Tu, introversa?

1K 50 26
                                    

Quanti giorni erano stati divisi?
Due, tre?
Eppure sembrò un infinità, ma questa infinità si dissolse appena i loro corpi entrarono finalmente in contatto.
Emma, nel vedere Niccolò sull'uscio della porta, non perse attimo per corrergli incontro e stringerlo forte tra le braccia, le sembrava quasi un miraggio.
Mai si sarebbe immaginata che insieme a suo fratello sarebbe arrivato anche il ragazzo che gli stava tormentato perennemente i pensieri e il cuore.
E pensare che quel momento le sembrava così lontano, temeva che l'avrebbe davvero lasciata in America per quei lunghi cinque mesi, invece era già lì pronto ad accoglierla ancora una volta tra le sue braccia.

«voi due siete completamente fuori di testa» balbettò Emma con le lacrime agli occhi, le sembrava tutto così sovrannaturale che forse avrebbe perfino avuto bisogno di un pizzicotto.

«grazie Emma, sto bene, si mi sei mancata anche tu» ironizzò Giovanni ridacchiando, scherzava ed era totalmente felice nel vedere sua sorella sorridere insieme ad un ragazzo dal cuore d'oro.
Aveva passato poche ore insieme a lui eppure già ce li vedeva insieme.

Lei gli fece segno di aspettare e strinse più forte Niccolò, il quale si stava trattenendo per non piangere come un bambino felice davanti a tutti i presenti.
Tutte le sue paure, i pensieri negativi di un suo rifiuto, si sgretolarono subito appena là ragazzo corse tra le sue braccia più veloce che poteva, fregandosene di tutti quegli occhi puntati su di loro.
Non servivano parole per descrivere quel momento, bastava già la loro immagine.
Quando lei spostò il viso per metterlo davanti al suo, era tentata dal fiondarsi su quelle labbra senza lasciarlo più, proprio come aveva immaginato di fare in quei giorni senza di lui.
Fissò a lungo i suoi occhi e ci si perde dentro, come fece anche Niccolò.
Ormai ci era abituato a non resistere a quel verde intenso dei suoi occhi, eppure ogni volta sembrava amarli come la prima.
Fu lui a farsi coraggio e ad avvicinarsi di più al suo viso, non ne poteva più di tutta quella distanza.
Fu un bacio veloce, di sfuggita, ma sarebbe bastato quello in molte situazioni come salvezza.

«io comunque ho mangiato prima in aereo a adesso vorrei andare in camera, voi? Non credo che parlerete qui» disse Giò lanciando un occhiata ad Edoardo che guardava la scena storcendo il naso.

I due non dissero nulla, si diressero verso l'ascensore e non ci pensarono nemmeno a distaccare le loro mani intrecciate, forse non ci fecero neanche caso più di tanto.
Emma salutò suo fratello prima che entrasse in camera e poi si chiuse la porta alle spalle lentamente, sapeva che adesso non sarebbe potuta più scappare, l'avrebbe solo dovuto guardare negli occhi dicendogli tutta la verità.
Appena si voltò, Niccolò fece aderire la sua schiena al muro e successivamente i loro corpi, per poi prenderle il viso tra le mani.

«mi ami?» le chiese senza interrompere quella catena di sguardi.

Emma iniziò a sentire la gola secca e il fiato mancare, non gliel'aveva mai detto esplicitamente, soprattutto in quelle condizioni.
Poggiò la fronte contro la sua e sospirò, per una volta doveva mettere da parte il suo orgoglio e farsi avanti.

«si Niccolò, ti amo» rispose annodando le braccia al suo collo.

«ho bisogno di tante rispose, lo sai, no?»

«si, si lo so..»

Lui le lasciò un piccolo bacio sulle labbra, poi si allontanò per sedersi sul letto.
Lei però si sdraiò completamente, non sarebbe riuscita a guardarlo negli occhi e a spiegargli tutto.
Niccolò quindi prese posto vicino a lei mettendosi di fianco e reggendosi la testa con la mano, in modo da vederla bene nonostante Emma stesse fissando il soffitto.
Le spostava diverse ciocche di capelli dal viso con la mano libera ed ogni volta lei socchiudeva gli occhi, era un tocco così delicato che si sarebbe addormentata potendo.
Stava pensando alle parole da dire, non gli avrebbe spiegato solo ciò che successe la mattina del volo, ma tutto ciò che non sapeva.

