-13- ANCHE QUI C'È UN'ETICA

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La missione che lo aspettava la mattina seguente era un'operazione rischiosa al fianco di Dabi, il villain dalle fiamme color del mare.

Quando tornò esausto alla sede aveva riportato una serie di ferite, non letali, ma comunque di una certa importanza, venne aiutato a medicarsi e se ne andò a dormire senza mangiare.

Si era abituato a quel materasso scomodo e a quella puzza che invadeva prepotentemente le narici ogni volta che prendeva aria. Aveva smesso di immaginarsi il suo ritorno a casa, la sua camera perfetta, ben pulita e colorata. Aveva smesso di sperare nella normalità e forse proprio per quel motivo riusciva ad andare avanti. Cercava in tutti i modi di dimenticarsi che sensazione desse essere abbracciati da una persona amata o parlare con qualcuno che non lo vedeva come un pezzo di carne. Cercò in tutti i modi di far sparire tutto ciò che caratterizzava la sua vita prima di quella assurda scelta, ma c'era qualcosa che proprio non riusciva a farsi sfuggire. Qualcosa che teneva con le unghie e con i denti. Il suo obiettivo di superare a tutti i costi il suo amico d'infanzia.

-Kacchan-

Non riusciva ad aggiungere altro al nomignolo che gli aveva attribuito. Non riusciva a pensare a cosa potergli dire.

Che lo avrebbe superato? Ma quello lo aveva fatto nel momento in cui lo aveva salvato.

Che non si sarebbe fatto raggiungere? Ma forse non era più ciò che voleva. Lui voleva essere raggiunto, lui avrebbe voluto più di ogni altra cosa essere raggiunto da quel biondo chiassoso e rimanere al suo fianco, ma sapeva che non era possibile, perché finché lui era davanti poteva tenerlo in salvo, non appena si sarebbe fatto raggiungere lo avrebbe messo in pericolo.

Qualcuno bussò alla porta in modo brusco e lo risvegliò dai suoi pensieri

"ehi novellino stai bene?" la voce era quella di Dabi, il quale entrò nella stanza dopo che non ricevette una risposta.

La stanza spoglia era sempre più polverosa, il ragazzo non ci badava molto, per lui era importante solo che il cuscino rimanesse pulito.

"Cosa vuoi Dabi?" la voce sconsolata veniva attutita dalla federa e i lividi si facevano sempre più evidenti sulla pelle pallida del ragazzo

"sei stato bravo oggi, Shigaraki mi ha detto di farti i complimenti se li meriti"

"grazie" si girò rimanendo con la testa sul cuscino e guardò di sfuggita il ragazzo più grande di lui in piedi davanti alla porta. Dabi guardò il grande cerotto che portava sulla guancia e gli tornò in mente come si fosse ferito

"se non fosse stato per te probabilmente non sarei stato così fortunato oggi, grazie per avermi difeso" 

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"se non fosse stato per te probabilmente non sarei stato così fortunato oggi, grazie per avermi difeso" 

Deku chiuse gli occhi "non c'è di che" incrociò le braccia sotto il cuscino, vi affondò il viso e lasciò che la federa assorbisse le sue lacrime salate.

Fuori della finestra il cielo era color inchiostro e delle stelle nemmeno l'ombra 

"per noi villain non brillano nemmeno le stelle Deku, devi abituarti a questa vita altrimenti il prossimo a smettere di brillare sarai tu" Dabi sospirò vedendo la figura del ragazzo farsi più piccola sul lenzuolo bianco "oggi ti sei comportato da eroe nei miei confronti, come vedi anche qui da noi c'è un'etica..." fece un passo allungando la mano verso la testa del ragazzo più giovane, avrebbe voluto affondare le dita in quelle ciocche disordinate color del prato, ma si trattenne pensando che quel gesto, fin troppo affettuoso, avrebbe potuto farlo sentire peggio "...beh riprenditi che tra qualche giorno abbiamo un'altra missione noi" si chiuse la porta alle spalle con l'immagine dello studente scosso dai singhiozzi impressa nella mente.






Cucciolo il nostro Izuku... e voi cosa pensate dei villain? Anche loro rispettano delle "regole" così come gli hero?

Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^

The evil insideWhere stories live. Discover now