Capitolo 25

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Sophie con un sussurro comunica un ordine ai suoi fedeli, poi con passo altero avanza verso di noi. Vorrei maledirla a ogni passo, la furia che sto provando a trattenere sta per esplodere. – Mia cara Amelie, molto prima che giungessi al covo avevo udito la tua storia e mi era parsa così similare alla mia – attende che io abbia la mia completa attenzione su di lei, poi prosegue nel racconto.
– Entrambe nate da un rapporto proibito, entrambe costrette a vivere come un essere a metà. Mai esseri umani, ma nemmeno mai vampiri. Con il tempo si impara a convivere e ci si può plasmare a qualsiasi condizione. Così ho fatto e guarda dove sono arrivata – allarga le braccia come per mostrare le sue gloriose conquiste. – Al contrario di te, mia madre era una vampira e mio padre un comune mortale. A quell'epoca era lei l'erede al trono, mio nonno governava con maestria il popolo dei vampiri Ribelli. Di certo non si aspettava che la sua cara adorata figlia perdesse la testa per un umano e che dalla loro unione nascessi io. Ma già allora i Ribelli erano più evoluti di voi – ci guarda con disprezzo. – Mio nonno fece mordere mio padre e così divenne un vampiro a tutti gli effetti. Non venne cacciato o mia madre diseredata. Governarono insieme per molti anni, erano affiatati e complementari, dei regnanti perfetti. Questo fino a quando un'imboscata da parte di una comunità di vostri simili ci colpì. I vampiri Ribelli combatterono con ardore e coraggio, difendendo il loro territorio, ma non bastò. Per metterci fuori gioco rubarono delle armi proibite, come le chiamate voi, e pugnalarono mia madre o mio padre. Nessuno riuscì a salvarli – un silenzio di tomba si propaga nelle fila, sia nemiche che nostre. – I vostri compatrioti pensavano di distruggerci, che finalmente ci saremmo arresi. Invece ero rimasta io, orfana ma ben consapevole del ruolo che mi attendeva. Presi il comando e giurai a me stessa che avrei vendicato tutto il male causato a me e al mio popolo, a qualsiasi costo -. Faccio per inserirmi nel discorso, ma Sophie mi zittisce con un gesto che non ammette repliche, mi costringo ad ascoltare ancora. – Mi sforzai di essere forte, priva di paura, quasi indistruttibile. Ma restavo pur sempre una creatura nel mezzo e con l'avanzare degli anni mi indebolii. L'oscurità mi reclamava totalmente, uccidendo poco a poco la parte umana. So che hai provato gli stessi dolori miei, la stessa sensazione di incompletezza – i suoi occhi folli si piantano nei miei, sono ammutolita. Improvvisamente io e Sophie non siamo distanti anni luce, ma sullo stesso piano. Abbiamo condiviso emozioni identiche e il destino ha fatto sì che ci incontrassimo. Non dovrei compatirla o provare a capirla, ma il mio cervello funziona a sé.
– Durante un attacco decisi di unirmi ai miei fedeli, volevo vederti e capire se fossi davvero uguale a me. Non ero pronta a un combattimento, le tenebre mi avevano fiaccato profondamente. Molti provarono a farmi desistere, ma non ascoltai nessuno se non il mio istinto. Come previsto durante l'attacco non restai al passo e non raggiunsi nemmeno il covo. Fu allora che ti ho incontrato – i suoi occhi, di soprassalto, si spostano su Barn. Si paralizza e sfrega le mani una contro l'altra nervosamente. – Eri così affamato e fuori di te che non hai nemmeno provato a resistere alla tentazione o ad attenerti alle regole dei tuoi simili. Mi hai morsa – percepisco la contrarietà e tutte le ammonizioni sussurrate a fil di voce. – Mi aspettavo qualsiasi cosa, ma mai che un vampiro del covo, proprio uno di quelli così dediti a condannarci, osasse compiere un simile affronto. Non avevi nemmeno capito chi fossi, mi hai scambiata per un'umana smarrita nel bosco che, per sua sfortuna, ha incontrato un mostro pronto ad inghiottirla – si lascia andare a una risatina. Barn è sempre più nervoso. – La debolezza accumulata non mi ha permesso di difendermi e ha fatto sì che il morso per poco non mi uccidesse. Ironia del fato, voi del covo accorrete in mio soccorso e vi apprestate con tutti i vostri mezzi per curarmi – nella mia testa il puzzle oscuro sta ritrovando la sua forma originaria. – Non mi sarei mai ripresa e non sarei qui a parlarvi di questo se non fosse stato per te, soprattutto – sposta nuovamente la direzione del suo sguardo, posandolo su Kian. La furia mi scalda a tal punto che vorrei correre al suo cospetto e posare i palmi sul suo collo fine e stringere, stringere fino a che non smetta di parlare per sempre. – Per un momento ho quasi pensato di renderti partecipe del mio piano di vendetta e proporti di unirti a noi. Eri sprecato all'interno del covo e nessuno avrebbe saputo valorizzarti nella giusta maniera, saremmo stati dei perfetti governanti, proprio come mia madre e mio padre – il sangue mi ribollisce nelle vene e