6. Robert (1)

78 10 0
                                    

La sala d'ingresso del municipio era la stanza più spaziosa dove i due fratelli avessero mai messo piede. Un grande tappeto rosso era al centro del salone, sulla sinistra c'era un tavolo rotondo che poteva ospitare minimo venti persone. Sulla destra una zona relax che comprendeva tre divani rivestiti di velluto, anch'esso rosso, disposti a ferro di cavallo intorno a un tavolino basso, al centro del quale vi era un grande vaso pieno di fiori finti di tutti i colori.
Robert adagiò Claire in uno dei divani, quello che sembrava essere il più comodo, e la coprì meglio. Fecero ingresso in sala altre quattro persone. Una di queste, con grande stupore di entrambi i fratelli, era Monica.
<<Robert!>> esclamò, correndo per andargli incontro. Gli gettò le braccia al collo.
<<Come sono felice di vederti!>>
Robert non ricambiò l'abbraccio e le sussurrò all'orecchio <<Va via>> con un tono così gelido che la ragazza si allontanò senza fiatare e andò a sedersi al tavolo, sconsolata. Guardava Claire, sdraiata sul divano, indifesa e bisognosa di cure. "Di amore?" pensò. "Che mi sta succedendo?".
Le altre persone erano la maestra della scuola elementare che era stata compagna di classe di Richie alle medie, un bambino spaventatissimo, conosciuto di vista dai fratelli, e un signore anziano, uno degli amici del padre.
La maestra delle elementari, ricordava Richard, si chiamava Lucy.
<<Cos'è successo a quella povera ragazza?>> quasi starnazzò.
Robert andò su tutte le furie. <<Non è forse evidente cosa le sia capitato? O devi parlarne come se lei non fosse presente e non potesse sentirti? Vuoi che le pesi ancora di più quello che sta passando e che provi vergogna davanti a tutti?>>
Lucy si scusò. <<Non intendevo questo>> Alla vista dello sguardo omicida tipico di Robert quando si arrabbiava, continuò con un timido <<Mi dispiace>> e si allontanò anche lei come aveva appena fatto Monica.
Mary, la vicina, avendo ritrovato la forza per parlare, si intromise. <<Lucy, perché non mi aiuti a portare... come si chiama la tua ragazza, Richard?>> chiese cercandolo con lo sguardo.
<<Claire>> rispose subito lui.
<<...a portare Claire al piano di sopra? Ha bisogno di fare un bagno caldo e di riposare. Ci sono due stanze da letto nell'ala est al piano di sopra>>.
<<Richie, dovresti andare tu>> Robert sembrava proprio aver preso Lucy in antipatia.
<<Io... faccio>> farfugliò Richard.
<<Cosa dici?>>
<<Io non ce la faccio. Non ci riesco>>. Richie era quasi in lacrime.
Robert non capiva ma fu felice del rifiuto del fratello.
<< Allora la porto io, come l'ho portata io fin qui>>. 
Si avventò su Claire e la raccolse nuovamente tra le braccia, questa volta quasi con possessività, come se qualcuno volesse portargliela via. "Che mi succede?" pensò di nuovo.
Lei non protestò, anzi, esattamente come durante il tragitto, si strinse a Robert. Seguiva Mary su per le scale quando il cuore cominciò a battergli forte. Non aveva mai provato niente di così intimo con nessuna donna, nonostante fosse un maestro di intimità con le donne. Questa era un altro tipo di intimità, una sensazione diversa. Era come una fiammella che iniziasse a bruciare al centro del suo petto, in mezzo al cuore, una sensazione che non aveva nulla a che fare con il sesso. Di nuovo la parola amore lampeggiò nella sua mente.
Arrivarono in bagno. Robert continuò a tenere Claire stretta a sé mentre Mary riempiva la vasca di acqua calda, carezzandole i capelli. Finalmente lei lo guardò. Robert guardò lei. Il cuore prese a battergli adesso con violenza. La fiammella al centro del petto iniziava a diventare una fiamma più grande. Per un attimo ebbe la sensazione che la fiamma sarebbe cresciuta a tal punto da bruciarlo tutto. In quel momento capì di essersi innamorato di Claire, di essersi innamorato per la prima volta nella sua vita. "Allora è così che ci si innamora? Esiste davvero il colpo di fulmine?"
Sì, a quanto pareva. Molte volte gli amori più veri sono proprio quelli che nascono così, all'improvviso, senza un come né un quando, senza nessun perché. L'amore ti chiama, e quando ti chiama puoi solo rispondergli. Quel giorno aveva deciso di chiamare a sé Robert.
Appena la vasca fu riempita, Mary disse: <<Ora puoi andare, ci penso io>>.
Robert si avvicinò alla vasca e fece scendere Claire. La coperta cadde a terra. Lei era bellissima nonostante i maltrattamenti subiti. La pelle chiara e morbida che ricordava soffici fiocchi di neve, i capelli biondi che scendevano a sfiorarle i seni alti e sodi, il ventre piatto, i fianchi sinuosi, la curva dolce dei glutei e le gambe lunghe e snelle.
Si sentì travolgere dal desiderio adesso, desiderava Claire come non aveva mai desiderato nessuna donna, desiderava amarla con l'anima e il corpo.
<<Puoi andare>> ripeté Mary.
Arrivato alla porta si girò di nuovo verso Claire, mentre Mary la aiutava a entrare nella vasca. Come se lei potesse vederlo, si girò a guardarlo a sua volta. Lo guardò di nuovo. Mary seguì lo sguardo di Claire, si avvicinò alla porta e fece per chiuderla.
<<Credo che tu abbia già visto abbastanza>>. 
La porta fu chiusa. Robert si avviò per le scale e scese giù.

La Strage Di BittytownWhere stories live. Discover now