardo corrucciato del fratello << E poi riproviamo a raggiungere Claire. Okay?>>
<<Okay>>. Richard continuava a piangere mentre suo fratello era in bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso. Quando tornò e iniziò la medicazione, il dolore investì Richie con violenza, tanto che per tutto il tempo della medicazione quasi si dimenticò dei pazzi.
<<Non provare a urlare, non sappiamo se un altro degli evasi è qui vicino>> gli raccomandò Robert. Prese l'alcol per disinfettare. Richard trattenne il fiato.

                           
La benda si era ormai tinta di rosso quando gli antidolorifici iniziarono a fare effetto. Robert gliela ricambiò.
<<Per fortuna è stato solo un graffio, altrimenti in qualche modo avrei dovuto portarti in ospedale>>.
<<Solo un graffio?! Mi è sembrato di essere sul punto di morire per il dolore!>> rispose Richard, infastidito <<Dobbiamo andare da Claire. Ora>>.
Era passata circa un'ora dal primo tentativo di fuga andato male. Da allora non si era più sentito nemmeno l'eco di uno sparo.
<<Si, riproviamo>> fu d'accordo Robert, il quale si legò i capelli con un elastico - la codina lo rendeva terribilmente sexy e faceva impazzire tutte le ragazze. Cercando di non fare alcun rumore, uscirono di nuovo.
<<Non vedo e non sento movimenti o rumori sospetti. Via libera>> bisbigliò Richard, portandosi nel mentre una mano alla tasca degli shorts per assicurarsi che il diario fosse ancora lì.
<<Aspetta>>. Robert aprì la borsa con le armi e tirò fuori una delle .45, caricata nell'attesa che i medicinali somministrati al fratello facessero effetto. La mise nella tasca anteriore dei jeans, nascosta dalla canotta.
Con un braccio a sorreggere Richard e l'altro a tenere la borsa, puntò verso l'incrocio dal quale poco prima era uscito l'evaso. Pensò di ribattezzarlo Palla Da Bowling.
I due fratelli passarono l'incrocio, questa volta senza incidenti, e proseguirono in silenzio e quasi di soppiatto verso la loro meta, respirando un'aria satura di paura.

La Strage Di BittytownWhere stories live. Discover now