la mia pazienza è giunta al limite finale. Sto per urlargli che Kian non si sarebbe mai alleato con lei e che non avrebbe mai accettato di governare al suo fianco, poi mi rimangio tutto. La mia compagna fidata, l'insicurezza, mi suggerisce che potrei anche sbagliarmi. Riaffiorano i ricordi del tempo che Sophie ha trascorso al covo e delle premure che Kian le riservava. Mi volto verso di lui e mi sorprendo che lui mi stia già guardando. Velocemente distolgo la testa e lui sembra provare a comunicarmi di non credere alle infime parole di Sophie. – Il tempo che ho passato al covo mi ha fatto arrivare a delle conclusioni. La prima è che tu, Amelie, sei molto più forte di quanto non riesci ad ammettere. Pensa la mia collera nel venire a sapere che eri riuscita a sopportare una trasformazione senza essere in pericolo di vita, nonostante fino a poco tempo fa ti credevi solo una semplice umana. La seconda, ben visibile a chiunque abbia un occhio più acuto, che non avrei mai potuto coinvolgerti nel mio piano perché non l'avresti mai abbandonata – indica, con sentore di disgusto, Kian e poi me. – Se sono qui, adesso, è solo grazie a voi -. Questa consapevolezza si insinua in ognuno di noi, anche se non ne ho la certezza assoluta, so che è così. Il destino ha mescolato le carte in tavola, facendo in modo che ogni singolo evento portasse a questi due schieramenti. Io e Sophie siamo due facce della stessa medaglia, testimoni di un mondo che le ha fatte nascere incomplete e che poi le ha volute cambiare. In un'altra dimensione avremmo potuto essere amiche, alleate a combattere per lo stesso ideale. Invece ci fissiamo, pronte a battagliare, perché lei ha scelto la faccia del male e io quella del bene. In un baleno ho un'idea, o meglio una possibile salvezza. – Voglio proporti uno scambio – esordisco ad alta voce. – Sentiamo –. Sento lo sguardo di Kian penetrarmi. – Io resto con te e tu liberi tutti gli altri – un vociare si alza alle mie spalle. Disapprovano la mia decisione, soprattutto Kian e Piers che, ai miei lati, vorrebbero trafiggermi di disappunto. – Avvicinati, così potremo siglare il patto attraverso le nostre mani – Sophie si fa seria. Muovo istintivamente le mie gambe verso di lei, Kian fa uno scatto per raggiungermi e bloccarmi, ma sono più veloce e gli sfuggo. Il tempo di alzare la testa che due braccia esili, ma estremamente forti, mi cingono la vita e il collo. Mi ha girata in modo che io risulti frontale ai miei compagni. – Lasciala immediatamente! – urla Kian. – Allora Amelie, vale ancora il tuo scambio? Per i tuoi amici vampiri e licantropi? – inizia a ridermi in un orecchio, come per schernirmi. Prima di pronunciare il fatidico si, non posso fare a meno di gettare un'occhiata prima a Piers e poi a Kian. Sono furibondi e tesi. Sanno che se muovessero anche un solo passo verso di noi, potrebbe essermi fatale. Un vampiro Ribelle consegna alla sua guida un pugnale. - Spero che, con questa aggiunta, capirete che le mie intenzioni sono serie – appoggia la lama sulla mia gola. Deglutisco, percependo il metallo affilato sfregare sulla mia pelle. – Abbiamo un accordo? – la mano libera dal pugnale si fa vicino alla mia, la arraffo senza altre possibilità. – No! – sbraita Piers incredulo. E' fatta, non posso più tirarmi indietro, anche se non era mia intenzione farlo. Il mio sacrificio è per una causa maggiore, non mi importa della mia vita, ma della loro che custodivo sotto la mia protezione. Sono pronta a fare questo sacrificio, come al tempo era stato solerte Kian. – Siete dunque liberi, i miei uomini vi scorteranno fino a quando non sarete fuori dalla nostra superficie. Non provate a tornare o lei morirà -. Un attimo di sconcerto e immobilismo si impadronisce dei vampiri. – Andate – li sollecito. Al mio comando sembrano svegliarsi e, dopo un ulteriore tentennamento, si decidono a seguire il mio mandato. Spariscono ai lati, mentre i vampiri Ribelli li minacciano con le loro armi. Lo sciame si fa semore più rado, ne resta sola una figura al centro. Kian. – Senza di lei non me ne vado da nessuna parte -,
- Avrei scommesso in questa tua piazzata – la presa su di me resta ferrea. – Perché ti ostini a comportarti in questo modo? Lasciala andare! – Kian va in escandescenze, privo di ogni facoltà ragionevole. – Un patto è un patto. Se non vuoi separarti da lei, vorrà dire che imprigioneremo anche te – un segnale ai suoi uomini li fa scattare. Circondano Kian e lo bloccano. – No non deve andare così! – urlo affannata, esterrefatta. – Avevi detto che avresti tenuto solo me, liberatelo immediatamente! – mi agito tra le sue braccia, incapace di resistere ulteriormente. Il pugnale preme sulla giugulare, provocandomi un lieve taglio. Una fitta di dolore mi fa gemere, è il veleno che viene assorbito dall'epidermide. Kian si accorge e cerca di liberarsi dalla morsa. – Amelie! -.