«all'età di dieci anni facevo le scuole medie, tutti lo trovavano strano, ma avevo semplicemente fatto la primina.
Fatto sta che, sia fisicamente che caratterialmente, tutti mi ritenevano sempre un passo avanti alle mie coetanee.
Tendevo ad isolarmi, ho sempre avuto un carattere introverso»

«tu, introversa?» chiese Niccolò ridacchiando, mentre col dito percorreva il profilo del suo nasino piccolo e lineare.

«già, il mio carattere precedente era davvero molto diverso da quello attuale.
Alle mie amiche faceva piacere che i ragazzi le guardassero in continuazione, magari anche che le toccassero nonostante dalle medie alle superiori non sei poi così grande, ma a me dava maledettamente fastidio.
Mi sentivo a disagio, loro pensavano di trasmettermi un apprezzamento, io invece mi sentivo davvero umiliata.
Io vestivo con felpe larghe così grandi da entrarci tre volte solo per non dare nell'occhio, loro più scollate che mai solo per essere un passo avanti a me.
Non m'importava tanto, però alle superiori mi sentivo davvero con una pressa addosso.
Iniziavano a dirmi frasi che io non mi leverò mai dalla testa credo, mi facevano regalini, volevano il mio numero, uscire per una sera, mi cercavano, io non volevo nemmeno vederli..
Dal quarto anno in poi però, cambiai molto.
Mi ero rotta il cazzo di dover vestire pesante anche il dieci giugno a scuola, per me potevano anche guardare, tanto non mi sarei mai concessa a nessuno di loro.
Iniziai ad essere molto estroversa, come lo sono ora, ma fino ad un certo punto.
Non mi fidavo di nessuno, più di ridere e scherzare non facevo nulla.
Un altro sbalzo d'umore arrivò quando persi la verginità, ho ancora le brutte sensazioni su di me.
Sembrava un bravo ragazzo e io avevo bevuto troppo alla fine della festa del quarto anno, mi chiese di passare a casa con lui, chissà quanto avevo bevuto per fare una cazzata del genere..
Ne uscii distrutta, voleva solo far sapere che Emma Irrea non era così tosta da resistere a tutti, si vantò per due anni interi di esser stato l'unico ad avermi portata a letto.
Però almeno uno sfogo l'ho avuto, la recitazione.
Mi piaceva, da piccola mia mamma mi portava a delle belle sfilate e spesso mi fotografavano, sapevo che quella sarebbe stata la strada giusta per me.»

Niccolò ascoltava con attenzione il suo racconto, la voglia di prendere quella ragazzina insicura e di proteggerla dal mondo saliva sempre di più, come si poteva fare una cosa del genere?

«non ho mai voluto nessuno di quei rapporti, ogni volta che sono stata con qualcuno ero ubriaca persa, da sobria mi ricordo a stento come si fa» disse accennando un sorriso finto.

«quindi..»

«ciò che è successo tra noi due qualche sera fa, non lo paragonerei mai a quelle notti inutili e passate.» lo bloccò lei guardandolo fisso negli occhi.

«non sono venuta a letto con te per piacere personale, Niccolò, ci sono delle cose che forse dovresti sapere.
Quella mattina mi svegliai così felice che non ne hai idea, se mi fossi risvegliata nel letto di un altro probabilmente me ne sarei andata subito, invece tutto ciò che volevo era restare ancora un po' a guardarti dormire come un bimbo piccolo stanco dopo tutta la giornata.
Forse sarei rimasta a vita, non solo quella mattina, quindi ho chiamato Edoardo per disdire tutto, non potevo lasciarti qui..
Forse stavi dormendo davvero tanto per non sentire le mie urla dalla cucina, mi ha minacciato di rovinarmi ed io come una grande stupida gli ho dato ascolto, non ho perso il mio lavoro, ma ho perso te.. l'unica persona al mondo che è stata in grado di sciogliere la barriera di ghiaccio che avevo dentro»

Una lacrima solitaria scese dagli occhi chiari della ragazza, quasi la sentì bruciare sul suo viso per quanto facesse male piangere in quella situazione.

«io ti capisco se non vorrai più vedermi, se..»

Le sue parole furono bloccate da un bacio iniziato da Niccolò, il quale non avrebbe mai neanche immaginato di lasciarla ancora lì.
Forse un po' la capiva, anche lui si sarebbe trovato in difficoltà tra la musica e lei.
Emma gli aveva donato una parte di lei così grande che quasi si sentì del tutto libera.
O forse era semplice felicità..

Love me on setDonde viven las historias. Descúbrelo ahora