Capitolo 1-Confessioni

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La stanza era buia e solo un oblò di finestra illuminava quello squallore  che riempiva solo due persone che intanto cercavano di accordarsi litigando.
Fuori dalla stanza un biondino siciliano ammanettato con pensieri degni di un ragazzino.
Era lì preoccupato come se non sapeva cosa stesse succedendo.
Veniva chiamato Arnaldo dagli amici ed era conosciuto come lo spacciatore della zona.
Non era molto abile e circa un mese prima del suo arresto aveva abbandonato tutto e si era dato alla vendita di caramelle aspettando quasi sempre di noleggiare la baracca durante le ricorrenze cittadine.
La sua paura per tutto, dovuta al fatto di essere continuamente bullizzato, l ha portato a non frequentare luoghi come la "sgannasciata" Seniazza e a tenersi a distanza da Sciacca Bassa.
Volendo spacciare in zone come la marina e il centro (zone frequentate da gente perbene) non ha quindi ottenuto successo e da qui la sua brutta esperienza con lo spaccio.
Intanto i due aldidentro chiaccheravano a modo loro.
Uno era vestito come un aristocratico con il gilet grigio sopra una camicia bianca e i pantaloni neri come la pece, l'altro portava il classico vestito da lavoratore benestante:un giubbotto marrone di pelliccia e dei jeans esperienti aventi una cinquina di anni.
Uscirono per un attimino dalla stanza raggiungendo il ragazzo.
-È lui? -
Domanda il secondo
-Si, commissario. È lui. -
Risponde il primo guardando maliziosamente il ragazzo che riconoscendo il signore si mette a strillare e urlare
-Perché l hai fatto, brutto stronzo.
Io ti ho dato tutto quello che volevi -
Ad un certo punto le bestemmie e le imprecazioni sembravano illuminare tutto quel posto tetro chiamato commissariato fino al punto che uno degli uomini del commissario non placò gli animi a modo suo tirando un pugno al poverino.
-Ehi calma, e unni semu au rodeo-
Il commissario e quell'altro uomo ritornarono a parlarsi e il secondo cominciò a narrare.
-Ci conoscevamo da due barra tre anni commissà. Non avevo idee per il futuro e quel ricchione mi aveva promesso soldi se io gli facevo da guardia del corpo.
Vede come sono conciato, commissà ?
Sto cazzo di vestito che mi soffoca io non lo sopporto e se lo prendo come un fardello é tutta colpa di quel ragazzo-
Il commissario interruppe.
-Poteva anche venire in mutande, a me interessava solo che lei mi dicesse la verità e io ancora stento a crederla.
Ciò che sta raccontando può convincere, ma il problema è a chi può convincere. Di certo a me no. -
A questo punto l'imputato ispirò come se non si volesse agitare e calò la testa.
Espirò, la alzo di nuovo e continuò
-Vede commissario, la ringrazio per questa opportunità che mi sta dando.
Ho accettato i miei crimini e lei ha promesso di portarmi in un carcere di minima sicurezza dove l'unica cosa più morbida dei cuscini dove dormirò sono le guardie.
Io la ringrazio, ma il fatto è che attualmente non penso ad altro che a liberarmi di questa faccenda e fare qualche annetto là dove sarò finalmente protetto da quel mostro.
Comunque commissà fa niente se non mi crede oggi perché ci vuole pazienza.
D'altronde, commissà non è vero che la verità viene sempre a galla? -
-Lo spero, ma attualmente, signor Stagno, lei deve ritornare al penitenziario dove è stato portato quando lei si è costituito.
E quel ragazzo.... attualmente è libero ma sotto vigilanza-
Franco Interra, assistente del commissario, accompagna il biondo all'uscita dicendogli:
-Prima o poi fora ti fannu, armalu-
Al ritorno in carcere di Stagno si sentono voci rappate da parte del suo compagno di cella
-Yo, Big Cipolla
Sugnu cu me cumpari peppuzzu
U megghi tutti, u megghi tutti
E spiramu u signuruzzu
Chi nesci ca, unti ni futtiri-
Dopo aver finito, attacca bottone.
-Yo, mbare Stagno comu finiu, abbuccaru?
-No Cipo, ma abboccheranno presto.
Questo carcere presto sarà un brutto ricordo. Mi mancherai
-Tranquillo mbare iu 6 mesi ma fari.
Arricordati chi iu guidavi mbriacu, nenti è. Un sugnu comu a tia chi un mi rici zoccu facisti pi finiri ca. -
Era piena notte. I detenuti dormirono privi di speranza dietro le sbarre stremati dai lavori, tutti tranne uno. Uno che era andato a farsi i comodi alle spalle del commissario,uno che non conosce e non vuole conoscere la fatica, uno che a differenza di altri coltiva ancora speranza.






DU STALWhere stories live. Discover now