"Amelie". Dice solo il mio nome, ma la sua comunicazione non è limitata a queste sei lettere. Mi implora di smettere di ribellarmi, di accettare la sua presenza, che qualsiasi cosa capiterà lui non mi abbandonerà e resterà con me. Smetto fulminea di reagire e mi arrendo.

Ci hanno imprigionati nello stesso punto e nello stesso modo a come li abbiamo trovati. Ho una paura smodata che Sophie abbia finto per tutto il tempo e che in realtà sia stata solo una liberazione fittizia. A quest'ora dovevo reggere da sola in fardello in cui mi sono cacciata, invece al mio fianco c'è Kian che non smette di fissarmi. Per fortuna il taglio alla gola è stato solo leggero e, oltre al dolore, non ha creato danno più gravi. – Mi sembra che il tempo non sia nemmeno passato, siamo di nuovo io e te, imprigionati, come quella volta con Spike – mi permetto un risolino.
– Vorrei maledirmi per non averti dato ascolto, per aver preferito il mio istinto al tuo, per non essere riuscito per l'ennesima volta a proteggerti – il suo sguardo mi abbandona. – Non dovevo fidarmi di lei, ha sempre tramato contro di noi fin dall'inizio e gli ho pure offerto asilo -, - Hai sempre agito in buona fede e questo quello che conta – cerco la sua concentrazione. – Anche se il bene è servito ad alimentare il male? – mi spiazza. – Si, il bene non va mai perduto – finalmente torna a fissarmi. – Ti prometto che quando tutto questo vedrà una fine niente ci separerà più, non mi allontanerò mai più da te e, se tu mi accetterai ancora, ci legheremo per sempre – i suoi occhi si illuminano, vado al di là dei bulbi oculari e mi appare il Fuoco Sacro.

"Noi bruceremo per sempre insieme, senza mai spegnerci".

Non riesco a staccarmi dal suo fuoco, dal suo viso meraviglioso. I miei sentimenti si alimentano, come le fiamme che non lo hanno mai abbandonato del tutto. Mi vergogno per come mi sono lasciata andare con Piers, mi riprometto che le mie frasi taciturne di adesso, si trasformeranno in verità parlata quando tutto questo sarà finito e non avremo più alcun segreto a dividerci. 

L'oscuro mondo di Amelie 2 (COMPLETA)Where stories live. Discover now