CAPITOLO 5 "Peter"

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Poi realizzai...

Avevo camminato per troppo tempo, ormai ero nella parte proibita, la parte Nord del cortile, quella che dava sulla scala!
Alzai lo sguardo al cielo, ormai era quasi sera, l'aria si stava facendo frizzante.
il mio giacchino di lino non riusciva più a scaldarmi. Sbuffai stanca di tutto.

-Hey, giornata no?-

Una voce maschile spezzò il silenzio che mi circondava. Girai attorno a me stessa esaminando da dove provenisse quella voce familiare.

-Susan, sono quassù, mi vedi?-

Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo sopra la scaletta del terrazzo che sventolava energicamente le braccia.

Era Peter.

Il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto, improvvisamente mi sentii tutta molla, come se quel ragazzo avesse risucchiato tutte l'energie possibili del mio corpo.
Mi faceva sempre quell'effetto!

fece cenno di seguirlo e mi catapultai sulla scala arrivando sino in cima.

Arrivai al terrazzo. Lì la vista era stupenda! Le montagne dalle alte vette nevose  racchiudevano Greenhmoon, il mio villaggio, come una corona dalle punte bianche.               Il cielo era un quadro, lontano in mezzo alle montagne si vedeva una pallina di luce arancione che si propagava nel cielo andando ad assumere un color rosa acceso mischiandosi al blu scuro della sera.

Non mi importava di tutto quello spettacolo, davanti a me avevo il quadro più bello del mondo, il tramonto più lucente e la notte più ombrosa.

Avevo lui.

Peter era un ragazzo di 17 anni, frequentava l'orfanotrofio maschile e di solito, lontano dagli occhi del suo preside e da Miss Margaret, andava a trovarmi.
Non sapevo come facesse a sgattaiolare fuori dal suo Istituto, ma questa situazione mi rendeva speciale! Ed il brivido della violazione delle regole, solo ed esclusivamente per me, rendeva il tutto carico di adrenalina.

Peter era alto e magro, aveva un taglio d'occhi particolare, erano a mandorla di un verde intenso. I suoi capelli erano lisci e neri in pò incolti, ma adoravo affondare le mie dita dentro quei capelli profumati e morbidi.
Le sue labbra erano piccole ma carnose, piegate sempre in un sorrisetto malandrino, come il suo carattere, ribelle e ambizioso.

Era molto difficile tenergli testa, anche per una come me ..
Non riusciva a chiudere bocca e l'ultima parola doveva essere sempre la sua.
Infatti proprio per questo litigavamo quasi sempre, ma forse ci piaceva ... si! Ci piaceva molto.

-oggi sei proprio bella mia AppleWhite-

Mi chiamava così perchè la mia pelle quasi bianca, risaltava le mie labbra rosse come le mele.

Mi prese dai fianchi e mi avvolse con le sue braccia attaccando il suo naso al mio.

-tu invece oggi sei proprio brutto!-                scherzai, ero troppo imbarazzata...

MoonRedWhere stories live. Discover now